Django Unchained – 7 curiosità sul film di Tarantino

Django Unchained, il primo western di Quentin Tarantino, è un insieme di spettacolarità e scene mozza fiato. Tra cast e incidenti, ecco alcune curiosità legate al settimo film del regista di Knoxville

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Leo il Cattivo fino all’osso

Incredibile, senza ombra di dubbio, è stata l’interpretazione di Leonardo DiCaprio come Calvin Candie. Personaggio cattivo fino al midollo, tanto che anche Tarantino ammise di detestarlo.

Il regista pensò a lui come prima scelta per il ruolo di Candie, ritenendolo perfetto nel ruolo di schiavista (addirittura, anni prima, valutò DiCaprio come attore per mettere in scena il colonnello Hans Landa di Bastardi Senza Gloria). Cosa curiosa per un attore che, fino a quel momento, aveva interpretato il ruolo di “cattivosolo una volta ne La Maschera di Ferro. Anche questa volta, Tarantino ebbe ragione.

DiCaprio si calò talmente tanto nei panni del personaggio che, durante una scena, sbattendo con forza la mano sul tavolo, ruppe un bicchiere, tagliandosi e iniziando a sanguinare.

La cosa non lo fermò e continuò a girare nella più totale normalità. Quando arrivò il “cut” del regista, tutta la troupe si lasciò andare ad una standing ovation mentre l’attore si faceva medicare la ferita.

Fu allora che, per la scena successiva, DiCaprio suggerì a Tarantino di cospergere il volto di Kerry Washington di sangue con la mano. In ogni caso, la scena piacque talmente tanto a Tarantino che decise di lasciarla nel montaggio finale. Eppure, questo fu solo il secondo incidente per l’attore durante le riprese di Django. Il primo avvenne durante le prove, quando un martello si ruppe colpendolo in testa.

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Musica Maestro

La musica è parte essenziale di un film e Tarantino ha dimostrato, da sempre, di averne grande cura. All’inizio del film, così come alla fine, è possibile ascoltare il brano Django di Rocky Roberts & Luis Bacalov, colonna sonora del Django del 1966.

Inoltre, durante il film, quando Christoph Waltz inserisce la dinamite nel dente, sopra la sua carrozza, lo si può ascoltare mentre fischietta la stessa canzone.

Oltre ai brani storici, per il suo Django, Tarantino inserì tra le musiche: Ancora Qui, canzone cantata da Elisa. A realizzarla fu chi di film western se ne intende da sempre, nonché lo stesso che, per tanto tempo, ha collaborato con Sergio Leone: Ennio Morricone.

Ma, dopo quell’esperienza, Morricone disse che non avrebbe mai più lavorato insieme a Tarantino perché non gradiva il modo di usare la musica nei suoi film e, soprattutto, non concedeva abbastanza tempo. Eppure, Morricone, nel 2015, tornò sui suoi passi e collaborò nuovamente con Tarantino per le musiche di The Hateful Eight. Una scelta saggia, tanto che valse a Morricone l’Oscar per la miglior colonna sonora.

I’m Blue

Sharen Davis, costumista di Django, spiegando le scelte dei vestiti, ammise che erano ispirati agli “spaghetti-western” e alle opere d’arte. Ad esempio, gli occhiali da sole tondi che indossa Django, sono un richiamo a quelli usati da Charles Bronson in Sfida a White Buffalo.

Davis, illustrando lo stile di Django, disse che l’idea era molto “Rock ‘n Roll”. E, per l’appunto, quando appare vestito completamente di blu, l’immagine sembrerebbe quella di una rock star. Tuttavia, ad ispirare quell’abito non sono stati i rocker, ma un quadro del 1770 del pittore inglese Thomas Gainsborough: Ragazzo Azzurro. Opera che influenzò anche il regista tedesco Friedrich Wilhelm Murnau per il suo film Il Ragazzo in Blu (1919).

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Django

Django Vs Django

Primo, e indimenticabile, Django fu Franco Nero. Quentin Tarantino lo incontrò a Roma. Qui l’attore cantò e recitò a memoria alcune parti del film del 1966. Nero in origine doveva interpretare Candie, ma l’attore preferì un ruolo minore.

Propose a Tarantino di impersonare una figura losca che seguiva Django per poi, alla fine del film, scoprire che questo era che il padre del protagonista. L’idea venne scartata e gli venne dato la parte di Amerigo Vasseppi.

Un piccolo ruolo in cui davanti ad una tequila ha un breve scambio di battute con Jamie Foxx. «Sai come si scrive il tuo nome?» «D-J-A-N-G-O! La D è muta» «Lo So!». Sguardo profondo, shot di tequila buttato giù come acqua, ed ecco un frame che diventa Cult.

Django

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