Jack Nicholson è un attore che di certo non ha bisogno di presentazioni. Il suo ghigno luciferino e le sue doti istrioniche lo hanno reso uno dei volti più riconoscibili dell’industria cinematografica e alcuni suoi ruoli riempiono ancora i manuali di storia del cinema.
Nato a Neptune, in New Jersey, il 22 Aprile 1937 la sua vita è stata incredibile sin dalla nascita. Legalmente registrato come figlio di John ed Ethel May Nicholson, Jack Nicholson era in realtà figlio di June Nicholson, la donna che al mondo veniva presentata come sua sorella. Quando Jack Nicholson venne al mondo, infatti, June aveva diciassette anni, non era sposata e, peggio ancora, non era certa di chi fosse il padre del bambino che aveva portato in grembo per nove mesi. Una situazione quasi intollerabile per gli anni ’30 che spinse i nonni di Jack Nicholson a riconoscerlo come proprio figlio. Quando Jack aveva 26 anni June morì di cancro; anni dopo Don Furcillo-Rose si fece avanti anni dopo asserendo di essere il padre dell’attore, ma Jack rifiutò sempre di fare un test di parternità, preferendo non avere un padre che, per tutta la vita, non si era minimamente curato di lui.
Dopo il liceo, riconoscendo di non essere portato per continuare gli studi al college, Jack Nicholson si trasferisce a Los Angeles, dove June aveva un appartamento. Era il 1954 e Jack Nicholson pensava ancora che June fosse sua sorella: la realtà, infatti, venne a galla solo nel 1974, a causa di un articolo che il Time Magazine stava scrivendo su Jack Nicholson. Nella città degli angeli il ragazzo lavora part-time in un negozio di giocattoli, ma il suo desiderio di entrare nel mondo del cinema appare già evidente quando accetta un lavoro da fattorino nel dipartimento dedicati all’animazione della MGM. E fu proprio un produttore dello studio, Joe Pasternak, a notare questo ragazzo dal fascino inconsueto muoversi all’interno degli studios. Convinto che quel volto avrebbe potuto avere un peso nell’industria della settima arte, Pasternak riuscì ad ottenere per Nicholson un posto nella classe di recitazione di Jeff Corey, dove poté studiare sotto la guida di Martin Landau. Il debutto nel mondo del cinema arriva con Cry Baby Killer, un film a basso budget incentrato su un ragazzo che, erroneamente, si convince di aver commesso un omicidio. In questi anni si sposa con Sandra Knight, da cui ha una bambina; il matrimonio, però, dura solo fino al 1967.
La svolta della carriera arriva nel 1969, quando ottiene una nomination agli Oscar come miglior attore non protagonista per Easy Rider, dove interpretava George Hanson, un avvocato alcolizzato del profondo Sud. L’anno successivo viene di nuovo candidato ai premi Oscar per Cinque Pezzi Facili, film in cui interpreta un ex prodigio musicale con carenze affettive. Il decennio successivo, tra gli anni ’70 e ’80, è quello che sancisce definitivamente l’ascesa di Nicholson nell’Olimpio dei grandi interpreti. Arriva Chinatown di Roman Polanski, poi Qualcuno volò sul nido del cuculo di Milos Forman che gli consegnò il suo primo Oscar e, naturalmente, nel 1980 Jack Nicholson diventa Jack Torrence per lo Shining di Stanley Kubrick. Un ruolo che definire iconico sarebbe limitante.
Gli anni ’70, però, sono anche gli anni in cui l’attore comincia a fare uso di sostanze stupefacenti, cosa che non ha mai nascosto. Leggenda vuole che proprio grazie all’uso di droghe Jack Nicholson abbia potuto collaborare alla scena finale del film di Kubrick 2001: odissea nello spazio. Allo stesso tempo, gli anni ’70 sono anche gli anni dell’impegno politico: come molti altri americani, Jack Nicholson protesta contro la guerra in Vietnam, sostenendo il partito democratico. Inoltre, il decennio viene scosso quando Hollywood trema davanti la notizia che il regista Roman Polanski ha stuprato la tredicenne Samantha Geimer. Lo stupro, avvenuto dopo aver spinto la bambina a bere champagne, miscelandoli a tranquillanti, avviene proprio nella casa di Los Angeles di Jack Nicholson che, in seguito, si è sempre dichiarato estraneo ai fatti.
Nel corso della sua carriera Jack Nicholson ha collaborato ad alcuni film che sono rimasti ancorati all’immaginario collettivo: impossibile dimenticare il suo Joker per il Batman di Tim Burton, il bellissimo monologo finale in Codice d’Onore, o il ghigno belluino presentato in Le streghe di Eastwick. Nel 1997 arriva Qualcosa è cambiato e anche il primo allontanamento di Jack Nicholson dal mondo patinato di Hollywood. Nel 1996 la testata Empire lo posiziona al sesto posto di una classifica inerente gli attori migliori di tutto il Novecento: un traguardo che sembra voler chiudere il cerchio, tanto che, dopo Qualcosa è cambiato, c’è chi pensa che Jack Nicholson si sia ritirato definitivamente. In realtà torna nel 2001 con La promessa, ma è soprattutto con The Departed, film di Martin Scorsese, che Jack Nicholson dimostra di essere ancora il grande interprete che tutti conoscono. Tuttavia dal 2010, quando prese parte al deludente Come Lo Sai, Jack Nicholson non è più apparso in alcun progetto cinematografico.
È stato il compagno di Angelica Houston per tredici anni: i due hanno riempito i giornali con la loro relazione tossica, fatta di liti e tradimenti alternati a riconciliazioni. Relazione che si è conclusa quando Jack Nicholson tradì Angelica Houston con la modella Rebecca Broussard, che aveva messo incinta.
Attore incredibile e personaggio che sembra essere stato creato da mani mefistofeliche, Jack Nicholson è un tifoso appassionato dei Los Angeles Lakers, dei quali non ha mai perso nemmeno una partita. Si vocifera che nei suoi contratti lavorativi ci fosse sempre una clausola per la quale le riprese di un film non dovevano mai coincidere con una partita della sua squadra del cuore.
Tanti auguri, Jack.