Escape at Dannemora è una miniserie a tema carcerario prodotta e trasmessa nel 2018 dal canale via cavo Showtime. Grazie al talento e al carisma di attori del calibro di Benicio Del Toro, Patricia Arquette e Paul Dano, questa miniserie ha ricevuto ampi consensi da parte di pubblico e critica, nonostante il suo arrivo sulle reti italiane sia passato un po’ in sordina.
Dannemora (New York)
Richard Matt (Benicio Del Toro) e David Sweat (Paul Dano) stanno scontando la loro pena al Clinton Correctional Facility, un carcere di massima sicurezza situato nel comune di Dannemora, nello Stato di New York. Entrambi i detenuti dimostrano una grande vena artistica, dipingendo magnifici quadri che barattano con i secondini in cambio di piccoli/grandi favori. Trascorrono le giornate lavorando nella sartoria della prigione, guidati dai consigli della responsabile Joyce “Tilly” Mitchell(Patricia Arquette), che si rivelerà un personaggio tanto tormentato quanto fondamentale. Mai nessuno in più di 80 anni è riuscito ad evadere da questo penitenziario, o almeno…non prima del 6 giugno del 2015.
Dopo questa breve introduzione, vi indichiamo 5 motivi per cui – a livello di serie autoconclusive – Escape at Dannemora può essere tranquillamente considerato il miglior prodotto del 2018.
1. La regia di Ben Stiller
Dopo aver diretto film come Zoolander, Tropic Thunder e I Sogni Segreti di Walter Mitty, Ben Stillersi avventura per la prima volta in un progetto lontano dal mondo della commedia. Il suo lavoro dietro la macchina da presa è sorprendente, e rappresenta uno dei punti di forza di Escape at Dannemora. L’ottima fotografia, unita a riprese dinamiche e lunghi piani sequenza, rendono questa serie una gioia per gli occhi.
Dal
punto di vista della recitazione, Escape
at Dannemora è qualcosa di superlativo. Oltre a due premi
Oscar come Benicio Del Toro e Patricia Arquette, possiamo contare
anche su Paul Dano, un attore di
livello internazionale e dal sicuro affidamento. La vera sorpresa è
rappresentata da Eric Lange, che regala una performance emotivamente struggente
nei panni di Lyle Mitchell, il marito
innamorato e sottomesso di Tilly.
Patricia Arquette è qualcosa di incredibile, come incredibile è la sua somiglianza alla vera Joyce Mitchell. Per questo ruolo, l’attrice di Chicago ha ottenuto il premio come miglior attrice protagonista in una miniserie ai Golden Globes 2019.
3. Tratto da un’incredibile storia vera
La maggior parte dei film o serie tv dove i protagonisti evadono da carceri di massima sicurezza, sono frutto di fantasia. Basti pensare al famosissimo Prison Break, dove l’ingegnere edile Michael Scofield riuscì – grazie ad un geniale piano di fuga – ad evadere da Fox River. La realtà è ben diversa, e imprese come quella sopracitata sono ai limiti dell’impossibile. La cosa sconvolgente è che i protagonisti coinvolti, e i fatti raccontati in Escape at Dannemora sono assolutamente reali, il che rende questa miniserie ancora più epica.
Le prigioni sono una delle ambientazioni più amate dagli
spettatori, per via del loro fascino sinistro, le dinamiche sociali, la
violenza e i luoghi angusti.
Il carcere di massima sicurezza dove sono rinchiusi David Sweat e Richard Matt è il Clinton Correctional Facility, chiamato colloquialmente “Dannemora” per via del comune in cui è situato. È il penitenziario più esteso nello Stato di New York, e viene spesso chiamato “La Siberia dello stato di New York” per via del clima freddo e delle foreste che si estendono per chilometri attorno al perimetro, isolandolo dal resto del mondo.
5. Adrenalina
I detenuti Matt e Sweat riescono incredibilmente ad evadere da carcere di Dannemora la notte tra il 5 e il 6 giugno del 2015.
Essendo un fatto di cronaca famosissimo negli Stati Uniti, la serie non nasconde allo
spettatore l’epilogo dei fatti, ma parte da esso per sviluppare dettagli della
vicenda ugualmente interessanti, ma meno conosciuti. Ossia:
Come hanno fatto ad evadere?
Una volta liberi, come si sono organizzati i
due fuggiaschi?
Escape at Dannemora risponde a questi interrogativi con sequenze ad alta tensione, che terranno lo spettatore incollato al televisore dal primo all’ultimo minuto.