I Cor Veleno tornano a calcare i palchi con Lo Spirito che Suona Tour.
A pochi giorni dalla fine dell’anno, generalmente si cominciano a tirare le somme. Il panorama nazionale del 2018 è costellato di uscite musicali interessanti e possiamo affermare, senza timore di smentita, che Lo Spirito che Suona rientra sicuramente tra le prime 10.
A tre anni esatti dalla sua scomparsa, i Cor Veleno ci ricordano con il singolo Una Rima Una Jam (vedi anche Spigne! (2008)) che lo spirito di Primo Brown suona ancora. E riecheggia attraverso la sua musica.
In occasione della data zero del loro nuovo tour, al Beat cafè di San Salvo (CH), abbiamo fatto una chiacchierata con Dj Squarta e Grandi Numeri.
– Ciao ragazzi! Grazie per essere qui. Vorrei cominciare chiedendovi, cosa si prova a tornare in scena dopo tanto tempo?
– Wow! Quindi cosa dobbiamo aspettarci da questo tour?
GN: Sicuramente, una buona parte della musica nuova. Quella presente nello Spirito che Suona, composta insieme a Primo e che abbiamo messo in stand-by per un periodo. Abbiamo deciso di riaprire il progetto solo quando ci siamo sentiti pronti. In più, la formula è quella della formazione storica. Se vedi il live, noterai che Primo è presente. Ci saranno anche degli ospiti che ci accompagneranno fisicamente e musicalmente – a seconda delle date. Stasera è la data zero, è tutto un po’ una prova, è tutto una messa a punto di cose che abbiamo già immaginato.
– Quindi vedremo anche gli artisti che hanno collaborato con voi. Tu invece cosa ti aspetti da questo tour?
GN: Io? Non mi aspetto un cazzo, fondamentalmente. Ho bisogno di fare musica in una certa maniera, che è quella che mi dà groove. Devo sentire che quello che fa la musica oggi sia parte di un percorso che è vivo, è sul palco. Abbiamo bisogno anche di confrontarci, è parte del gioco.
– Hai parlato del disco e del fatto che avete collaborato con tanti artisti. Nello Spirito che Suona c’è parecchia contaminazione. Qual è il criterio avete seguito per scegliere quale artista dovesse partecipare al progetto o meno?
– In che modo questo ha influenzato il vostro modo di produrre e di comporre?
GN: Penso che il desiderio di Squarta fosse quello di dare un sound che, anche a livello di strofe di Primo (e anche delle mie), fosse un po’ inedito. E quindi è il sound creato dagli artisti in studio che ha determinato il nostro. Nella fattispecie, se senti Niente in Cambio e Lo Spirito Che Suona, due brani dove c’è Giuliano dei Negramaro, lui si è messo completamente al servizio del sound che ha sentito appena entrato in studio.
E’ venuto a prendermi in macchina, arrivati in studio ha sentito un brano, – che è quello che dà il titolo al disco – e l’ha registrato tutto in pochissimo tempo, penso una quarantina di minuti. Ha scritto tutto là . E il suo vulcano creativo che è esploso. Fatto sta che dopo aver sentito un’altra traccia del disco, il singolo Niente in Cambio, ha voluto cantarci su, nonostante gli avessimo detto: “Guarda, questo è il primo singolo che esce dell’album“. In linea di massima, è stato un rito collettivo. Tutti quanti hanno dato il massimo, forse anche di più, per rendere omaggio alla figura di Primo, che è un artista che ha dato tantissimo. Magari ha raccolto meno di quello che avrebbe potuto ricevere in vita, ma lui l’ha fatto sempre così, non aspettandosi Niente in Cambio, proprio come il nome della traccia.
E fa parte della nostra incoscienza di fare musica, che è quella ci accompagna da quando abbiamo iniziato. Quando abbiamo cominciato non c’erano case discografiche o management o booking che stavano aspettando rapper italiani di quel tipo. Quindi, dà un lato, ci siamo trovati una strada aperta, a 360°. Questa nostra incoscienza ha fatto si che potessimo avere lo spazio che cercavamo. Ad oggi, l’incoscienza è la stessa che avevamo dall’inizio.
– Non è cambiato niente quindi.
No, è svincolata da quelli che sono gli algoritmi della musica, le regole imposte, i pregiudizi.
– E anche per questo che venite considerati dei big del rap, si è creata una sorta di mitologia per quanto riguarda i Cor Veleno proprio per questo.
– Lo Spirito che Suona è un disco commemorativo, un modo per omaggiare la memoria artistica (e non) di Primo Brown. Ciò nonostante, non suona come un disco nostalgico.
