Ronald Lee Ermey. Probabilmente al risuonare di questo nome, alcuni di voi potrebbero nutrire qualche dubbio sull’identità del soggetto in questione. Tuttavia le perplessità sarebbero prontamente sciolte se questo nome fosse accompagnato da alcune frasi, come:
Se voi signorine finirete questo corso sarete un’arma, sarete dispensatori di morte, pregherete per combattere ma fino a quel giorno siete uno sputo, la più bassa forma di vita che ci sia nel globo, non siete neppure fottuti esseri umani, sarete solo pezzi informi di materia organica comunemente detta merda.
O in alternativa:
Chi cazzo ha parlato?! Chi è quel lurido stronzo comunista checca pompinara che ha firmato la sua condanna a morte?! Ah non è nessuno eh! Sarà stata la fatina buona del cazzo! Vi ammazzo a forza di ginnastica, vi faccio venire i muscoli al buco del culo!
A questo punto sarebbe chiaro che stiamo parlando dell’uomo che ha impersonato uno dei ruoli più iconici all’interno della cinematografia di Stanley Kubrick: il sergente maggiore Hartman. Ronald Lee Ermey è purtroppo scomparso il 15 Aprile dello scorso anno, a causa di complicazioni dovute a una polmonite. Tuttavia oggi vogliamo rendergli omaggio, parlando della nascita dell’antologico personaggio interpretato in Full Metal Jacket.
Sin dalla sua adolescenza, Ronald Lee Ermey aveva mostrato un carattere decisamente turbolento, per usare un tenue eufemismo. Questo suo vitalismo giovanile lo aveva condotto ad una serie di arresti, difronte all’ennesimo dei quali, il giudice che avrebbe dovuto decidere delle sue sorti, lo mise davanti a una scelta: l’esercito o il carcere. Fu così che Ronald si votò alla vita militare.
Dal 1965 al 1967 Ermey fu arruolato in qualità di istruttore dei marines a San Diego, in California. Da questo momento si dovette confrontare con due fra i campi di guerra più ostili dell’epoca. Nel 68′ Ronald fu spedito in Vietnam, come membro del gruppo di supporto dell’aviazione dei marines e successivamente venne mandato per ben due volte in missione ad Okinawa, in Giappone. Proprio in virtù delle ferite riportate ad Okinawa, Ermey fu congedato per motivi medici nel 1972, con il grado di Staff Sergeant.
Una volta congedato dall’esercito, il sergente si trasferì nelle Filippine dove prese la licenza per pilotare elicotteri. Fu così che Francis Ford Coppola lo scritturò per Apocalypse Now, nelle vesti di un ufficiale elicotterista, protagonista della memorabile scena del bombardamento, con il meraviglioso sottofondo della Cavalcata delle Valchirie. La vera svolta, tuttavia, sarebbe arrivata soltanto nel 1987.
Proprio in quell’anno, infatti, Stanley Kubrick diede alla luce Full Metal Jacket, il suo ultimo film di guerra. La pellicola del regista statunitense era tratta e ispirata al romanzoThe Short-Timers di Gustav Hashford, ex marine che collaborò alla stesura della sceneggiatura, la quale prevedeva la presenza di uno spietato sergente maggiore, che con il suo pugno di ferro avrebbe temprato col ferro e col fuoco le sue giovani reclute. Per il ruolo fu inizialmente designato Tim Colceri e Ermey scelto come consulente militare.
Il momento cruciale fu rappresentato dalla scena in cui Hartman incontrava per la prima volta le proprie reclute. La sequenza in questione si presentò particolarmente complicata, in virtù del livello di costante tensione e di aggressività verbale previsto. Colceri dimostrò sin dalle prime battute di soffrire l’adattamento a una parte che non aveva mai interpretato nella vita reale, a differenza del nostro Ermey che conosceva così bene il ruolo, tanto da impressionare con il suo violento atteggiamento anche un non tanto impressionabile Stanley Kubrick, nei momenti in cui interveniva a supporto dello stesso Colceri. Fu così che il ruolo del sergente Hartman passò nelle mani di Ronald.
Da qui in poi, il resto è storia. Ermey riuscì a scavare nella propria esperienza militare, tirando fuori la ferocia di un vero e proprio dittatore sulla scena. Quando il sergente mattava le proprie reclute, apostrofandoli con osceni epiteti ed aggettivi e minacciandoli con violenza psicologica inaudita, era come se Ronald riuscisse a rivivere sulla scena il suo passato. Lui aveva vissuto il Vietnam e il Giappone, dunque era in grado di trasformare i soldati in delle vere e proprie armi da guerra anche nella finzione cinematografica.
Come se non bastasse, Ronald Lee Ermey non provava mai insieme agli altri attori. Questo non faceva altro che alimentare un freddo distacco, che divampava nelle feroci scene in caserma, improntate su dialoghi spesso e volentieri improvvisati dallo stesso Ermey, in modo tale da atterrire sul set gli attori che interpretavano le giovani reclute statunitensi.
Questi tratti così veritieri e distintivi hanno reso il sergente maggiore Hartman uno dei personaggi più carismatici dell’intero mondo cinematografico di Stanley Kubrick, tanto da valergli una nomination ai Golden Globe e consacrarlo ai posteri come un’icona attoriale amata dagli spettatori, nonostante la sua becera etica militarista, la sua violenza e l’annientamento dei propri soldati, a vantaggio della causa maggiore della guerra.
Per riuscire in un’impresa del genere, non si può che essere davvero un folle sergente di ferro. Buon compleanno Ronald!