Tutti i film di Tim Burton dal peggiore al migliore

In occasione dell'uscita di Dumbo, ci siamo tuffati nel visionario mondo di Tim Burton. Abbiamo preso la sua filmografia e ci abbiamo giocato. Ecco il risultato.

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10) Il Mistero di Sleepy Hollow (1999)

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Il Mistero di Sleepy Hollow è il più sentito omaggio artistico al cinema di Mario Bava e al suo capolavoro dell’orrore: La maschera del demonio. Un’opera gotica, quella di Tim Burton, che prende forma e atmosfera grazie ad una meravigliosa fotografia, realizzata per l’occasione da Emmanuel Lubzeski, una scenografia in grado di proiettare lo spettatore in una dimensione desolata e cupa. Una storia surreale e avvincente, che ha dato modo a Tim Burton di liberare tutta la sua fantasia creativa, andando a tratteggiare un racconto di vendetta e di amore. Una favola della buonanotte che si pone come unico obbiettivo quello di narrare le vicende di un villaggio sperduto, in cui bene e male appaiono ben definiti e sempre in lotta.

A cura di Davide Roveda

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9) Sweeney Todd (2007)

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Burton si è dichiarato non amante dei musical ma che fu letteralmente folgorato dalla versione teatrale di Sweeney Todd. Nel ruolo di protagonista troviamo nientemeno che il feticcio del regista: Johnny Depp. Tra i personaggi chiave del film troviamo inoltre Helena Bonham Carter, ai tempi compagna del regista, e un sempre immenso Alan Rickman. Riportare su grande schermo un musical studiato per il teatro è tutto tranne che un’operazione semplice. L’opera di Tim Burton risulta un ottimo connubio tra le arti e il suo stile distintivo.

Seppur si possano trovare dialoghi leggeri e canti soavi, il film risulta per certi versi crudo e cruento. Al suo interno c’è l’intreccio di tutti i protagonisti, in perfetto stile teatrale. Il tocco gotico donato dal regista riesce a catapultare lo spettatore all’interno della cupezza e bizzarria della pellicola.

Di contro però possiamo trovare alcune sezioni in cui lo stile di Burton diventa quasi un’arma a doppia lama, una rappresentazione forzata del suo linguaggio. Dal canto nostro avremmo forse preferito un approccio più simile a quello intrapreso con Il Mistero di Sleepy Hollow.

A cura di Claudio Faccendi

8) La Sposa Cadavere (2005)

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Dal titolo ci aspetteremmo una macabra storia horror con una grande epopea d’amore, ma La sposa cadavere Ã¨ una dolce e visivamente gradevole storia d’amore perduto. I film d’animazione così famosi per la loro luminosa e colorata apparenza, qui non hanno alcuna influenza lasciando che il film si basi su due palette di colori, tutt’altro che scontate. Girato in stop-motion La sposa cadavere è il primo film animato ad usare il gear and paddle per l’animazione dei pupazzi. Una tecnica fatta di piccole pale e ingranaggi che permettono di ottenere piccoli cambiamenti nelle espressioni dei pupazzi. Si mette una chiave all’interno di un orecchio e Victor sorride; la si sposta all’interno dell’altro orecchio e diviene accigliato. La sfida in questo caso fu creare delle teste di questo tipo nelle dimensioni rimpicciolite rispetto a quelle per cui erano state usate in altri contesti. Fu anche il primo film animato in stop-motion ad usare la nuova tecnica “gear and paddle” per le teste dei pupazzi utilizzati. Oltre ad accrescere la mimica facciale si poté accrescere la gamma di emozioni provate, dando al personaggio un aspetto più naturale.

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Troviamo Victor, doppiato da Johnny Depp, e simile nell’aspetto all’attore, e Victoria Everglott (Emily Watson) costretti ad unirsi in un matrimonio combinato. I loro genitori si aspettano che il matrimonio, chi per denaro e chi per classe, porti prestigio alla propria famiglia. Victor e Victoria non si sono mai incontrati, ma quando finalmente si presentano, sono sorpresi di scoprire che, nonostante tutto, si amano. Ma quando un nervoso Victor si fa beffe della cerimonia, il pastore Galswells (Christopher Lee) lo manda a praticare i suoi voti ed è qui che Victor nel tentativo di esercitarli, mette l’anello su un ramoscello di un albero. Ahimè, il legno è davvero il dito scheletrico della sposa cadavere (Helena Bonham Carter) e Victor viene immediatamente trasportato nell’aldilà della Sposa. Desideroso di tornare dalla sua Victoria, nel frattempo corteggiata dal subdolo Barkis Bittern (Richard E. Grant). Victor vorrà tornare dalla sua bella, ma gli ostacoli da superare saranno tutt’altro che semplici. Unica pecca del film, delle scene musicali non molto riuscite.

