I migliori film sul disagio giovanile – Parte 2
Pixote – La legge del più debole di Héctor Babenco, 1980
Tra i tesori nascosti della Storia del Cinema, c’è Pixote – La legge del più debole: il primo film a mostrare all’Occidente l’atroce destino dei ragazzi di strada brasiliani, citato tra le opere di riferimento da Harmony Korine e Spike Lee.
Ispirato alle tecniche del neorealismo, il regista Héctor Babenco sceglie uno stile praticamente documentaristico, mentre il cast è composto da veri meninos de rua. Il ragazzo, o meglio il bambino che interpreta Pixote morirà in uno scontro a fuoco pochi anni dopo la fine del film.
Dalla strada alle violenze del riformatorio, fino alla fuga e una breve carriera da spacciatore e protettore, la giovane vita di Pixote sembra condannata solo a squallore, morte e solitudine.
Ritorno dal nulla (The basketball diaries) di Scott Kalvert, 1995
La vita di strada è protagonista anche di Ritorno dal nulla. Parliamo stavolta dei sobborghi di New York, e del film dedicato alla vera storia di Jim Carroll, che diventerà un celebre poeta e musicista punk, vicino a Patti Smith e agli autori della Beat Generation.
Il film traspone i diari di Jim negli anni ’90, al suono di Pearl Jam, Soundgarden, The Cult, Pj Harvey e Flea dei Red Hot Chili Peppers. In questo scenario, il giovane Carroll è una promessa del basket. Il successo nello sport è anche il miraggio di una vita lontano dalla periferia, nella Manhattan dove tutto appare più bello, più facile. Ma cadere nel tunnel dell’eroina è questione di un attimo: Jim inizia a rubare e perfino a prostituirsi, e la redenzione non sarà meno dolorosa.
Per il personaggio di Jim Carroll era già stato scritturato River Phoenix, morto per un mix letale di eroina, cocaina e chrystal meth nella notte di Halloween del 1993: il primo grande lutto della Generazione X. Verrà sostituito dal giovanissimo Leonardo Di Caprio, che segna i primi grandi successi di una brillante carriera.
Belli e dannati (My own private Idaho) di Gus Van Sant, 1991
Dopo Stand by me – Ricordo di un’estate, la più grande interpretazione di River Phoenix resterà quella di Belli e dannati di Gus Van Sant, premiata con la Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia. Il suo Mike Waters, giovane omosessuale, abbandonato dai genitori e scivolato presto in una vita di tossicodipendenza e prostituzione, è tra le prime leggendarie icone Queer della cinematografia indipendente americana.
Il titolo originale, My own private Idaho si riferisce al viaggio che Mike ha sempre sognato: quello in cui dichiarerà all’amico Scott (Keanu Reeves) il suo amore. Il ragazzo continuerà a prendersi cura di lui, assisterlo dopo gli attacchi di narcolessia, ma definisce la sua omosessualità semplicemente “una fase”.
Quando scoprono che la madre di Mike potrebbe trovarsi a Roma, i ragazzi partono per l’Italia. Proprio a Roma Scott incontrerà Carmela (Chiara Caselli). Con lei, Scott decide di rifarsi una vita, mentre abbandona Mike/River Phoenix al suo destino di vagabondo: emblema di tanti adolescenti fragili e inquieti, incapaci di trovare pace nel passaggio con l’età adulta.