“Who controls the British crown? Who keeps the metric system down? We do”
La grande creatività degli autori dei Simpson, nell’epoca d’oro della famiglia gialla, non si esprimeva solo in fulminanti gag e sottile intelligentissima ironia. Un altro mezzo tramite il quale essi trovavano il modo di criticare ed evidenziare i difetti della società americana era infatti uno dei perni della cultura americana stessa: il musical.
Nei Simpson ci sono moltissimi momenti musicali costruiti a mo’ di musical di Broadway, con tanto di arrangiamenti, melodie, armonizzazioni, temi, e scenette comiche musicate. Negli anni, molte di queste canzoni sono diventate di culto, mentre altre, forse rimaste un po’ più nell’ombra, ve le facciamo riscoprire noi oggi.
Ecco la nostra raccolta delle migliori canzoni cantate dai vari personaggi dei Simpson. Buon divertimento.
10. “Spring in Springfield”
In questo episodio Homer e compagnia scoprono l’esistenza di uno scandaloso night club nella loro città . Con una intelligente canzoncina, la proprietaria e le sue dipendenti convincono i cittadini che il club serve a mettere la “molla” (spring) a Springfield (cioè nel nome stesso della città ), ed è perciò indispensabile. Peccato che Marge non ascolti la canzone, e rovini tutto.
A causa di Homer, Apu perde il suo lavoro al Kwik-E-Mart (Market Jet, in italiano), ma con questa canzone spensierata vuole esprimere quanto ciò in fondo non gli importi. Salvo, poi, cambiare idea in un triste finale a sorpresa, con fastidio dello stesso Homer.
Pucci il cane è un personaggio “fico” e alla moda introdotto a forza nello show di Grattachecca e Fichetto (Itchy and Scratchy) per alzare gli ascolti ed attirare i giovani. Si tratta di un personaggio talmente stereotipato e senz’anima, come prova la sua canzone introduttiva, che il pubblico lo odia all’istante. Qui vi abbiamo reso disponibile la versione italiana, per evidenziare la bravura nel doppiaggio di Tonino Accolla. “Sono un hippie-gangster che fa kung-fu”.
6. “H.M.S. Pinafore”
Questa scena meriterebbe una spiegazione più esaustiva a parte. H.M.S. Pinafore è un’operetta comica di W. S. Gilbert e Arthur Sullivan, pubblicata nel 1878. Bart chiede a Telespalla Bob di cantarla per stuzzicare la sua indole artistica e guadagnare tempo, con successo. La scelta non è casuale, dato che già precedentemente nell’episodio i Simpson, in viaggio per Lago Orrore (Cape Feare), ascoltano altre operette degli stessi due autori. L’effetto comico è dato dalla performance di Telespalla Bob, prototipo del criminale gentiluomo e istruito che naturalmente non manca di conoscere l’intera operetta a memoria.
5. “Softball”
Softball, una variante del baseball, è il gioco che i personaggi giocano in questo memorabile episodio, nel quale il signor Burns mette insieme una squadra di giocatori famosi per vincere di sicuro. Peccato, però, che a questi giocatori capitino ogni tipo di incidenti, dall’avvelenamento da radiazioni a un attacco di gigantismo. La canzone riassume il tutto, tra nostalgia e surrealismo.
4. “See My Vest”
Una delle performance più memorabili del signor Burns, che, novello Crudelia De Mon, fa sfoggio di un intero guardaroba fatto di pelli e altre parti di animali, sfiorando volentieri il grottesco: “See this hat, ‘twas my cat (guarda questo cappello, era il mio gatto)”.
Cosa di meglio di una allegra canzoncina proposta da un imbonitore senza scrupoli per convincere una cittadinanza intera a gettarsi in un’opera perfettamente inutile e stile anni ’90 come una monorotaia? Infatti tutti vengono convinti subito, tranne naturalmente Marge, alla quale viene però fatto presente da Bart che “Sorry mon, the mob has spoken (la folla si è espressa)”. E contro l’opinione di una folla, non c’è niente da fare.
2. “Baby on Board (Bimba a bordo)”
Nel famoso episodio Il quartetto vocale di Homer, questa è la hit con cui i Re Acuti (The Be Sharps, che si tradurrebbe in realtà ne “I si diesis”, nota che non esiste), arrivano al successo. Anni dopo essersi sciolti, in un’imitazione dell’ultimo concerto dei Beatles (con tanto di commento dello stesso George Harrison), la cantano un’ultima volta sul tetto del bar di Boe. Qui abbiamo voluto farvi riascoltare la bellissima versione italiana della canzone.
1. “We do”
Complottisti, terrapiattisti, no-vax, spostatevi tutti. Qui non ci sono Rothschild, rettiliani, scie chimiche o piano Karlegi. In questo caso, i “gomblotti” sono perpetuati da un antico ordine chiamato Tagliapietre (Stonecutters), le cui occupazioni principali includono: mangiare, bere, farsi favori a vicenda e cantare delle proprie malefatte. Questa canzone spiega molte cose, come il successo di Steve Guttenberg (Mahoney in Scuola di polizia), la presenza/assenza dei marziani sul nostro pianeta, varie dubbie vittorie agli Oscar, e chi più ne ha, più ne metta. La parodia definitiva del complottismo.