Martedì 26 Marzo Tim Burton ha presentato alla stampa il suo Dumbo: versione live action del classico Disney del 1941. Non è tutto: Tim Burton è a Roma anche per ricevere il premio alla carriera assegnato dalla giuria dei David di Donatello. Il regista californiano si è detto molto felice del David, già che Hollywood non gli ha mai riservato grandi riconoscimenti.
A 35 anni dal cortometraggio Frankenweenie, Tim Burton ci rivela i sentimenti che attraversano la sua rilettura di Dumbo: un film che parla di diversità, perdita e smarrimento, ma anche di un’idea non tradizionale di affetto familiare.
Rispetto all’originale Disney, Tim Burton ha dato maggior respiro ai personaggi umani, che ricoprivano un ruolo decisamente marginale. “Nella sceneggiatura ci sono dei parallelismi tra le vicende dei personaggi umani e quella di Dumbo. C’è sempre questo senso di perdita, di assenza. I bambini hanno perso la madre. Holt ha perso un braccio, il lavoro e la moglie. Tutti provano questo senso di spaesamento, una bella analogia con quello che prova lo stesso Dumbo. Si trattava di esplorare il tema della famiglia, nelle sue forme più diverse e meno tradizionali.”
E per interpretare la grande famiglia del Circo Medici, Tim Burton ha scelto di riunire un gruppo di attori fondamentali per il suo cinema: “Visto che si tratta di un film sulla famiglia, per me era davvero importante lavorare con persone che conosco da molto tempo: Micheal Keaton, Danny De Vito, Eva Green, Alan Arkin. Se ci pensiamo bene la famiglia del circo è come la famiglia del film: uno gruppo di gente stramba che cerca di realizzare qualcosa. Mi sento molto fortunato a lavorare con persone che amo così tanto. In questo modo è come se l’arte imitasse la vita. Per questo è un film molto speciale per me.”
Tra i classici Disney, Dumbo era senza dubbio il film che Tim Burton sentiva più vicino. Ma dal punto di vista concettuale e visivo, cominciava a sembrargli un po’ datato. Una grande occasione per sperimentare nuove linee narrative, nuovi personaggi e nuove tecniche.
“Ho fatto un film sul circo ma non ho mai amato il circo. I clown mi terrorizzavano e non mi piaceva neanche vedere gli animali esibirsi. Un animale selvaggio non dovrebbe mai essere costretto a fare cose strane, diverse dalla sua natura.”
Il live action di Dumbo firmato da Tim Burton è un’opera assolutamente critica rispetto alla tradizione del circo con animali. E secondo lo spirito del film, che lega indissolubilmente le vicende umane e le avventure del piccolo elefantino volante, la parola chiave è “escape”: fuga, liberazione.
Quanto al cinema italiano, Tim Burton torna a sottolineare la sua grandissima ammirazione per Dario Argento. Insieme, riceveranno i David alla carriera nella cerimonia del 27 Marzo. “Gli autori che mi hanno ispirato sono Fellini, Mario Bava e Dario Argento, regista straordinario. Aggiungerei qualche film di Ercole, tanto per completare il quadro!” ha concluso il regista con la sua proverbiale nonchalance.
Per la recensione del nuovo Dumbo firmato Tim Burton, continuate a seguirci.