I Vampire Weekend ci sono riusciti: FOTB è l’ennesimo capolavoro.
In quanti avrebbero scommesso che i Vampire Weekend sarebbero riusciti a produrre un album che potesse anche solo eguagliare la perfezione di Modern Vampires of the City (2013)? Eppure, in qualche modo, Father of the Bride non solo ci riesce, ma va ben oltre. Il songwriting dei Vampire Weekend, senza risentire neppure in parte dell’uscita dal gruppo di Rostam Batmanglij, si fa più solido e sicuro che mai.
Una definitiva affermazione, più che un’evoluzione.
La fusione tra i generi nell’album comprende: indie folk, baroque pop, indie rock, alternative rock, art rock, country rock. Le migliori canzoni: Harmony Hall (una delle migliori in assoluto del 2019), Bambina, This Life, How Long, Sympathy (questa una vera sorpresa) e Sunflower. Alcune canzoni, specie i tre duetti con Danielle Haim (ovviamente, delle Haim), mostrano una volontà di esplorazione della tradizione. Questa musica viene chiamata “Americana”, e si riferisce appunto alla storia e al folklore statunitensi. Forse i Vampire Weekend sono in cerca di legittimazione artistica al di fuori del mondo indie che li ha visti nascere. Oppure forse vogliono solo dimostrare di poter fare qualunque cosa, se lo vogliono.
Father of the Bride è un album impeccabile, dal quale ogni musicista contemporaneo dovrebbe imparare, ascoltandolo e riascoltandolo. I Vampire Weekend, superando le previsioni, si confermano uno dei migliori e fondamentali gruppi in circolazione, premiando i fan, dopo un’attesa di sei anni, con un lavoro inappuntabile, che va esplorato e scoperto nota per nota. Più che un’evoluzione, Father of the Bride rappresenta la definitiva affermazione dei Vampire Weekend come una delle più forti realtà musicali esistenti, e tutto questo riuscendo ad essere anche, semplicemente, un ottimo album.