The Whispering Star è uno di quei film che merita di essere vissuto, più che spiegato. Un’opera che attraverso la sua forma, i suoi tempi dilatati e il suo modo di rappresentare l’umanità intera, comunica con lo spettatore, attraverso immagini di rara potenza. Quest’opera di Sion Sono rende qualsiasi parola superflua, poiché non viaggia su quel tipo di lunghezza d’onda, ma si sposta su una più non verbale, dove tutto è più primordiale ed istintivo. The Whispering Star è un film che si vive e si comprende, senza che si palesi o si spieghi allo spettatore.
5)Alien – Ridley Scott (1979)
Alien è ancora oggi un film estremamente moderno e dinamico. Un’opera che ha saputo regalare all’immaginario collettivo una figura dell’orrore, in grado di smuovere ataviche paure e immortali concezioni. Un lavoro, che non solo ha rivoluzionato il genere di riferimento, ma che ha saputo anche smuovere temi interessanti, che decentralizzano l’uomo e lo riducono di posizione nella catena alimentare.
Ridley Scott con questo suo progetto artistico, firma il suo secondo capolavoro fantascientifico, dando nuova forma all’orrore, pur attingendo sempre dal passato. Un’opera che attraverso la sua messa in scena ed un claustrofobico ecosistema, in contrapposizione con il macro-universo che la ingloba, da vita ad un teatrino dell’orrore accattivante e mai scontato.
Il Pianeta Selvaggio è un ribaltamento della propria prospettiva, un diverso punto di vita, da dove poter osservare la propria esistenza e riflettere sugli eventi che la caratterizzano. Un film antispecista, che declassa volutamente l’essere umano a misero animale da compagnia, privandolo di qualsiasi enfasi o epicità, mettendolo alla stregua di un gatto o di un cane. Un lavoro meraviglioso che da vita ad un ecosistema vivo e pulsante, ricco di fantasia sia per quanto riguarda le ambientazioni e sia per gli elementi che compongono l’universo di cui parla.
Un trattato filosofico sull’esistenza, che pone chi ne usufruisce, nella spiacevole sensazione di essere retrocesso a mero passatempo e privato di qualsivoglia importanza. Un’opera che grida all’uguaglianza tra specie, sottolinenando la necessità di ognuna e il rispetto che ciascuna merita, indipendentemente dal suo grado di coscienza. Il Pianeta Selvaggio, oltre ad essere un meraviglioso lavoro estetico, caratterizzato da uno stile visivo unico e d’impatto, è anche un atto d’amore, quasi mistico, per l’universo tutto.
Un viaggio attraverso il cosmo, alla ricerca dell’umano perduto, schiavo delle sue stesse creazioni. Wall-e è probabilmente il lavoro più intimo della Pixar, un’opera che si apre, dando vita ad uno scenario tanto credibile, quanto deprimente. Un mondo devastato dai rifiuti e dagli scarti di una società capitalista, abbandonato da coloro che l’hanno distrutto. Una critica ben congegnata alla realtà di oggi, che punta a produrre sempre di più, rispetto a quanto in realtà si consuma.
Un film delicato ed autoriale, che non solo è in grado di far brillare gli occhi per la magia che riesce a creare, ma anche a far riflettere sulla tecnologia del mondo di oggi. L’essere umano ormai è schiavo della macchina, succube di una realtà fittizia ed alternativa, che lo appaga e lo rende quieto. Wall-e quindi è un film per tutte le età, sia per i bambini che vogliono fantasticare e sia per gli adulti ,che invece vogliono riflettere sul mondo che stanno vivendo. Un’opera che non poteva certo mancare nella nostra classifica dei migliori film ambientati nello spazio.