Borderline è il secondo singolo pubblicato dai Tame Impala nel 2019, dopo Patience. E, possiamo dirlo, è il singolo che aspettavamo. Un synthpop dai contorni disco fa da sfondo a una storia di alienazione moderna, il cui protagonista non può essere altri che l’uomo dietro alla band, Kevin Parker. Come suo solito, il cantante e musicista inscena un dialogo con sé stesso, riflettendo sulla crescita, la fama, la carriera, la nostalgia, il compromesso.
Temi precedentemente toccati solo in parte (per esempio in Disciples, 2015), ma ora impellenti, visto l’enorme successo che ha portato finalmente, dopo dieci anni, i Tame Impala in cima ai cartelloni di tutti i festival, e Parker a collaborare come produttore con artisti di primo piano come Lady Gaga e Kanye West.
Ma, ed è questo che ce lo rende tanto beneamato, Parker non riesce proprio ad adattarsi a questa dimensione. Si autodefinisce un “Loner in L.A.”, un solitario a Los Angeles, frase che già di per sé dice tutto. In Borderline traccia la linea di confine immaginaria tra sé e gli altri, che passa per il successo al prezzo della perdizione. Ma i fan sanno, appunto, che non è questo l’uomo da festa che lo star system cerca.
Basti guardare la copertina del singolo: Parker (che compare per la prima volta su una cover) si trova evidentemente a una festa (il bicchiere di vino; metafora del successo e dell’essere integrati), ma guarda fuori. Vuole uscire, e lo dice anche: “I said come with me outside/Need to clear my mind/This weight is crushing”.
Borderline (che potete ascoltare qui sotto) ci fa ritrovare, nonostante i suoni sempre più “pop”, lo stesso Kevin Parker di Lonerism (2012), il quale, ben lungi dall’adagiarsi sugli allori del successo, non cessa nemmeno per un attimo di porsi dubbi e di riflettere, a partire dalla sua esperienza, sulla condizione dell’individuo nel mondo di oggi. Senza pretese, la sua musica continua ad incantare, e Borderline lascia assolutamente ottime aspettative sul prossimo album del gruppo, che uscirà (speriamo) entro l’estate.