8) Star Wars: Una nuova speranza – George Lucas (1977)
Esistono due tipi di capolavori: quelli che rivoluzionano il cinema in maniera radicale e quelli che lasciano il segno, senza modificarne la struttura.
Esistono due tipi di capolavori: quelli che rivoluzionano il cinema in maniera radicale e quelli che lasciano il segno, senza modificarne la struttura.
L’episodio IV di Star Wars fa parte della prima categoria. Innovativo e sorprendete per l’epoca a cui appartiene, giunge con prepotenza a sconquassare la cultura pop di quegli anni, cambiando i dettami del genere fantascientifico. George Lucas realizza la prima space-opera di successo interplanetario, creando inconsapevolmente uno dei film ambientati nello spazio più influenti della storia del cinema. Colorato e ben ritmato, l’episodio IV di Star Wars da vita ad un universo affascinante e credibile che, stupisce per la sua variegata fantasia.
Gli effetti speciali, seppur invecchiati a causa del tempo, risultano ugualmente credibili, fornendo un’ulteriore merito ad un’opera, che alla sua epoca si era rivelata una vera e propria impresa. Un racconto quasi fiabesco, che delinea un cosmo che non punta a stupire per la complessità dei suoi personaggi, ma per la fantasia e l’amore con cui è stato creato.
Un lavoro che affascina non solo per l’atmosfera che riesce a creare, ma anche per un continuo ribaltamento di trama, che disorienta e ammalia. Un film davvero ben congegnato, che si afferma senza troppi problemi, tra i migliori del suo genere degli ultimi anni.
Moon è solitudine, smarrimento ed un velato senso di angoscia, che si fa sempre più presente e costante all’interno della narrazione. Un gioiello del genere fantascientifico moderno, che narra le vicende di un uomo, costretto a lavorare da solo sulla luna, con la compagnia esclusiva di un robot parlante. Duncan Jones, prendendo ispirazione dal celebre capolavoro di Kubrick ed ispirandosi per certi versi al Solaris di Tarkovskij, da vita ad un’opera propria, fresca ed originale, capace di intrattenere lo spettatore, grazie ad un ritmo ben congegnato ed una trama ricca di suspense.
Una missione di speranza, una missione suicida. Sunshine mostra l’ultimo viaggio disperato dell’essere umano verso il Sole, verso quella stella che un tempo gli aveva dato la vita e che ora lo sta condannando a morte. Una pellicola grandiosa che vive di una fotografia intensa e di alcune inquadrature degne di essere ricordate tra le migliori nel genere fantascientifico degli ultimi anni. Danny Boyle con questo suo lavoro porta sullo schermo le paure, le insicurezze e tutte quelle emozioni che potrebbero albergare in un’essere umano perso tra le stelle.
Un film sensazionale che si poggia sull’incertezza, su quel sentimento angosciante che tiene sveglio l’uomo nel cuore della notte, quella stessa emozione irrazionale che può portare inevitabilmente alla catastrofe o alla salvezza.
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