Gli Imagine Dragons sono davvero i nuovi Nickelback?
Una delle prime tendenze del 2019, in costante crescita specie in ambito meme su Facebook, sostiene un’idea: quella che gli Imagine Dragons, famoso gruppo indie pop che tutti conosciamo, siano la peggiore band del mondo. Tale idea è avvalorata da un’associazione con i Nickelback, celebre gruppo post-grunge canadese che, nel corso degli anni, è divenuto l’emblema di tutto ciò che non va con il rock and roll della vecchia generazione. Sarebbe a dire: ripetitività , mancanza di idee, retorica vuota, schitarrate mascoline ormai prive di significato.
Veniamo agli Imagine Dragons. All’uscita del loro ultimo album, Origins, vari magazine musicali importanti, come Spin, hanno scatenato il proprio disprezzo contro la band, forse anche nel tentativo di costruire un trend. Fatto sta che tali opinioni sono sempre più seguite, e vanno in questa direzione: gli Imagine Dragons sarebbero una band derivativa, che affronta argomenti banali, sfrutta le tendenze musicali più alla moda ma mantenendo un’immagine da gruppo rock, e cerca di arrivare a tutti gli ascoltatori possibili, perciò “vendendosi”.
Ricordandoci che siamo nel 2019, cerchiamo di dare un giudizio quanto più possibile oggettivo sugli Imagine Dragons. Sono derivativi? Sì, la loro musica è colma di influenze provenienti da altre band e stili, dai Coldplay alla trap. Parlano di cose “banali”? Sì, le loro sono principalmente canzoni d’amore, d’incoraggiamento e di passione, che accolgono lo stereotipo “dell’ultimo”, della persona in difficoltà , problematica, insicura; stereotipo nel quale naturalmente ci possiamo riconoscere tutti. Insomma, dalle loro liriche non traspare certo la sottigliezza dei testi di, per dirne uno, James Murphy degli LCD Soundsystem.
Cosa significa che gli Imagine Dragons sono “il peggior gruppo”? Niente.
Detto ciò: tutto questo è un male? No. Gli Imagine Dragons sono un gruppo pop, inutile girarci intorno. Come tale vanno presi, senza inutili confronti per esempio con gli Arctic Monkeys, o con gli stessi Coldplay. Sono un gruppo che non nasconde di voler arrivare a tutti, di apprezzare il successo, che accetta volentieri di simboleggiare, o forse pure rappresentare, un’epoca. Tenendo presente questo, quindi cessando di aspettarsi chissà cosa da loro, la risposta alla domanda iniziale è: no, gli Imagine Dragons non sono il peggior gruppo del mondo. Sono solo un gruppo (indie) pop, che fa belle canzoni da classifica (impresa in realtà non facile: provateci voi), come ce ne sono sempre stati.
Difficile dire come saranno ricordati: se come prodotto senz’anima dell’epoca del turbo-capitalismo (cit.), o come band di bei ragazzi con buone intenzioni che tutti abbiamo ascoltato nei nostri momenti più bui. Certo è che, in mancanza di un’effettivo rinnovamento nel loro approccio musicale, difficilmente gli Imagine Dragons sopravviveranno alla fine del decennio: dato che le stesse tendenze musicali non possono tenere banco all’infinito, e che prima o poi un altro ricambio generazionale, come quello che ci ha portato loro, avverrà .