Attila flagello di Dio di Castellani e Pipolo (1982)
Una tribù di barbari si stabilisce nelle campagne di Segrate, ed è guidata dal re Ardarico. Mentre gli uomini non sono presenti, il villaggio viene saccheggiato dai romani che rubano e distruggono ogni cosa. Ardarico decide di partire per Roma per vendicarsi del torto subito. Inoltre cambia il suo nome in Attila, in seguito alla profezia della maga Columbia. Prodotto da Cecchi Gori, Attila flagello di Dio appartiene certamente ad un filone trash italiano. Negli anni 80 fu stroncato dalla critica completamente, per poi essere apprezzato in seguito dal pubblico e commercializzato anche in dvd. Non si può dimenticare Diego Abatantuono nei panni di Attila.
Il gigante di ferro di Brad Bird (1999)
Siamo nel 1957, durante la guerra fredda. A Rockwell, nel Maine, un bambino di 9 anni, Hogart, vive solo con sua madre che fa la cameriera. Una sera Hogart è a casa da solo, mentre cerca di sistemare l’antenna della televisione si imbatte in un robot enorme, a dir poco spaventoso. All’inizio il ragazzino fugge spaventato, ma ben presto scopre che l’indole del robot è pacifica e gentile. Il gigante di ferro è un film d’animazione che sa commuovere e mostra la forza della vera amicizia. Il cartone è tratto dal libro L’uomo di ferro scritto da Ted Hughes. Passato in sordina per diverso tempo, il pubblico lo ha riscoperto all’interno della vasta scelta del mondo dell’animazione.
Howard e il destino del mondo di Williard Huyck (1986)
Il papero Howard viene trasportato a Cleveland dal suo pianeta d’origine per errore. Howard è disperato e disorientato, sulla terra un papero parlante non è di certo visto di buon occhio. Vagando per la città incontra Beverly, una brava ragazza con la passione per il canto. La ragazza è inizialmente titubante, ma poi decide di aiutare Howard a tornare a casa. Il papero Howard, sfacciato e senza censure, è un simbolo del cinema degli anni 80. Il personaggio di Howard è tratto da un fumetto della Marvel Comics, ideato da Steve Garber e Val Mayerik. Questo film è stato decisamente accolto male, dopop l’uscita nelle sale ha addirittura vinto quattro Razzie Awards (premi per i film peggiori dell’anno), una delle motivazioni pare la sostanziale differenza tra fumetto e il film. Col passare del tempo però, pian piano è stato rivalutato e si può definire tranquillamente un cult di quel decennio.
Labyrinth – Dove tutto è possibile di Jim Henson (1986)
Sarah è un adolescente figlia di genitori separati. Una sera, mentre bada al suo fratellino, per farlo addormentare gli racconta una storia presa dal suo libro: The Labyrinth. Nel libro si parla di una ragazza che è stufa della propria vita e di suo fratello più piccolo. Essa riceve inoltre dei poteri dal re dei Goblin e suo fratello viene rapito dagli gnomi. Finita la storia, Sarah finalmente può andare a dormire, ed anche suo fratello non si lamenta più e dorme silenzioso. Dopo poco, fa una scoperta assurda: gli gnomi hanno davvero rapito suo fratello. Subito appare Jareth, il re dei Goblin, che le comunica che se vuole suo fratello indietro ha solo 13 ore di tempo, prima che si trasformi anch’esso in uno gnomo. Sarah si avventura così nel labirinto. Le atmosfere sono perfettamente riuscite ed anche i vari personaggi. Non è un caso che il regista di Labyrinth, Jim Henson, sia anche il creatore dei Muppets. Henson sa perfettamente come intrattenere il pubblico dei più piccoli, e questo film ne è la prova. Nel cast troviamo David Bowie nel ruolo di Jareth re dei Goblin ed una giovane Jennifer Connelly nel ruolo di Sarah. Gli altri interpreti presenti nel film sono in maggioranza pupazzi, ma se usata al meglio, una tecnica del genere funziona perfettamente. Un cult degno di questo nome che gli spettatori hanno apprezzato anni dopo la sua uscita.
Donnie è un liceale decisamente problematico: soffre di sonnabolismo, è isolato e ha strane visioni. Vede regolarmente una psichiatra ed è sotto cura farmacologica. Una mattina presto, mentre la sorella di Donnie rincasa, un motore di un aereo precipita sulla camera di Donnie. Ma il ragazzo non c’è. Si risveglia, infatti, confuso in un campo da golf con una scritta sul braccio: 28:06:42:12. Una trama veramente criptica per l’esordio di Kelly, che gira e scrive questo film così unico. Unica è anche la prova attoriale del protagonista, Jake Gyllenhal, che a soli vent’anni emerge con un ruolo molto complesso. Gli altri membri del cast sono: Maggie Gyllenhal (sorella di Jake nel film ed anche nella vita reale), Drew Barrymore, Patrick Swayze, Katharine Ross. Inizialmente Donnie Darkonon aveva avuto un particolare successo, ma dopo diversi anni è diventando (meritatamente) un vero e proprio cult. Un chiaro esempio di come un passaparola tra gli appassionati di cinema possa ridare una seconda vita ad un film originale come Donnie Darko.