Secondo appuntamento con il pagellone dedicato a GOT. Avete visto la seconda puntata?
Con quel piglio sicuro e austero, il total black sulla pallida pelle di porcellana e l’armatura di cuoio in tinta é ufficialmente la lady dalla quale vorremmo tutti prendere ordini. Sadomaso a parte, é l’unica che si ostina a fare politica in una Grande Inverno sempre più simile a una rimpatriata del college. Ne sa qualcosa Deny che prende frustate dalla lupa durante il “processo” a Jaime e nel tè senza tè (e amicizia) sulla “questione settentrionale”. Quando Sansa le parla di uomini che per le donne fanno cose stupide (il fratello Robb insegna) e fa capire che il Nord, dopo tanto sangue e lotta, non ha più voglia di sottomettersi, la madre dei draghi rischia un esaurimento nervoso. Ma l’ex allieva di Ditocorto sa anche ascoltare il cuore e fa suo l’endorsement decisivo di Brienne a Jaime e abbraccia forte Theon, collega di sventure presso la Ramsey Bolton Production. Donna viene dal latino domina, “signora” e “padrona della casa”. E Sansa sembra la vera padrona di questo Gran Hotel Inverno Excelsior pieno di uomini forti, alti lord e rampolli reali. Vuoi vedere che la vera regina, con o senza trono, è l’ex bimba viziata? Intanto, Dominatrix.
Non solo la spada e l’onore, ma anche la lingua, l’alcol e forse l’amore. La vergine -a questo punto per scelta sua, data l’insistenza di Tormund- di Tarth é la protagonista della giornata, nonché la dedicataria del titolo di puntata “Cavaliere dei sette regni”. É lei ad alzarsi in una ostile sala grande e contraddire la sua regina e la sua lady in favore di Jaime, l’ex arrogante Sterminatore di re del quale ha seguito tutta l’evoluzione a partire dalla famosa amputazione della mano. Il loro rapporto é tante cose e ha attraversato comuni prigionie e fronti avversi, in mezzo una spada chiamata Giuramento e la sensazione che il leone brizzolato non sia insensibile al Terminator in gonnella. L’investitura a Cavaliere di Brienne da parte di Jaime contro secoli di tradizione maschilista è stata una delle scene più emozionanti della serie. E pure un atto con più tensione erotica di tante scopate inutili viste finora. Tutti dicono che morirà tra poche ore, intanto Brienne splende. Diversamente bionda.
Più scattante e famelico del Kaká dei tempi d’oro, il kraken dal volto umano giunge alla maxi rimpatriata con un manipolo di uomini di ferro per difendere quella Grande Inverno in cui era cresciuto ma che poi aveva tradito. L’abbraccio e la complicità di una insolitamente sorridente Sansa gli hanno forse mosso l’arto fantasma. La promessa di difendere quel Bran che tempo prima aveva buttato giù dal letto e spodestato gli fa onore e lo spinge verso la bella morte. La piovra ritrovata.
Totalmente disinteressata alla politica e alle trame della sala grande, e spazientita dall’attesa di una battaglia che evidentemente la eccita, la nostra valchiria scopre il sesso attraverso un inebetito Gendry. Se questa scopata fosse avvenuta a parti invertite, con lei scombussolata e un po’ forzata, e il fabbro bastardo invece così intraprendente e determinato per entrambi, si sarebbe forse gridato allo stupro e ai danni del Congresso delle famiglie di Verona. Invece qui sono le donne a forzare i partner. Non siamo a Vogue e purtroppo non commentiamo i fisici ma le sue cicatrici sono sexy. Spiace che snobbi il Mastino che per lei si fece quasi ammazzare e ritenga lui e Beric “due miserabili vecchi” come urlano le teenager americane prima di chiudersi in cameretta, ma la nostra Nikita ha finalmente voglia di un feroce adolescenza. Come si dice MeToo a Westeros?
Ancora deve chiedere il permesso a Brienne per bere alcolici ma la sua canzone è un piacevole sfondo e destro all’intensa panoramica sulle coppie di Grande Inverno. È lui l’erede di Ed Sheraan nella serie.
Così ininfluente che non l’hanno neanche invitato al pigiama party davanti il camino. Ma forse meglio così, il racconto della sua evirazione sarebbe stato un momento perfino meno piacevole del memory di Tormund sulla mamma gigante. Eunuchi fantasmi.
Ormai il Martin Luther King di Grande Inverno, così fiero e sicuro nonostante il palese razzismo della gente del nord, ci regala l’unico momento puramente fantasy: la promessa di una vita bella serena a Narth insieme a Missandei. Limona prima della battaglia.
Non solo mantiene la parola ma, invecchiato, mutilato, brizzolato e autoironico è pure più sexy. Affronta il processo con orgoglio e sicurezza ed é pure utile perché informa il non proprio sul pezzo Jon e co. che Cersei non solo non manderà rinforzi ma ha pure assoldato la compagnia dorata per fargli la festa. Scagionato sostanzialmente da Brienne, la nomina cavaliere, regalandoci un momento cult e l’ennesimo passo di lato dei maschi alfa a Westeros, l’unico luogo dove Lancillotto dà la spada a Ginevra. L’incontro con Bran é troppo breve ma non é colpa sua se il corvo con tre occhi detesta la socialità quasi quanto Jon la politica. La rimpatriata con Tyrion in difesa di Grande Inverno é un godurioso sputo alla tomba di Tywin, solo che stavolta a giganteggiare non é il nano. Non accredita Brienne nel controverso mondo del sesso ma non si può dire che nell’investitura sia mancato l’erotismo. È lui il leone di Inverno.
