3) Christine – la macchina infernale – John Carpenter (1983)
Ciò che amiamo, ci cambia ed infine ci possiede. Un processo che sembra quasi inevitabile per ogni individuo che si avvicina a desiderare ardentemente qualcosa. John Carpenter sviluppa questo concetto, traendo ispirazione dal romanzo di Stephen King, per realizzare un film sull’ossessione e su quel rapporto malato che spesso si viene a creare tra ciò che bramiamo e noi stessi. Un film horror avvincente e ben realizzato, capace di intrattenere e di indurre alla riflessione.
Una delle opere più riuscite del maestro, che non solo è in grado di creare un’atmosfera inquietante e pressante, ma anche di proporre un’interessante riflessione sul consumismo americano. La scelta di non chiarire molti dettagli riguardanti la macchina Christine, che non è altro che la rappresentazione stessa del male, è voluta, rendendo indirettamente così più credibile ciò che assistiamo su schermo.
4) Hell or high water – David Mackenzie (2016)
Polvere, sangue e qualche pallottola sparata, questi sono gli ingredienti per un western che si rispetti e per fortuna in Hell or High Water, ci sono. Un’estetica curata ed una sceneggiatura che sa esattamente come descrivere i suoi personaggi, fanno di questo film, un prodotto degno di nota e un bel richiamo al cinema dei Coen. Due fratelli e un grosso debito da saldare; questi sono i protagonisti di questo racconto targato Netflix. L’unica soluzione per i loro problemi, sono i soldi facili, quelli che si possono fare con una rapina in banca, sempre che tutto vada secondo i piani.
Uno sceriffo e il suo collega, uno prossimo alla pensione e l’altro giovane e non ancora propriamente esperto, entrambi sulle loro tracce. Un lavoro che nonostante preda parecchia ispirazione dal passato, si discosta da molte banalità legate al genere, fornendo una buona storia, raccontata nel modo giusto. Sporco, crudo e sincero, non vuole far passare nessuno per quello che non è; tutti hanno i propri peccati, anche i più buoni.
5) Coraline e la porta magica – Henry Selick (2009)
Un fiaba dark, realizzata attraverso la tecnica stop-motion, che affascina e cattura per la sua atmosfera. Una storia semplice, che si fonda su schemi e temi già trattati in precedenza, ma che sceglie di raccontare il tutto, attraverso soluzioni innovative e divertenti. Un film che, nonostante il suo essere fanciullesco, possiede un’affascinante ed inquietante atmosfera gotica, capace di donare al tutto una forma più matura e aperta a tutti. Una sorta di favola alla fratelli Grimm, senza però nessun tipo di edulcorante, tipico di casa Disney. Un’opera che fa sfoggio di una tecnica ineccepibile, nata dallo stesso regista che curò e realizzò il ben più noto Nightmare Before Christmas, in grado di regalare una fantastica surrealeUn viaggio verso un mondo fatto di follie, che si ispira indirettamente da Alice nel paese delle meraviglie, pur mantenendo una propria identità e atmosfera.