Il disco più atteso della storia della musica sembra avere una data. Ma possiamo ancora fidarci?
Fermi tutti. Danny Carey, il batterista dei Tool, è stato colto in flagrante da un fan mentre alla fatidica domanda: “Quindi, questo album?”, rispondeva così: “Dovrebbe uscire verso metà aprile”.
Per i pochi che non conoscano la leggenda creatasi intorno al nuovo disco dei Tool, riassumiamo in breve: la band progressive metal californiana ha rilasciato l’ultimo disco, 10,000 Days, nell’aprile 2006. No, non abbiamo sbagliato: 2006, tredici anni fa. Da allora, il nuovo album è stato confermato, rimandato, riconfermato e di nuovo rimandato un numero di volte che ormai facciamo fatica a contare. Perchè? Noi, personalmente, una soluzione all’enigma ce l’abbiamo.
Quindi che il batterista dei Tool, pizzicato al NAMM 2019 da un fan, riveli una data di uscita per l’album (per quanto indicativa) è una notizia a dir poco sconvolgente: il gruppo, forse, è finalmente riuscito ad afferrare la chimera che inseguiva da anni. Niente tweet, niente comunicati ufficiali, solo un video amatoriale girato di nascosto dallo stesso fan.
A questo punto la domanda da porre ai Tool è se ne valga la pena o meno.
Nessuna band ha obblighi morali verso i propri supporter, ma illudere una fanbase così solida e fedele per più di dieci anni scatena, comprensibilmente, l’odio dei fan stessi. I Tool dovranno tirare fuori un capolavoro, per mantenere alta la loro reputazione e per coronare come merita un‘odissea durata quasi quanto quella narrata da Omero.