White Lies – Recensione di FIVE, il nuovo album

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Tornano i White Lies, il gruppo post-punk inglese con un album solido e adulto, non per tutti.

Superata la boa dei dieci anni di carriera, gli inglesi White Lies hanno ormai detto addio alle sonorità post-punk revival dei loro primi lavori, per proporre musica a un tempo più stratificata e meno immediata. FIVE, il loro quinto album, è un disco per un pubblico maturo, scevro di hit (se si esclude Tokyo, che sembra scritta apposta). Tra reminiscenze synthwave alla Depeche Mode ed Echo & the Bunnymen, i White Lies ci fanno ascoltare nove canzoni inedite.

Nove pezzi che solo in superficie recano la facciata, oggi tanto di moda, del revival anni ’80, con tastiere e tratti new wave; anche in questo caso, Tokyo rimane l’esempio più eclatante. Le canzoni rivelano infatti, ad un ascolto più approfondito, la ricerca di una musicalità che è più vicina ad un cantautorato inglese classico, attenta più alla composizione e ai testi che all’arrangiamento.

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Le migliori canzoni dell’album, qualitativamente, sono la prima e l’ultima: Time to Give, e Fire and Wings. Due pezzi che aprono e chiudono un album a sé stante, un po’ un gioiello criptico, difficilmente apprezzabile da un ascoltatore casuale, sicuramente da rivalutare con il tempo.

L’impressione finale è che i White Lies stiano cercando la propria strada, incuranti del pericolo di non soddisfare il pubblico, e pronti invece a concentrarsi seriamente sulla propria musica. FIVE è un album indie rock che va assaporato, cogliendone le sfumature e apprezzandone le sfaccettature. Se si fa questo, può tranquillamente dirsi un album ben riuscito.

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White Lies – FIVE / Anno di pubblicazione: 2019 / Genere: Indie Rock