Perde la faccia davanti a tutti quando Jaime annuncia che i Lannister non arriveranno e che anzi li attaccheranno, e Deny minaccia di togliergli la spilla da primo cavaliere, un po’ come Preziosi e lo Zamparini dei tempi d’oro con gli allenatori. Prova a riscattarsi coordinando il pigiama party e sollecitando la canzone di Podrick. Un po’ poco. Non lo fanno neanche combattere. Speriamo che almeno la conversazione tra lui e Bran abbia un senso. Quando dice “migliorarsi è pericoloso” sembra fare auto-ironia sulla sua decadenza. Annunciato flop di stagione o sorpresona post pasquale?
Finora bel pezzo d’arredamento, pure lui terrorizzato dall’idea di dover fare politica, chiede a Deny di dare ancora fiducia a Tyrion. Il suo incontro con la cuginetta Lyanna è troppo breve ma fa in tempo a prendere botte e lezioni sull’emancipazione generazionale e il femminismo militare. Sam gli regala la spada di Valyria di famiglia in omaggio al padre, di entrambi, Jeor. Speriamo gli basti. Vintage.
È ufficialmente la Greta Thunberg di Westeros. Più tenace e inesorabile dei testimoni di Geova, parla poco ma bastona sempre. Stavolta é toccata al cugino Jorah che ha osato suggerirle di stare al riparo dentro la fortezza per non compromettere il futuro della casata. Andrà a combattere nonostante la piccola stazza e, se usa la spada anche solo con metà della violenza con cui usa la lingua, per gli estranei saranno dolori. Piccole orsette mordono.
Siamo allo stillicidio. Le prende dalla cognata che prima assolve quel Jaime Lannister che le uccise il padre e poi la attacca sul futuro del Nord che non spasma dalla voglia di sottomettersi alla madre dei draghi. Il tutto in un rendez-vous per signore con una vezzosa ipocrisia da confidenze sentimentali che neanche Sex and the City. Scazza con Tyrion come quei presidenti che non sganciano soldi, non programmano e non costruiscono stadi ma scaricano tutto sull’allenatore. E infine si fa mollare dal fidanzato che si palesa come suo nipote, anche se Deny sembra angosciarsi più per la subentrante rivalità al trono che non per l’amor perduto. Stavolta la battuta geniale é sul precedente marito un po’ più alto di Jon. Got save the queen.
Affronta il processo a Jaime come fosse un passante distratto in mezzo al mercato del pesce di Catania e, costretto a intervenire, contribuisce ad assolverlo e a fare infuriare Deny, borbottando una roba tipo “é una persona, forse dovremmo salvarlo”. Fa spoiler a Deny rivelandosi come suo nipote e vero erede al trono della casa Targaryen e organizza la difesa. Tuttavia sembra un “Aragorn mancato”.
Bello il discorso sulla distruzione della memoria e conoscenza come realizzazione perfetta della morte. Certo gli viene facile fare il Gramsci in mezzo in quel consesso. Si corica con Gilly e il bambino, il meritato riposo dell’intellettuale. Non prima però di aver donato la prestigiosa spada di famiglia a Ser Jorah, in ricordo del “comune” padre. Secchioni fantastici e dove trovarli.
Perdona Jaime e si propone come esca per il Re della Notte. Lo proteggerà Theon, in una sorta di cooperativa di invalidi. Chissà cosa si sono detti lui e Tyrion. Fosse un po’ più socievole e meno inquietante lo tiferemmo pure. Si infittisce il mistero intorno ai suoi spostamenti e alla “carrozzina ovunque”.
Da schiavo delle caldaie sforna armi a palla, ma da fabbro bastardo stavolta martella alla grande. Altro esempio di caduta del maschio alfa, viene sedotto, e forse messo incinto, da Arya. Sarebbe contento il padre Robert che voleva unire gli Stark e i Baratheon. A proposito, ma uno sceneggiatore, un cameraman o un cavallo non possono ricordargli che in fondo è figlio di re e l’ultimo cervo e quindi uno potenzialmente utile a livello politico, così anche solo per vedere l’effetto che fa? Playboy per caso.
l’uomo che sussurrava ai re adesso serve pasti ai pezzenti, ma con lo stesso stile. Incontra una bambina butterata che gli ricorda Shireen. Ed è subito nostalgia di integerrimi sovrani autodistruttivi e grandi battaglie perse. C’era una cipolla politica.
Nella puntata dell’amata -e semi disgustata- Brienne non poteva che giganteggiare. Tra corteggiamenti e bevute moleste, e racconti al limite del kitsch, è il Jon Belushi di Grande Inverno. L’allattata della gigantessa ci ha inquietati quasi quanto Bran. Forse avremmo tolto qualche minuto al suo delirio cafonal ma resta l’anima della festa.
Il Mastino & Beric Dondarrion, 6-
Come una vecchia coppia comica del muto travolta dall’avvento del sonoro, stanno alla deriva, sfottendosi stancamente in attesa della morte. Arya che li snobba definendoli “vecchi miserabili” é l’ingrata adolescente di oggi che sconosce Sandra e Raimondo.
Extra
Molto tempo prima Stannis aveva affrontato bufere di neve e un gelo assassino. Ma adesso, in pieno inverno e con gli estranei alle porte, la gente gira per il Nord con nonchalance. Dipende dalla solita sfiga del cervo musone o dal solito culo dei Bbbuoni?
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Qui il link del pagellone della prima puntata di GOT.
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