Netflix è una piattaforma che viene costantemente sottovalutata da parte del pubblico e molto spesso senza alcun tipo di fondamento. Il catalogo infatti, non solo presenta diversi titoli meritevoli, ma anche grandissimi film che son entrati per merito nella storia del cinema. Opere assolutamente da non perdere e lavori che non possono sfuggire ai veri appassionati della settima arte. Una lista di creazioni in grado di spaziare attraverso i generi, gli stili e i target, fornendo sempre il giusto prodotto al pubblico di riferimento. Ecco quindi, 5 film da vedere su Netflix:
Se con Freaks, Tod Browning aveva voluto mostrare il lato umano e sentimentale delle persone affette da deformità , Eduardo Casanova con Pelle invece ne sottolinea la sensualità e la bellezza. Tutto ciò che convenzionalmente viene considerato brutto o di cattivo gusto, all’interno di questo film riceve un’esaltazione estetica, legittima ed affascinante. Una vera e propria enfatizzazione di tutto ciò che sfugge ai canoni classici di bellezza e che viene ingiustamente relegato o nascosto agli occhi di tutti. Un’opera che è un invito ad andare oltre alla banalità della pelle, quindi della forma, e di tutto ciò che delinea superficialmente l’essere umano. Il kitsch, elemento caratterizzante dell’opera, diventa quindi una forma di riscatto sociale per tutti coloro, che almeno una volta, sono stati esclusi per la propria estetica.
3) Il tredicesimo piano – Josef Rusnak (1999)
Il Tredicesimo Piano di Josef Rusnak ha avuto l’immane sfortuna di essere uscito nelle sale un mese dopo Matrix e di aver tratto, anche se in modo diverso, le stesse tematiche. Una sorte avversa, che ne ha limitato fortemente la diffusione, relegandolo ad una nicchia ristretta di spettatori. Un destino infausto ed ingiusto nei confronti di un’opera ben strutturata, che a suo modo ha saputo sondare l’inconsistenza della realtà e l’inganno esistenziale in cui viviamo. Un film che attraverso la fantascienza, tenta di soverchiare la falsità della società contemporanea, andando a descrivere una realtà claustrofobica, dove l’uomo è pedina e non artefice. Un lavoro che prova a far ragionare lo spettatore anche sul concetto di divinità e di fato, senza però abbandonare i momenti classici e figli del genere a cui appartiene.