I Cranberries e Dolores ci lasciano definitivamente, con un album degno della loro carriera.
Non ci avremmo scommesso troppo, eppure In the End è davvero il canto del cigno dei Cranberries. Si vede che Mike Hogan, Noel Hogan e Fergal Lawler, i tre restanti componenti del gruppo, hanno lavorato bene e intensamente con il produttore Stephen Street. Produttore che, non a caso, c’era nei loro primi classici: Everybody Else Is Doing It, So Why Can’t We? (1993) e No Need to Argue (1994, l’album di Zombie). Le parti vocali già registrate con Dolores O’ Riordan, scomparsa il 15 gennaio 2018, sono state messe da parte fino all’ottenimento del consenso della famiglia per procedere con la pubblicazione del disco. Le registrazioni definitive sono terminate lo scorso ottobre, ed eccoci qui.
In the End suona come ci si aspetta che suoni un disco contemporaneo di un gruppo alternative rock anni ’90. Chitarre, riff, qualche orchestrazione, ballad e i giusti tocchi di Irlanda qua e là. tenendo sempre (come è giusto) la voce di Dolores in primo piano. E così parecchie canzoni funzionano: All Over Now, Lost, Wake Me When It’s Over, Catch Me If You Can e The Pressure sono ottimi pezzi rock e fanno trasparire, già dai titoli, presagi quasi profetici. Specie se si pensa che questo sarà davvero l’ultimo album della band. Infatti i Cranberries si scioglieranno senza nemmeno un tour promozionale (che del resto non avrebbe alcun senso in mancanza di sappiamo chi).
