Tutte le citazioni e gli omaggi di Love, Death & Robots

Tra le favolose animazioni abbiamo scovato diverse citazioni per omaggiare alcune novità e il passato della fantascienza cinematografica

Love Death & Robots
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La fantascienza ha sempre espresso nuovi racconti ispirandosi a ciò che ha sempre funzionato nel passato, lo stesso fa Love, Death & Robots.

La nuova serie animata Netflix creata da Tim Miller e prodotta da David Fincher, alterna ottimi episodi ad animazioni non memorabili. Tutte sono però accomunate da un piccolo fattore: la voglia degli autori di citare e omaggiare chi nella fantascienza li ha tanto ispirati a creare questi corti, ognuno seguendo un determinato stile. Che siano citazioni letterali, visive o puramente filosofiche la serie ne è piena zeppa. In questo articolo cercheremo di evidenziare quelle più esplicite, lasciandovi degli accenni a quelle meno dirette. Ecco quindi tutte le citazioni di Love, Death & Robots.

Qua trovate invece le recensioni dei 5 migliori episodi di Love, Death & Robots.

Tute Meccanizzate e Alien

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A sinistra Vasquez in Alien, personaggio molto simile a Beth.

Nell’episodio dei contadini spaziali, che grazie alle loro tute meccaniche in stile Matrix e Starcraft difendono i loro raccolti, troviamo un ribaltamento delle aspettative per le invasioni aliene. Sono infatti gli uomini ad aver invaso un pianeta alieno per coltivarlo. Proprio nella scena che rivela questa particolarità vediamo gli asteroidi del pianeta caratterizzati da un colore blu mare acceso, lo stesso di Zima Blue. Anche se potrebbe trattarsi di un caso, nell’episodio di Zima vediamo proprio i suoi robot colorare degli asteroidi con il suo pigmento, dando così vita a quella che potrebbe essere un’autocitazione all’interno della serie. Ma la citazione più grande è un chiaro riferimento ad Alien : se i mostri appaiono degli alieni di Starship Troopers con qualche dettaglio da Xenomorfo, vi è un personaggio che è un chiaro riferimento al capolavoro fantascientifico. Beth oltre ad assomigliare fisicamente a Vasquez di Alien, è anche vestita esattamente allo stesso modo, un dettaglio non casuale.

Oltre Aquila e i videogiochi

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La Collector base di Mass Effect

Sceneggiatura tratta dalla raccolta di storie fantascientifiche di Alastair Reynolds, di cui fa parte anche Zima Blue, Aquila rift presenta diversi elementi tratti da videogiochi. Il più chiaro è il portale, o fionda, per il viaggio nell’iperspazio denominata Arkangel. Oltre ad essere un nome usato più e più volte per diverse navi spaziali in molti mondi fantascientifici, come in Gundam Wing, il portale dell’episodio presenta una grande somiglianza con quello di Mass Effect. Nell’episodio il nome della base ha un significato più religioso e rivolto alla fede, impressione confermata anche dalla statuetta della vergine maria in versione spaziale, che vediamo fluttuare dopo l’incidente. Nel videogioco troviamo anche la “collector base” un luogo spettrale che ricorda in parte, soprattutto per tinte ed atmosfera, la grande tela galattica in cui l’equipaggio rimane invischiato.

Zima blue e Dr. Manhattan

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Zima e il Dr. Manhattan uniti dalla loro ricerca spirituale.

Il miglior episodio della serie fantascientifica, con un finale che riprende la filosofia di Citizen Kane. La ricerca della verità cosmica e della sua massima aspirazione lo porta a comprendere che la sua felicità risiede nell’amore per la sua creatrice e nella semplicità del suo essere; la sua verità alla fine è l’unica che conta. Ma c’è un’immagine che rimanda esplicitamente ad un altro personaggio. In una scena Zima seduto a gambe incrociate scruta il cosmo. La stessa identica posa si ritrova in Watchmen, con il Dr. Manhattan intento, proprio come lo stesso Zima, ad interrogarsi sul significato dell’esistenza e sui segreti del cosmo. Un’immagine iconica che pare essere tutt’altro che casuale.

L’era glaciale e i Simpson

Un piccolissimo e rapidissimo universo nel congelatore della nuova casa. La premessa è simpatica e divertente, anche se l’episodio non è dei migliori. Il mondo evolve velocemente e molte citazioni potrebbero sfuggire, ma quella che riguarda l’intero episodio non può passare inosservata. Un minuscolo mondo da osservare e controllare si è visto e rivisto nella fantascienza, si pensi ad esempio all’armadietto di Men in Black, ma a noi ha ricordato un episodio dei Simpson. Lisa crea la vita al microscopio e un universo molto simile a quello visto nell’episodio, anche se con un budget decisamente ridotto. Altre piccole citazioni sono la piramide nella fase futuristica, molto simile a quella di Blade Runner, e la fidanzata che cita la città di Smeraldo de Il Mago di Oz.

