Agapito Malteni il ferroviere è un brano di Rino Gaetano liberamente ispirato a La locomotiva di Guccini e Il bombarolo di De André.
Nel 1974, il giovane Rino Gaetano pubblica il suo primo album intitolato Ingresso libero. In questo disco, che ha contribuito alla consacrazione dell’artista come indimenticabile cantautore italiano, è contenuto il brano Agapito Malteni il ferroviere.
Ascoltando questo pezzo con attenzione, è impossibile non cogliere i numerosi elementi in comune con altri due capolavori, pubblicati nei due anni precedenti dai cantautori storici Fabrizio De André e Francesco Guccini.
La melodia e i riferimenti al Bombarolo di Fabrizio De André non sono casuali.
La somiglianza della base e della melodia vocale del pezzo di Rino Gaetano con Il bombarolo di Faber è chiara ed evidente. La coinvolgente linea di basso, la cadenza delle strofe, l’intensità e l’ironia del testo-racconto, sono solo alcuni dei punti di contatto.
Non si tratta di plagio, ma di uno splendido omaggio che ha permesso di legare indissolubilmente due brani di due grandi cantautori italiani.
Alla vicinanza musicale si aggiungono poi le analogie che caratterizzano le storie narrate nelle due canzoni e i tratti che contraddistinguono i loro protagonisti. Disperazione, senso di rassegnazione e un tentativo goffo e maldestro di cambiare la realtà con gesti estremi. Ecco che il ferroviere Agapito Malteni e l’impiegato bombarolo (ricordiamo che Il bombarolo è un episodio del concept album Storia di un impiegato, pubblicato nel 1973) divengono modelli simili di eroismo anticonvenzionale.
I treni e le ferrovie: Rino Gaetano richiama anche la celebre Locomotiva di Francesco Guccini.
Torniamo indietro di un altro anno, al 1972. Il cantautore Francesco Guccini decide di raccontare la storia vera del macchinista anarchico Pietro Rigosi, che un giorno di luglio nel 1893 decise di staccare una locomotiva dirottandola per schiantarsi come atto di protesta.
Rino Gaetano mette sicuramente un po’ di questo noto personaggio nel suo Agapito Malteni.
Il gesto di protesta, la locomotiva che corre, la lotta contro le ingiustizie e il finale amaro. Lavoratori disperati e arrabbiati, i due personaggi sono parte dello stesso mondo.
Chi era dunque per Rino Gaetano il povero Agapito Malteni il ferroviere?
“Agapito Malteni era un ferroviere, viveva a Manfredonia, giù nel Tavoliere, buona educazione di spirito cristiano e un locomotore sotto mano”.
Rino introduce così il suo personaggio, un ferroviere semplice ed educato che vive e lavora al sud. Ogni giorno assiste alla migrazione dei suoi concittadini, in cerca di un futuro migliore altrove, mentre la sua terra si svuota drammaticamente, giorno dopo giorno.
Anche Rino Gaetano, come Faber e Guccini, propone un personaggio non convenzionale, un eroe “molto complessato”, come lo definisce l’artista in una delle strofe della canzone.
Con Agapito Malteni, Rino Gaetano riesce a realizzare un’impresa non semplice, è infatti stato in grado di creare un brano fresco e originale, pur ispirandosi apertamente ai grandi successi di due colleghi cantautori.
Tre brani ironici, dal finale amaro, nei quali gli “eroi” vengono sempre sconfitti.
Uno degli elementi che avvicina i tre brani è lo sfortunato esito, il fallimento dei gesti di protesta dei tre ribelli protagonisti:
- il bombarolo di Faber sbaglia il bersaglio, non colpendo il Parlamento, ma un chiosco di giornali;
- l’atto dell’anarchico Pietro Rigosi viene bloccato e la locomotiva si schianta contro un treno merci;
- Agapito Malteni non riesce a completare la sua impresa, fermato da un collega macchinista “buono como lui, ma un po’ meno utopista”.
Ma forse è proprio questo il bello degli eroi non convenzionali, perdono sempre ma ci conquistano lo stesso.
Continuate a seguirci sulla nostra pagina Facebook ufficiale, La Scimmia sente, la Scimmia fa.