Netflix lancia The True Cost, un documentario che esplora l’impatto della moda sul pianeta.
Forse il periodo natalizio è il meno appropriato per pensare agli aspetti negativi della nostra vita e del nostro pianeta, a tutte quelle cose che non vanno e che andrebbero cambiate, se solo ci degnassimo di guardarle per ciò che sono. O forse è invece il periodo migliore per farlo. Forse è questo il momento migliore per soffermarci su cosa possiamo fare per rendere noi stessi e il mondo migliori.
E cos’altro può catturare la nostra attenzione su un tema, se non i media?
Il genere che meglio si presta a farci riflettere senza filtri o mezzi termini, senza il volto familiare dei grandi interpreti che possono incarnare per noi i migliori e i peggiori valori dell’umanità , è quello dei documentari.
Netflix si è dimostrato sin dal suo lancio un ottimo distributore di un genere spesso poco seguito in Italia, e all’interno della sua vasta libreria, ha recentemente lanciato una piccola perla, The True Cost. Finanziato grazie a Kickstarter e diretto da Andrew Morgan nel 2015, The True Cost si concentra sulla cosiddetta Fast Fashion industry.
The True Cost esplora l’impatto della moda sull’uomo e sul pianeta.
È un documentario che pone domande spesso minimizzate, dimenticate, semplicemente ignorate: quanto è realmente costato quel made in Bangladesh sulla nostra t-shirt di Zara da 9,99€, o quel made in Cambodia della nostra sciarpa H&M?
Quali investimenti di risorse umane e naturali hanno fatto sì che io acquistassi quei jeans a meno di venti euro durante il tanto atteso Black Friday? Chi paga per il mio cangiante armadio stagione dopo stagione?
Partendo dal tragico crollo del Rana Plaza in Bangladesh nel 2013 che uccise oltre un migliaio di lavoratori tessili, The True Cost discute di vari aspetti dell’industria dell’abbigliamento. Dalla produzione, alle condizioni dei lavoratori a basso reddito nei paesi in via di sviluppo, dall’inquinamento dei fiumi e del suolo, alle malattie e la morte causate dai pesticidi, l’industria del fashion è analizzata in ogni suo aspetto meno pubblicizzato.
Un viaggio in tredici paesi per scoprire la verità sulla moda del consumo.
Esaminando i devastanti effetti del capitalismo globale che hanno reso quella della moda la seconda industria più inquinante dopo quella petrolifera, il film colleziona interviste con ambientalisti, lavoratori del settore tessile, proprietari di fabbriche, fondatori di società di commercio equo, ed economisti.
Stranamente però, nessuno dei brand che hanno reso tale la “Fast Fashion Industry” ha deciso di rilasciare dichiarazioni.
Morgan ha dichiarato che la sua principale speranza per il film è stata quella di innescare un dibattito sul tema e “rendere le persone più consapevoli e scegliere le cose che sostengono la vita e non che la portano via“.
The True Cost include anche vari esempi di come le persone possano fare la differenza, non mostrando semplicemente i modi distruttivi in cui opera questo settore, ma anche le opportunità di reinventarlo attraverso piccole scelte.
Il documentario soddisfa appieno l’intento del regista. The True Cost consegna infatti allo spettatore una visione a trecentosessanta gradi di come le nostre scelte influenzino il presente dei lavoratori e il futuro del pianeta, oltre che depauperare i nostri portafogli e arricchire armadi già colmi.
Sono temi già in parte dibattuti e affrontati dai media, ma purtroppo la mancanza di consapevolezza è ciò che frena il vero cambiamento. E si sa, repetita iuvant, o almeno ce lo auguriamo.
E quel che ancora ci auguriamo è che documentari come The True Cost possano diventare virali tra le generazioni più giovani e rendere i nostri prossimi acquisti per i prossimi saldi stagionali meno impulsivi e più sostenibili.
Di seguito potete trovare il trailer ufficiale del film:
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