“Questo album sembra la naturale evoluzione della tua esplorazione dell’elettronica degli ultimi 20 anni.”
“[L’album] E’ sicuramente pesante. E’ grande. Abbiamo visto Flying Lotus nei primi anni in tour con noi, e l’abbiamo visto con il suo live set-up esibirsi con tutti i suoi loop e pensato, “Interessante“, perché è una performance live, sta improvvisando. Allora abbiamo realizzato che questo poteva essere un nuovo modo per scrivere musica.”
“Hai provato ad esplicitare l’animo esistenziale prevalente in questo disco? Ci si percepisce un certo umore distopico.”
“E’ così. Hai mai volato fino a Tokyo? Quel jet lag è la definizione di una crisi esistenziale, ogni volta” – qui sembra quasi che Yorke voglia richiamare il periodo OK Computer – “C’è stata una notte in cui sono andato a dormire, due ore dopo ero completamente sveglio e avevo queste visioni…umani e ratti si scambiavano i ruoli. Un sogno. […] queste strane visioni della città di Londra e tutti i grattacieli che si mischiavano insieme. La distopia è parte del disco, sì, ma per me, una delle grandi, prevalenti sensazioni è quella dell’ansia.”