In occasione di 100 Acri per il Meyer abbiamo incontrato presso il Cinema La Compagnia di Firenze Alessandro Bertolazzi, il Premio Oscar 2017 per il Miglior Trucco nel film Suicide Squad, di David Ayer.
“Suicide Squad non era il film che aveva in mente il regista, che non ha avuto il potere del final cut. Alla fine il mio lavoro ha avuto grande risalto ed è stato ampiamente celebrato, ma non ne sono troppo felice. Io lavoro per il film, non per far vedere quanto è bello il trucco.“
Alessandro ci ha parlato della sua carriera, della sua vittoria agli Oscar e la royalty che gli ha conferito. Ci ha spiegato poi come Suicide Squad abbia cambiato la sua carriera nonostante in un primo momento fosse molto scettico circa il prendere parte alla realizzazione di un film con dei “pupazzetti”. Ci ha spiegato come lavora un truccatore e di come questi possa contribuire in modo determinante all’aspetto ma anche alla narrativa di un film.
“Netflix è cinema nella maniera più assoluta, anzi da alle persone di vedere il cinema in un modo differente, permette alle persone di scegliere e da la possibilità a giovani registi di fare cinema. Ci sono delle cose orribili su Netflix, ma è bello!”
Bertolazzi ci spiega anche la propria posizione circa Netflix, con cui ha recentemente lavorato per il film Bright. Si è dichiarato felice per il dibattito Netflix-Sale, vedendolo come un importante segno dell’interesse che la gente ha per il cinema.
Importanti anche le sue parole circa la dedica agli immigrati intonata in occasione della vittoria dell’Oscar, che potete riascoltare anche nel promo dell’intervista qua sotto. Il truccatore non si è fatto mancare una considerazione su Salvini e su come abbia frainteso le sue parole.
Will Smith è una persona meravigliosa, è generosissimo; Shia LaBeouf è una persona dal carattere molto intenso, una volta si è tagliato la faccia con un coltello anziché fare il taglio col make-up perchè voleva sentire il personaggio; Terrence Malick mi ha fatto capire come nel cinema puoi fare tutto, ma non è un santone, è una persona simpaticissima e divertente, affabile e gentile; Iñárritu è uno che ti porta al limite: in qualunque cosa fai c’è una linea al di là della quale tutto è finto e al di qua della quale non è abbastanza e c’è solo un punto in cui la realtà diventa perfetta, con Iñárritu ti trovi sempre lì.
Per gli Oscar Alesssandro nomina come suoi preferiti Roma di Cuaron e Cold War di Pawel Pawlikowski, ma ricorda che Vice di McKay ha ribaltato gli USA. Bellissimi anche Mary Queen of Scots e The Favourite di Lanthimos, col quale Bertolazzi dichiara che sarebbe felice di lavorare insieme. Anche Green Book è un film delizioso secondo il truccatore Premio Oscar.
Prima di salutarci il nostro ospite ci ha spiegato quanto siano importante la curiosità e l’amore per il cinema per un giovane che desidera fare cinema.