Tornano i White Lies, il gruppo post-punk inglese con un album solido e adulto, non per tutti.
Superata la boa dei dieci anni di carriera, gli inglesi White Lies hanno ormai detto addio alle sonorità post-punk revival dei loro primi lavori, per proporre musica a un tempo più stratificata e meno immediata. FIVE, il loro quinto album, è un disco per un pubblico maturo, scevro di hit (se si esclude Tokyo, che sembra scritta apposta). Tra reminiscenze synthwave alla Depeche Mode ed Echo & the Bunnymen, i White Lies ci fanno ascoltare nove canzoni inedite.
Nove pezzi che solo in superficie recano la facciata, oggi tanto di moda, del revival anni ’80, con tastiere e tratti new wave; anche in questo caso, Tokyo rimane l’esempio più eclatante. Le canzoni rivelano infatti, ad un ascolto più approfondito, la ricerca di una musicalità che è più vicina ad un cantautorato inglese classico, attenta più alla composizione e ai testi che all’arrangiamento.