Perché Stanley Kubrick ammirava profondamente Giancarlo Giannini?

Oggi vi racconteremo, cosa che davvero in pochi sanno, di come Stanley Kubrick apprezzasse il nostro Giancarlo Giannini.

kubrick giannini
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Stanley Kubrick e Giancarlo Giannini. Sicuramente quello appena citato, è un accostamento che potrà suonare strano e stupefacente.

Da un lato uno dei più grandi cineasti della storia del cinema e dall’altro un attore italiano che rappresenta un punto di riferimento importante per l’eccellenza del cinema nostrano. Eppure c’è un elemento, un mestiere che potremmo definire senza dubbio un’arte, che accomuna profondamente i protagonisti in questione: stiamo parlando del doppiaggio. Infatti, se da un lato Giancarlo Giannini è passato alla storia anche per l’importanza topica delle voci assegnatagli da doppiatore, d’altro canto Stanley Kubrick nutriva una vera e propria ossessione per l’arte del doppiaggio.

E’ indubbio che nella settima arte quest’attività ricopra un ruolo quantomai importante. Infatti, affinché la credibilità e l’espressività di una pellicola siano espresse al meglio, il lavoro del doppiatore è fondamentale. Quella che viene messa in atto non è soltanto una semplice traduzione, parola per parola. Il doppiatore deve riuscire ad immedesimarsi pienamente nel personaggio, quasi come l’attore che lo interpreta, per riuscire a renderne le sfaccettature, gli stati d’animo, le inclinazioni. Stanley Kubrick conferiva un’importanza tutta speciale a questa pratica. E’ noto che il regista statunitense curasse personalmente il missaggio delle proprie opere, dopo aver ricevuto i nastri grezzi dai vari doppiatori. Mario Maldesi, uno dei più grandi in questo campo, ha raccontato per Archivio Kubrick il seguente aneddoto:

Inizialmente rifiutai la proposta perché mi si chiedeva di non effettuare direttamente il missaggio ma di consegnare i nastri grezzi. Il mio lavoro invece finisce alla fine del missaggio e quindi non potevo non occuparmi di questo aspetto. Kubrick scrisse una lettera alla Warner Italia per farmi cambiare idea, lettera che mi è stata consegnata: era scritta a macchina e non a mano come tutte le altre che ho ricevuto dopo la fine del lavoro per ciascun film. Kubrick diceva che capiva completamente le mie motivazioni e che era lieto di sentire quanto a cuore avessi il mio lavoro; tuttavia lui era abituato ad occuparsi personalmente del missaggio, non era una questione personale nei miei confronti e anzi disse scherzosamente che non avrebbe rovinato il mio lavoro. Così, ho sempre spedito a Londra i nastri italiani che poi venivano missati da Kubrick.

Kubrick Giannini
Stanley Kubrick

Il racconto di Maldesi ci restituisce ancora una volta l’immagine di un uomo che curava, in maniera quasi maniacale, ogni dettaglio dei propri film, che considerava in tutto e per tutto delle proprie creature. In virtù di questa sua attenzione, Kubrick ha sempre avuto a propria disposizione i migliori doppiatori in circolazione e, fra questi, Giancarlo Giannini. L’attore di La Spezia, tuttavia, occupava un posto importante nel cuore di Kubrick. L’occasione per entrare nelle grazie di Stanley fu data proprio dal doppiaggio di Barry Lyndon. A questo proposito, Maldesi ha dichiarato:

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Mi ricordo di una richiesta che ci fece riguardo a Ryan O’Neal che non era riuscito a restituire perfettamente un’intenzione che Kubrick voleva. La scena non era stata rigirata, vuoi per una ripresa perfettamente riuscita fotograficamente, vuoi forse per l’attore che non era in grado di appropriarsi di sottili sfumature interpretative. Kubrick mi aveva chiesto, dal momento che a nostra disposizione c’era Giancarlo Giannini, un attore di gran lunga più bravo di Ryan O’Neal, di recuperare l’intenzione non ottenuta in inglese. Kubrick era entusiasta della versione doppiata, la montò personalmente e quando era finita aveva un misto di stupore e soddisfazione, come quando si guardano due bambini gemelli, bellissimi, uguali eppure differenti, e si vede che ognuno cammina con le proprie gambe, ha una sua esistenza propria, anche se simile a quella dell’altro gemello.

Kubrick Giannini
Giancarlo Giannini

Dopo cinque anni Giannini collaborò nuovamente con Kubrick, per dare voce a uno dei personaggi più iconici della storia del cinema: Jack Torrance. Il compito assegnatogli fu sicuramente arduo, vista la mastodontica prestazione di Jack Nicholson, ma Giancarlo riuscì a immedesimarsi pienamente nella follia del personaggio, confezionando una versione degna dell’originale. Stanley rimase ancora una volta estremamente colpito.

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Dopo queste due magistrali interpretazioni, Giancarlo Giannini rimase nella mente del regista come un vero e proprio simbolo dell’arte del doppiaggio. Infatti il critico Alberto Crespi ha svelato a Lumsa News:

Era rimasto -giustamente- entusiasta del doppiaggio di Malcolm McDowell da parte di Adalberto Maria Merli in “Arancia meccanica” e del lavoro di Giancarlo Giannini, che fa O’Neal in Barry Lyndon e Nicholson in Shining. Quando bisognava doppiare il Joker in Full Metal Jacket, Maldesi mi raccontò che gli disse – sempre al telefono! – “we need a young Giannini”. Alla fine scelsero Mattia Sbragia.

Giancarlo Giannini e Stanley Kubrick: Tu chiamale se vuoi, emozioni.

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