Apre i battenti il 17° Florence Korea Film Fest con la commedia musicale Swing Kids, diretta dal regista Kang Hyoung-chul, che ha presenziato in sala in una lunga conferenza stampa e che ci ha poi concesso un’esclusiva video intervista che presto potrete apprezzare sui nostri canali.
Nella Corea del 1951, mentre infuria la guerra tra Stati Uniti e Corea del Sud contro gli schieramenti di Corea del Nord, Russa e Cina, nel campo di prigionia di Geoje il nuovo capo americano decide di dar vita ad una squadra di ballo, affidandone le cure al sergente Jackson (Jared Grimes), soldato afroamericano di Broadway con la passione per il tip tap. L’obiettivo del comando militare del campo di prigionia è mostrare al mondo esterno un clima festoso e leggero, per scacciare l’idea che nel campo di prigionia sia la sofferenza a farla da padrone.
Per una buona metà del film anche il regista ci riesce agli occhi dello spettatore: infatti il film è dominato da un clima ironico e per larghi tratti farsesco, con i protagonisti del gruppo di ballo che sfidano a colpi di tip tap gli ufficiali dell’esercito americano. Roh Ki-soo (Doh Kyung-soo, in arte D.O., artista celebre in patria e cantante degli EXO) è uno dei membri della squadra di ballo ed è uno dei prigionieri di guerra comunisti, eternamente diviso tra la lotta politica e la crescente passione per il ballo. Pow Yang Pallae (Park Hye-su, cantante in un talent coreano) è invece un’interprete non autorizzata che si mette al soldo del sergente Jackson, fino a diventare anch’essa appassionata ballerina di tip tap. Kang Byung-sam (Oh Jung-se) si esibisce in un folkloristico ballo che niente ha a che vedere con danza occidentali, ma entra nella squadra grazie alla propria tenacia, guidata dal desiderio di diventare famoso e ricongiungersi con la moglie che ha perduto durante i tumulti della guerra. Infine Xiao Feng (Kim Min-ho), sicuramente il più ironico dei personaggi, è un cinese sovrappeso, spacciato per denutrito per l’intero film, che balla in maniera buffa ma assolutamente geniale.
Terminato l’elenco dei protagonisti di questa apparente farsa militare è doveroso dire che il film riesce a far ridere tanto quanto a far riflettere sulla condizione disperata nella quale si vennero a trovare i prigionieri, e talvolta anche i soldati, nella Guerra di Corea. Chi per la volontà di affermarsi e sopravvivere in un mondo che li discrimina (la figura del sergente nero e quella della donna coreana durante una guerra), chi per poter rincorrere il proprio amore, chi per ricongiungersi alla famiglia, chi per la libertà di potersi costruire un futuro: i personaggi di Swing Kids rincorrono dei principi che sono alla base dei diritti dell’uomo ma che troppo spesso vengono dimenticati dalle ideologie per cui gli schieramenti in guerra vanno sbandierando. Né il capitalismo da una parte, né il comunismo dall’altra sono in grado di curarsi delle reali necessità dell’essere umano e quando la disumanizzazione incombe, il senso di un’ideologia viene meno. Tutto questo viene riassunto nel “Fuck Ideology” che più volte viene ricordato durante le oltre due ore di film.