Altro regista che rappresenta a pieno titolo l’emblema del cinema mindfuck è senza dubbio Gaspar Noé. Tra i primi 5 imperdibili film mindfuck vi abbiamo già parlato di Enter thevoid. Il lavoro di Gaspar Noé prosegue poi con un’opera radicale, Love: un film che sfida non solo la mente, ma l’intero sistema dei sensi, trascinando lo spettatore in un’esperienza erotica estrema, dirompente e disperata.
Dopo Love, Gaspar Noé rilancia la posta con Climax: un film che cresce come un incubo apparentemente senza fine. La trama si ispira a fatti realmente accaduti. Nel 1996, una compagnia di danzatori francesi sceglie un ex collegio nel bel mezzo del nulla per una 3 giorni di prove e improvvisazioni. Dopo il ritiro, avrebbero dovuto realizzare il loro sogno: una tournée negli Stati Uniti. Ma qualcuno decide di giocare pesante: l’ultima sera, mentre tutti sono impegnati a festeggiare, scoprono di non aver ingerito semplice sangria, ma anche massicce dosi di Lsd.
Tra infiniti piani sequenza, danze orgiastiche e deliri psichedelici, l’esplosione delle droghe lisergiche in un gruppo chiuso e isolato trasforma il film nello spettacolo dell’abiezione umana: gelosia, violenza, prevaricazione, fino all’inevitabile visita della morte.
5. Memento di Christopher Nolan
Fattore determinante per trasformare un film in un’esperienza mindfuck è intervenire sulla progressione lineare del tempo. È così che Christopher Nolan nell’anno 2000 fa il suo trionfale ingresso nel mondo del cinema. Memento, infatti, è un film che assume come unico punto di vista la mente distorta del protagonista: un uomo affetto da “amnesia anterograda”, incapace di conservare i ricordi per più di 15 minuti.
Non si era mai visto un esperimento di montaggio tanto estremo: un film interamente costruito su flashback e fast forward, mentre l’azione si interrompe, riparte e torna ossessivamente al principio, privando lo spettatore di ogni riferimento certo, che permetta di distinguere presente e passato, verità e deformazione della mente.
Per altro, all’origine di questa parabola mindfuck c’è un evento traumatico: l’assassinio della moglie del protagonista. O meglio: questa è la verità di Leonard Shelby (Guy Pearce), che nonostante la progressiva disgregazione della sua mente insegue un folle piano di vedetta, in guerra contro il tempo, ma soprattutto contro se stesso.
6. Enemy di Denis Villeneuve
La disgregazione di un uomo e il suo doppio è il tema centrale anche di Enemy di Denis Villeneuve: elegante traduzione per il grande schermo de L’uomo duplicato, romanzo del premio Nobel José Saramago.
Jake Gyllenhaal è Adam Bell: un uomo che porta avanti stancamente la sua routine. Un lavoro come professore di storia, una madre ingombrante, una relazione praticamente spenta, con qualche interludio di sesso insoddisfacente. Almeno, finché Adam non scopre casualmente un film di scarso successo: Volere è potere. E in questo film, recita un attore del tutto identico a lui: Anthony St. Claire. Ma non era lo stesso Adam che un tempo sognava di diventare un attore?
Mentre un gigantesco ragno incombe su una città che sembra perennemente illuminata dall’alba, Adam e Anthony si incontrano. È l’inizio della liberazione di Adam; e non basterà scambiare le reciproche frustrazioni per trasformare finalmente il desiderio in realtà.
7. Donnie Darko di Richard Kelly
Un giovanissimo Jake Gyllenhaal è anche il protagonista di uno tra i più grandi classici mindfuck: Donnie Darko di Richard Kelly, film che esce quasi inosservato nel 2001, per diventare immediatamente dopo un’opera di culto.
Donnie Darko è l’anti-eroe di riferimento di tutti gli strambi, i weirdo, gli adolescenti che si sentono tagliati fuori, vittime delle infernali dinamiche della scuola superiore. Pecora nera di una perfetta famiglia middle-class, il ragazzo sembra sia affetto da una forma di schizofrenia. Ma né la terapia psichiatrica né le cure farmacologiche fermano le apparizioni di Frank: un uomo vestito da coniglio, che suggerisce a Donnie azioni sempre più distruttive.
Il film di Richard Kelly inizia con un evento surreale: un motore aereo che precipita proprio sulla stanza di Donnie Darko. Il ragazzo non è morto: preda di un improvviso attacco di sonnambulismo, si sveglia in un campo da golf perfettamente illeso. E’ l’inizio di un film che gioca con dimensioni parallele, universi tangenti, wormhole e varchi spazio-temporali, fino a al suo celebre finale aperto: ancora oggetto delle più diverse interpretazioni.