Venerdì scorso siamo stati ad Ancona, in occasione della data zero del Pop Heart Tour di Giorgia. Vi raccontiamo quello che abbiamo visto.
Regola vuole che il report di un concerto venga fatto subito dopo, o comunque trascorso non troppo tempo dal live stesso. Questo è uno dei rari casi in cui abbiamo preferito prenderci qualche giorno in più poter meglio assimilare lo show a cui abbiamo assistito.
Giorgia Todrani, in arte Giorgia, è tra i big della scena musicale pop italiana ormai da molto tempo. Trattandosi di un’artista già nota, di cui conosciamo perfettamente le straordinarie doti canore, ci aspettavamo un concerto monotematico in cui Giorgia si sarebbe lanciata in vari esercizi di stile e virtuosismi canori a cui già siamo avvezzi. Invece siamo rimasti piacevolmente sorpresi: la verità è che in più di due ore e mezzo di live non c’è stato un solo momento di noia.
Il concerto.
La cantante fa il suo ingresso con qualche minuto di accettabile ritardo intonando le note di Le tasche piene di sassi, primo singolo estratto del suo album di cover Pop Heart, seguito dall’ultimo successo Una Storia Importante, trasmesso in heavy rotation e in cui compare il collega Ramazzotti.
E con Gli Ostacoli del Cuore che però che il pubblico esplode, raggiungendo la cantante ai piedi del palco e tendendo le mani verso di lei nella speranza di un contatto. E Giorgia, nel suo scintillante abito (N.B. Porterà abiti luccicanti per tuuuutta la serata), passa il tempo dell’intero brano a cantare e ad accontentare i suoi fan, chinandosi e toccando loro le mani.
Il concerto prosegue fino ad un ben congegnato intermezzo dance: il batterista/dj della band mixa grandi classici come September, trasmettendo una scarica di adrenalina ad un pubblico che, purtroppo, per tutto il resto del concerto sarà poco partecipe allo spettacolo. Giorgia rientra cantando la sua personale versione di Sweet Dreams: dopo averla ascoltata dal vivo, possiamo affermare senza timore di smentita che non abbia nulla da invidiare a quella di Annie Lennox e soci.
Il concerto continua con una scaletta in cui si alternano cover internazionali come Ain’t Nobody e pezzi inediti, tra cui Come Neve, nel cui duetto Giorgia è accompagnata dal corista Andrea Ferrantini; il ragazzo è talmente tanto talentuoso e con una voce così vicina a quella di Marco Mengoni, che per i primi 20 secondi del brano il pubblico ha cominciato a sussultare chiedendosi se fosse lui o meno.
Giorgia decide poi di festeggiare le nozze d’argento tra lei e la musica, ripercorrendo insieme al pubblico le tappe più significative della sua carriera; questo nel modo più ironico e simpatico che potesse scegliere. Che vogliamo dire? Beh, diciamo che nel descrivere pezzi come E Poi e Come Saprei si è pronunciata dicendo “A 18 anni ero un po’ negativa, diciamo che vedevo tutto nero [..] Poi crescendo sono migliorata [..]Qua invece mi aveva lasciato il tipo “. Insomma, un siparietto autoironico per presentare in modo diverso delle canzoni che ormai appartengono al suo repertorio da secoli e secolurom. Anche in questa occasione il pubblico si dimostra tutt’altro che reattivo: palazzetto gremito, quasi al completo, ma di mummie.
Il concerto continua quindi tra brani più lenti, come Easy ed altri grandi classici, fino alle 11 in cui si verifica uno spiacevole imprevisto: ci sono stati problemi con le luci. Giorgia, per nulla turbata dalla cosa, continuerà con la stessa grinta di prima e come se nulla fosse accaduto, perché dopotutto:<< Da quando la musica si fa con le luci?>>.
Durante tutto lo show Giorgia interagisce con il pubblico, si diverte e canta in modo impeccabile SEMPRE. Solo in Oro Nero, verso la fine, si percepisce un minimo di stanchezza nella sua voce. Caso separato eh, perché nel finale, con I Will Always Love You, non sbaglia un colpo.
La cover di Stay è forse l’unica nota stonata dell’intera performance: poco convincente, se così si può dire.
E quindi, è un concerto che merita di essere visto?
La risposta è assolutamente sì. Primo, perché Giorgia è uno di quei pochi talenti nostrani di cui poterci vantare, e assistere ad un concerto di un tale livello sarà sempre e comunque un’esperienza edificante. Secondo, perché è difficile non annoiare dopo tanto tempo e con un repertorio costellato di successi strasentiti e consumati. Ed è questa la grandezza di Giorgia: la capacità di alternare brani nuovi a brani vecchi, senza mai avere l’impressione di ascoltare qualcosa di già stantio. Il tutto, in una cornice di ironia e leggerezza, perché “Fa parte di me, ‘so na matta!”.