Con Squarta abbiamo trovato la strada, ce l’ha indicata Primo nel percorso che hanno preso i pezzi stessi che avevamo riaperto. Quindi non volevamo un’operazione ruffiana: niente amarcord, niente sentimentalismi indotti. Solamente raccontare noi stessi, con i mezzi a nostra disposizione. E se le lacrime sono scese, scendono dal vivo, o scendono dal momento in cui si ascolta il disco per la prima volta o la centesima, è frutto soltanto di come sono le cose. Non abbiamo sentito il bisogno di aggiungere nulla a qualcosa che era già là dentro.
– Quindi quali sono le state la maggiori difficoltà che avete incontrato?
DjS: Beh, la parte emotiva sicuramente, specialmente nel primo periodo in cui eravamo in studio. Poi è stato più facile, ma nella prima parte sentire l’assenza di un amico, di un fratello che non c’è più, è tosta. Dopo ti accorgi, che tutto quadra, un po’ come un quadro che per magia si compone. Da lì in poi è andata rotolando in discesa. Ognuno ha il suo modo per superare certe cose. La musica per noi era la cosa più logica, forse.
Quando poi abbiamo fatto sentire i primi pezzi al papà di Primo, Mauro, ci ha guardato e ci ha detto: “Da paura, bene“. Li si sono sciolti i nodi e abbiamo proseguito con la quinta. Il suo OK è stato importante.
– Dicevamo prima che siete considerati un po’ i Big del genere, anche se Grandi Numeri non vuole sentirselo dire. Avete sempre fatto quello che volevate, non vi siete mai piegati alle logiche del mercato. Non vi sentite una sorta di peso addosso, dovuto al dover mantenere questa sorta di “integrità ”?
GN: Che poi a volte, chi ci tiene troppo al ruolo di “integro”, con i tempi che corrono, forse è soltanto un poser a cui non hanno detto di esserlo. A noi di questa cosa non ce ne mai fregato. Anzi, quel peso di cui parlavi, è stato soprattutto il fatto di voler essere naturali. Quando uno è se stesso, fa molta più fatica. La spontaneità si riconosce, ed è questo che mette in difficoltà tanta gente. Per fortuna nel nostro percorso abbiamo incontrato un sacco di gente che ha deciso di supportare quest’ottica. Il vestito che tanto ti preme tenere addosso, levatalo. Anzi, mettiti a nudo. Chi cazzo sei? Tu sei questa persona. La gente riesce a tradurre tutto questo, tutti i messaggi che tu mandi, come i flash di uno specchio. Ti ritrovi in quello che senti. E’ questa è la cosa più bella.
– Certo. Abbiamo parlato del tour, abbiamo parlato del disco e visto che siete nella scena da un po’, vorrei il vostro parere sulla scena rap di oggi. Cosa NON vi piace?
DjS: Ti posso dire quello che ci piace? Vedere artisti che sono partiti da zero e che ora sono sui palchi più grandi, a fare live pieni di gente, facendo tutto con le loro risorse senza chiedere niente a nessuno. Alcuni sono amici, li seguiamo da sempre, ed è una soddisfazione grandissima vedere tutto questo riscontro artistico e personale. E’ bello vedere che c’è il giusto spazio su un genere che ha costruito piano piano.
GN: Sì, ha costruito, ma ad un certo punto ha dovuto decidere anche di passare ad un’occupazione vera e propria. Ormai il rap ha sdoganato per la forza stessa degli artisti che si sono messi a fare musica differentemente da quello che il mercato riteneva musica rap, mettendo dentro l’ingrediente segreto, quello che dici “Ma coma cazzo cucina quello? Cucina meglio degli altri!”. Ecco, ognuno di noi ha fatto questo.
– Vi ringrazio, siete stati…esaustivi (ride). A questo punto vi chiedo di suggerire due dischi ai lettori della scimmiapensa.com.
DjS: L’ultimo disco di Mezzosangue, sicuramente. Io ho prodotto il disco prima, e quest’ultimo è pieno di cose belle. Si sente che è un artista che sta crescendo moltissimo e che ha ancora da dire un sacco di cose.
GN: Io ti direi, per quelli che non l’hanno fatto ancora, di ascoltare Lo Spirito Che Suona. Nel rap sono tante le storie che vanno ascoltate poi. Credo che in cantiere ci siano un paio di album che faranno parlare molto di loro nei prossimi mesi. Due artisti di questi hanno partecipato anche al prossimo singolo che sta per uscire (è uscito la notte di Capodanno): Coez e Gemitaiz.