L’artista campano sforna il suo terzo album e si conferma una vera e propria “palla di cannone”.
CANNONBALL è quanto di più viscerale e singolare si possa ascoltare oggi. Johnny DalBasso è riuscito a unire in modo magistrale il Rock ‘n’ Roll anni ’50 e il punk dei Clash e Sex Pistols. La tematica usata è semplice ma usata in modo tutt’altro che banale. Tutto l’album infatti gira intorno a una relazione amorosa che non funziona più, il dolore del distacco e l’amore che rimane aggrappato dopo la chiusura di un rapporto. Vista sotto questo aspetto si potrebbe pensare di trovarsi davanti al solito prodotto pop trito e ritrito dove la fanno da padrone il trittico cuore, amore e dolore, ma non è così: questo album è punk allo stato puro!
Johnny Cash e Billy Idol si incontrano per fare una colazione a base di dinamite e cuori spezzati, ecco come si può rappresentare CANNONBALL di Johnny DalBasso.
Una dichiarazione portata all’eccesso ma che raffigura in tutto e per tutto lo spirito dell’album. Al suo interno infatti si possono trovare i cardini classici del rock anni ’50/60 con sfumature di new wave ad alleggerire le melodie, il tutto condito con chitarre e ritmiche estremamente sature.
Il disco apre con It’s Over, breve introduzione che presenta il disco in modo perfetto. Ci troviamo infatti subito di fronte a un bivio: una voce alla Bobby Solo che lotta con chitarre estremamente distorte e furiose. Così come per l’intro, dalla durata di ben 46 secondi, praticamente tutte le tracce dell’album non superano i 3 minuti. L’unica eccezione infatti è Storia d’Amore (Parte II) che arriva a 3:37.
La breve durata delle canzoni è un marchio di fabbrica del punk e risulta una scelta più che azzeccata nell’ottica generale dell’album. Il disco infatti scorre benissimo senza mai stancare, complice anche il fatto che ogni canzone ha le proprie peculiarità musicali o testuali.
Emergono prepotentemente dall’album le tracce San Francesca, la title-track Cannonball, Sufrimiento e Micidiale. Possiamo trovare però all’interno anche ottime intuizioni come La Scala, un intermezzo di sola batteria e cantato, Adesso E Qui come unica vera ballad dell’intero progetto e Al Bar, dove troviamo anche un pianoforte e un divertentissimo finale. In CANNONBALL c’è anche una cover di Furore di Adriano Celentano, perfettamente ricucita nell’album quasi fosse stata scritta appositamente per questo disco.
Una singolarità nel panorama odierno.
Mentre molti artisti contemporanei cercano di cavalcare le varie onde del momento, Johnny DalBasso si crea uno stile proprio. Se la personalità che emerge dall’album non sembra abbastanza, il fatto che il progetto sia nato come one man band lo rende ancora più potente. Intatti Johnny DalBasso ha iniziato la propria carriera cantando e suonando batteria, chitarra e basso tutto da solo. Un artista poliedrico che ha portato una ventata di aria fresca in un genere che ne aveva indubbiamente bisogno.