Fra i numerosi film usciti nel 2017, sopratutto nel panorama indipendente, è impossibile non menzionare un film come Blue My Mind, opera prima diretta da Lisa Brühlmann. Questo per il modo in cui la regista ha deciso di raccontare il tutto, accompagnato da uno stile realista, ma al tempo stesso molto cupo e misterioso. La storia narra le vicende di Mia, un adolescente appena trasferitasi a Zurigo con la propria famiglia. Qui, avrà modo di scontrarsi con la vita di tutti i giorni, inserendosi con forza in un ambiente scolastico che la cambierà totalmente. Un cambiamento non solo caratteriale, ma anche fisico, dal momento che la giovane ragazza dovrà fare i conti con il proprio corpo, in costante mutazione.
Di film che parlano del periodo adolescenziale ne abbiamo visti veramente tanti, ma Blue My Mind (qui il trailer) è veramente qualcosa di unico.
Non solo per il modo in cui caratterizza e delinea perfettamente i personaggi principali, ma anche per la particolare cresciuta e mutazione che ha nel corso della storia la nostra protagonista. Una mutazione carnale, sporca, che in certi momenti ricorda, se non addirittura omaggia, quella avvenuta a Natalie Portman ne Il Cigno Nero di Darren Aronofsky. Un pretesto se non altro originale per riflettere sul processo giovanile, che nel corso degli anni porta l’essere umano a una totale indipendenza e gloriosa liberazione. Un essere umano in grado di camminare con le proprie gambe per renderla più semplice. Nonostante il comportamento discutibile dei personaggi, la regia della Brühlmann si limita semplicemente ad osservare, non prendendo mai le difese di nessuno, neanche della nostra protagonista.