Per chi cerca qualche episodio da rivedere: I 20 episodi più belli dei Simpson

Il vantaggio di Sonnie e i meme

Nella rissa clandestina tra bestie biotecnologiche troviamo Khanivore, prima citazione del corto poiché il nome del mostro in cui Sonnie è stata impiantata sembra prendere origine dal conquistatore Gengis khan e dall’essere un famelico carnivoro. La scena finale dove il mostro reclama invece una sua vendetta, è una chiara citazione ad Alien: l’inquadratura è infatti molto simile a quella in cui una Sigourney Weaver impaurita è minacciata dallo xenomorfo che le alita sul collo. Per ultimo troviamo una scena tratta da Dexter diventata un meme virale in tutto il mondo. Parliamo di “Surprise Motherf***er” che lo sfidante di Sonnie cita letteralmente, oltre a mostrare una leggera somiglianza con il personaggio di Dexter (nel video la scena seguita da tutti i suoi meme).

Tre Robot e Terminator

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La scena di Terminator dove il robot distrugge un teschio calpestandolo

L’episodio ha inizio con una delle citazioni più belle di Love Death & Robots. Si tratta del teschio schiacciato da uno degli innocui robot, capace di riportarci alla mente il letale automa di Terminator che distrugge un cranio in una scena praticamente identica. Ma Tre robot è l’episodio di Love, Death & Robots con più omaggi di varie provenienza: da Exploding Kittens, il gioco da tavola dei gattini esplosivi (sì, esiste davvero), passando al fiore nel fucile di un ormai antico soldato che ricorda la famosa foto “Flower Power”, contro la guerra in Vietnman, di Bernie Boston, fino ad arrivare al robot piramidale con la voce e i modi molto simili a Siri. È proprio la Siri futuristica a citare persino Rick and Morty tirando una botta al jukebox e intimandolo a “show me what you got“; frase nota ai fan di Rick and Morty per un episodio già cult. Nel caso qualcuno pensasse si tratti di casualità facciamo notare che la voce del gatto nell’episodio è di Chris Parnell, lo stesso attore che presta la voce a Jerry, il papà di Morty.

La discarica e uno dei mostri più famosi di sempre

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Una vecchia locandina di Blob – Fluido morta

Dalla discarica dove un povero vecchietto sta per essere sfrattato, è stato generato un mostro gigantesco dalle luride sembianze. Un ammasso di pattume ed esseri viventi che ha ucciso durante la sua vita. Il mostro ingloba infatti tutto ciò che incontra, compresi i vecchi amici del vecchietto e i suoi ricordi. Un essere che ricorda chiaramente Blob – Fluido mortale film fantascientifico del 1958 diventato un grande cult. Il suo mostro è stato di grande ispirazione per molti altri film, compreso questo corto.

Alternative storiche e lo sparo di Lincoln

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Lincoln in versione Han Solo

Il finale dell’episodio invita a cercare da soli le alternative storiche lanciando il titolo “Lincoln Shoot first“. Un chiaro riferimento alla battuta nerd legata a Han Solo, “Han shoot first”. Una diatriba lunga anni che si interroga su chi abbia sparato il primo colpo nel bar dove viene ucciso Greedo. Questo poiché nella versione rimaneggiata del film sono stati tolti dei frame per far sembrare gli spari contemporanei. Il tutto per non far sembrare Han uno spietato killer. I fan ovviamente non sono d’accordo, Han ha sparato per primo… e se lo avesse fatto anche Lincoln?

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Dare una mano e gli anime

Il confronto tra Dare una mano Planetes

Nell’episodio dedicato alla coraggiosa astronauta vi sono due principali omaggi, oltre all’impressione di stare rivedendo Gravity. Un omaggio, l’ennesimo, ad Alien, con la protagonista che chiama un compagno Jockey mother, citando sia gli space jockey (o ingegneri) che l’intelligenza artificiale chiamata mother della saga. Subito dopo cita anche la luna LV426, sempre una luna di Alien appartenente al pianeta Calpamos. Il secondo omaggio, più ricercato, si rifà alla scena della vite che colpisce l’astronauta. Una scena quasi identica a quella dell’anime Planetes e che trovate fianco a fianco qui sopra.

Guerra segreta e Stranger Things

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Dart di Stranger Things nel suo stadio più evoluto.

I mostruosi quadrupedi dell’ultimo episodio di Love Death & Robots vengono definiti come Ghul, ovvero demoni della cultura araba. Rappresentati più volte come degli umanoidi che si nutrono di cadaveri, questi esserei si nascondono in città sotterrane, anche se in questo caso differiscono nell’aspetto. Le sembianze solitamente antropomorfe qui sono inesatte, forse proprio per il desiderio di dare ai propri spettatori un mostro famigliare. Non crediamo sia un caso che i Ghul appaiano con le sembianze dei mostri di Stranger things, più precisamente del Dart di Dustin. Dopotutto si tratta di due prodotti Netflix.

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