Non è piaciuta alla platea Sanremese la vittoria di Motta in duetto con Nada
Francesco Motta, giovane promessa della “nuova scena” della musica italiana, ha trionfato nella serata di ieri aggiudicandosi il premio per il miglior duetto. Il conferimento del premio, assegnato da una giuria di qualità a lui e Nada per la loro performance della canzone Dov’è l’Italia, è stato però salutato da fischi. Una sorpresa? Siamo onesti: assolutamente no.
Già vi abbiamo spiegato come questo Festival, al di là degli intermezzi comici, dell’auto-celebrazione degli artisti “storici”, delle polemiche attorno ai concorrenti più chiacchierati, poco abbia avuto da offrire. L’operazione di svecchiamento voluta da Baglioni, facendo entrare in gara artisti “giovani” (The Zen Circus, Ex-Otago, Rancore, Ghemon) non si può a questo punto dire riuscita. I due mondi, quello “giovane” dell’indie e della trap/rap, non si sono incontrati, ma si sono scontrati. Un risultato peraltro inevitabile: che possibilità di popolarità hanno artisti come Motta, di fronte alle ovazioni indirizzate a tutti i grandi big del passato, compreso lo stesso Baglioni?
Figuriamoci cosa sarebbe successo se a vincere fossero stati Morgan e Achille Lauro. Già così, in molti (over 40) continuano a protestare e a lamentarsi del giovane rapper, non capendo di fare soltanto il suo gioco: più vi lamentate, più lui avrà successo. Paradossalmente, poi, nessuno sta parlando dell’unico vero possibile collante tra le diverse generazioni di Sanremo. Parliamo di Fabio Rovazzi, che ha infuocato la serata di giovedì e che già con la sua attività ha saputo unire cantanti e ascoltatori di diverse età .
Tornando a noi, la vittoria/sconfitta di Motta non è altro che la conferma dello status quo. Baglioni è stato coraggioso a portare a Sanremo questi cantanti giovani, salvo però poi vanificare i suoi stessi sforzi magnificando continuamente la musica del passato. Davvero ci si aspettava che la premiazione di Motta sarebbe stata accolta da ovazioni?