A cura di Vanni Moretti

7) Ed Wood (1994)

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Uscito nell’ormai lontano 1994 e presentato al 48° Festival di Cannes, Ed Wood è forse uno dei film più personali di Tim Burton. Liberamente ispirato alla biografia Nightmare of Ecstasy scritta da Rudolph Grey, Ed Wood narra 6 anni della vita di Edward D. Wood Jr (interpretato da un ottimo Johnny Depp), personaggio passato alla storia come “il peggior regista di tutti i tempi”.

Rimanendo fedele alla propria poetica, Burton tratteggia un’oscura ma tenera ode alla diversità. Ed Wood e la sua sgangherata compagnia sono outsider, amorevoli perdenti relegati ai margini della vita ma caratterizzati da un’inafferrabile bellezza interiore.

Glissando sugli episodi più tragici della vita di Edward, il regista concentra il suo occhio amorevole sui suoi entusistici e fallimentari tentativi di ascesa, dalle riprese del primo lungometraggio (Glenn or Glenda) al sodalizio con un decadente Bela Lugosi, dall’incontro con Orson Welles alla realizzazione del suo “capolavoro” Plan 9 from the outer space.

Il tutto è filtrato attraverso meravigliosa fotografia in bianco e nero che rende la favola di Burton ancor più grottesca. Una menzione speciale la meritano sicuramente le interpretazioni di Johnny Depp e Martin Landau, quest’ultimo eccezionale nel tratteggiare il triste crepuscolo del grandissimo Bela Lugosi.

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Burton si è sempre dichiarato un grande estimatore di Edward Wood e di essere rimasto particolarmente colpito da come egli stesso parlasse dei propri film:

“Parlava dei suoi film come se stesse girando Quarto potere, quando invece gli altri li percepivano come i peggiori film di sempre.”

Tramite il racconto del set secondo Edward, Burton compone un’accorato canto d’amore verso il cinema di serie z, fatto di idee e non di mezzi, dove i sogni e le intenzioni valgono più di qualsiasi risultato tangibile.

Aprendo uno squarcio sulla vita di Edward, appassionato ma incapace, travestito eterosessuale, pioniere squattrinato, Burton ci accompagna nella periferia di Hollywood, dove la passione disperata ancora sopravvive alla voracità dello star system. Un mondo fatto di freaks gentili, di straordinari emarginati.

“Di reduci laceri e stanchi, di inutili eroi” (semicit. Giorgio Gaber)

A cura di Emanuele Marcucci

6) Mars Attack! (1996)

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Una flotta di dischi volanti marziani circonda la Terra. Mentre un generale arrogante (Rod Steiger) avverte il presidente degli Stati Uniti (Jack Nicholson) di non fidarsi dei piccoli alieni grotteschi, uno scienziato (Pierce Brosnan) assicura che creature così intelligenti non potrebbero mai portare alcun danno alla terra. L’approccio pacifico dei terrestri non ha riscontri positivi, i sadici marziani si divertono a giocare al gatto e il topo per poi sterminarli senza preavviso alcuno. Alla fine i marziani invadono Washington D.C. e dichiarano la vittoria, ma il loro trionfo è di breve durata. Il giovane Richie (Lukas Haas) sta cercando di salvare la sua amata nonna dai marziani quando scopre accidentalmente che il disco preferito della vecchia signora, Indian Love Call, fa esplodere il cervello dei marziani. Toccherà a Richie diffondere velocemente la notizia, per salvare l’umanità. L’umorismo dark di Tim Burton rende Mars Attacks! un must see per gli amanti della fantascienza e del cinema demenziale. Mars Attacks! ha l’aspetto e la sensazione di un film di fantascienza degli anni ’50, non ricordato come classico di culto, ma aiutato da un cast stellare. Una festa visiva, sia comica che cinematografica con gag fuori da ogni logica e senso. Solo in un film di Tim Burton due teste senza corpo possono dichiararsi il loro amore.

A cura di Vanni Moretti