Quattro ottimi album usciti oggi, quattro recensioni in breve.
LSD – LSD
Il progetto formato da Labrinth, Sia e Diplo, del quale già vi abbiamo abbondantemente parlato, è giunto in porto. Com’era da prevedersi, l’album è praticamente perfetto: un pop multicolore che fonde bene elettronica e soul, con tocchi sapienti di psichedelia ma attento ai ritornelli orecchiabili. L’album vero e proprio poco aggiunge a quanto già avevamo sentito degli LSD, ossia i singoli Genius, Thunderclouds, Audio, Mountains e No New Friends. LSD sarà il miglior album pop dell’anno (anche se paradossalmente molti ascoltatori di questo genere lo ignoreranno), e persino uno dei migliori del decennio. Sempre, si intende, in ambito pop.
Band of Skulls – Love Is All You Love
Davvero, è un peccato che il contemporaneo pubblico rock si ostini ad ignorare la Band of Skulls, un gruppo (ormai duo) che non manca di farci avere un rock and roll potente, incisivo e bello distorto. Quest’album, in verità , scopre un fianco fino adesso inesplorato nello stile della band, con canzoni che si aprono ad uno stile pop/rock abbastanza positivo, e allo stesso tempo maturo. Ma i momenti migliori rimangono quelli dei riff, delle chitarre graffianti e delle ritmiche pesanti: Carnivorous, That’s My Trouble, Love Is All You Love, Not the Kind of Nothing I Know e la conclusiva Gold, sono tutti buoni esempi di come si deve fare rock nel 2019.
Il nuovo disco di Norah Jones è breve, delicato, molto etereo e silenzioso. Lontano anni luce dai fasti del soul jazz dello scorso decennio, questo album si presenta come fortemente intimista, certamente poco ritmato, sicuramente spirituale. It Was You, A Song with No Name e Uh Oh sono le canzoni più coinvolgenti, alle quali si può aggiungere la deriva country rock di Wintertime. Canzoni che possono però essere apprezzate solo da chi conosce Norah Jones e la segue da anni: l’ascoltatore casuale resterà probabilmente deluso da Begin Again, e si annoierà .