AVVERTENZA: Questo articolo (che, in realtà , è fortemente ironico, ma è sempre meglio specificarlo) contiene una serie di film che i radical chic dicono di adorare, ma di cui non hanno ancora capito il senso. Se sei uno di loro, meglio non continuare a leggere. E poi non diteci che non vi avevamo avvertito.
In questo articolo abbiamo raccolto i film che, oltre a piacere a chi scrive, saranno sicuramente i preferiti del vostro amico radical chic con la barba profumata o della ragazza hipster con cui state uscendo, quella che, quando non si mette le vans nere, indossa sempre i Dr. Martens.
La cinese (Jean-Luc Godard, 1967)
Il film è francese, l’estetica abbastanza hipster e l’ideologia politica è quella giusta. E, come se non bastasse, anticipando di solamente dodici mesi l’anno per eccellenza, l’anno è quello in cui tutti i radical chic vorrebbero vivere: il 1968. Forse è per questa lunga serie di motivi che La cinese di Jean-Luc Godard è un film in grado di conquistare il cuore di ogni radical chic.
Ambientato nel 1967, il lungometraggio francese narra la vita e i pensieri sconclusionati di un gruppo di rivoluzionari maoisti, cinque studenti universitari ribelli ed estremisti. La trama è semplice, ma le parole con cui viene narrata fortunatamente sono complesse. Oltre a seguire la quotidianità di giovani in cui ogni hipster riuscirà con facilità ad immedesimarsi, La cinese rappresenta un’ottima fonte di immagini da postare su Instagram.
Gummo (Harmony Korine, 1997)
Lo schifo e il degrado della società moderna vengono realisticamente proiettati nella cittadina di Xenia, locata in Ohio. Senza seguire una vera e propria trama, l’inquieto Harmony Korine ricostruisce, attraverso Gummo, la squallida quotidianità degli abitanti che popolano la città , desideroso di descrivere un sogno americano privo del candore romantico e fanciullesco a cui viene solitamente associato.
Dimenticavo: una volta mi è stato detto da non-so-chi (però sono sicura che si trattasse di un radical chic) che questo documentario di Herzog assomigliava davvero tanto ad Into the Wild di Sean Penn. Stessa profondità , stessa rilevanza artistica, oserei dire.
Hiroshima Mon Amour (Alain Resnais, 1959)
Poteva essere qualunque film di Alain Resnais, ma abbiamo scelto Hiroshima Mon Amour per un solo motivo: è più semplice da capire rispetto a L’anno scorso a Marienbad.
Dopo una notte di passione, un’attrice francese e un architetto giapponese sembrerebbero destinati ad un fiabesco lieto fine. Eppure, l’idillio della loro appena cominciata storia d’amore scomparirà velocemente, sfumando e lasciando spazio ai fantasmi di un trauma mai superato.
Film atipico e anarchico che si presenta come una sorta di traduzione cinematografica della cosiddetta pars destruens del ragionamento filosofico, Le Onde del Destinodi Lars von Trier scardina i valori morali tradizionalmente riconosciuti come giusti, provocando le mentalità più ottuse e originando nello spettatore sentimenti contrastanti, di repulsione e di forte attrazione.
Narrazione della vita dell’ingenua Bess, candida ragazza che vive in una piccola comunità della Scozia, il lungometraggio del regista danese segue la quotidianità della giovane a partire dal fatidico incontro con il forestiero Jan, di cui la protagonista si innamorerà . Avvenuto con difficoltà , dopo aver superato gli ostacoli dovuti alle sovrastrutture morali della società in cui agisce, il matrimonio rappresenterà l’ultimo momento felice per Bess, condannata a vivere una vita di dolore e sofferenze a causa della sua purezza e della sua bontà .
Attacco all’ipocrisia della società contemporanea ed esplicitazione del pensiero nichilista di Lars von Trier, Le Onde del Destinoconquisterà i cuori dei radical chic più ribelli e maledetti con il suo netto rifiuto del politically correct e con la sua anima dannatamente anarchica.
Teorema (Pier Paolo Pasolini, 1968)
Con il suo misterioso fascino, un enigmatico e silenzioso ospite sconvolge la tranquillità familiare di un industriale milanese, ottenendo le grazie della moglie di quest’ultimo e intrattenendo rapporti sessuali con i due figli, con l’inserviente della casa e con lo stesso capofamiglia. Dopo la sua indesiderata partenza, la casa sarà diversa, completamente cambiata e la famiglia sarà destinata all’autodistruzione.
Presentandosi come una danza di seduzioni, confessioni e trasformazioni,Teorema di Pier Paolo Pasolini è l’ennesimo capolavoro dell’intellettuale che conduce un’approfondita e dettagliata analisi psicologica e insieme sociologica, in grado di esplorare le ipocrisie e i desideri, l’esasperata sessualità e la rinnegata sacralità del ventunesimo secolo.
Con la sua prospettiva inedita e controcorrente, nata da un’unione di un’ottica machiavellica e di una marxista, il lungometraggio conquisterà i radical chic con il suo profondo contenuto di sinistra e li porterà ad urlare “Morte al capitalismo!”, a comprare uno dei libretti rossi scritti da quel comunista con gli occhi a mandorla e a dichiarare che “nessuno sarà mai come Pasolini”. E forse questa volta direbbero qualcosa di vero.
Tre colori – Film blu (Krzysztof KieÅ›lowski, 1993)
Con Tre colori – Film blu, primo capitolo della sua brillante trilogia, Krzysztof KieÅ›lowski restituisce attraverso immagini la de-costruzione di un grave lutto familiare: Julie, moglie di un celebre compositore parigino, è costretta ad affrontare la scomparsa del marito e della figlia di sette anni, combattendo con i propri demoni e cercando di non ascoltare quella voce che, intrappolata nella sua testa, le dice di farla finita.
In una classifica cinematografica dedicata ai radical chic, non poteva mancare un film girato da un regista polacco dal nome alquanto impronunciabile e dalla forte influenza francese. Di questo lungometraggio, tuttavia, gli hipster noteranno solamente una cosa: che il finale è stato omaggiato da Richard Kelly nel loro film preferito, Donnie Darko.
Vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes (e questo è uno degli unici motivi per cui il radical chic ha deciso di vederlo), il film di Östlund è ambientato in una società svedese che, in seguito all’abolizione della storica monarchia, ha trasformato il Palazzo Reale di Stoccolma in un museo di arte contemporanea. Seguendo le vicende che si sviluppano attorno all’installazione artistica che dà il nome allo stesso lungometraggio, The Square tocca e sviluppa diverse tematiche, come l’attuale panorama politico e la mancanza di uguaglianza nella società , tematiche che stanno molto a cuore agli hipster. In poche parole, Ruben Östlund, con la sua estetica fredda e asettica, riesce a condensare tutti i bisogni socio-politici del radical chic.
Conosciuto come uno dei film francesi dalla realizzazione più costosa, Gli Amanti del Pont-Neuf narra della bizzarra relazione pseudo-amorosa che lega un’artista –che, giovane e borghese, ha lasciato il calore di casa per un mero capriccio– e un senzatetto che vaga da anni per le severe strade di Parigi. Lo dedichiamo a tutti gli animi hipster, giovani, ribelli e tanto desiderosi di amare, animi che si perderanno in questo lungometraggio teatrale e, al tempo stesso, straordinariamente realistico, sognando di abbandonare casa per trascorrere la propria giovinezza negli angoli più degradati della città dell’amore.