La relazione tra Mary Austin e Freddie Mercury viene raccontata in Bohemian Rhapsody, con Rami Malek nei panni di Mercury e Lucy Boynton nel ruolo di Austin.
Ma qual è la vera storia di Mary Austin, il più grande amore Freddie Mercury?
Quando Freddie Mercury incontrò per la prima volta Mary Austin, aveva 24 anni e lei ne aveva 19. All’epoca nessuno dei due avrebbe mai immaginato il profondo legame che li avrebbe uniti per la vita.
I due si incontrarono nel 1969, esattamente un anno prima della nascita dei leggendari Queen. Mercury – il cui vero nome era Farrokh Bulsara – nacque a Zanzibar e si era trasferito in Inghilterra negli anni ’60. Austin veniva da un umilissima famiglia del sud di Londra, e i suoi genitori erano entrambi sordi.
Quanto c’è di vero in Bohemian Rhapsody?
Mary Austin lavorava in un noto negozio di abbigliamento di Londra quando conobbe Mercury. Lui aveva appena terminato il college d’arte e lavorava in una bancarella di vestiti nella vicina Kensington.
Nonostante la giovane Mary inizialmente fosse poco convinta del loro rapporto, presto divennero una coppia e decisero di trasferirsi in un piccolissimo appartamento arredato con l’essenziale.
“Non avevo mai incontrato nessuno come lui“, disse Mary Austin a OK!Magazine nel 2000. “Era molto fiducioso, e io non ho mai avuto fiducia.Siamo cresciuti insieme“.
Nel 1973, anno in cui fu pubblicato l’album di debutto eponimo dei Queen, Mercury le chiese di sposarlo.
“Avevo 23 anni e mi regalò una grossa scatola, il giorno di Natale. Dentro c’era un’altra scatola, poi un’altra ancora e così via. Amava questi giochetti! Alla fine, ho trovato un delizioso anello di giada all’interno dell’ultima piccola scatola “.
Non capendo cosa stesse succedendo, Austin chiese a Mercury su quale dito avrebbe dovuto posizionarlo. Lui rispose all’anulare. “Ero scioccata. Non era proprio quello che mi aspettavo. Ho solo sussurrato, ‘Sì. Lo farò.'”
Negli anni seguenti la fama dei Queen crebbe esponenzialmente. “Sheer Heart Attack” (1974) e “A Night at the Opera” (1975) ebbero un successo inaspettato. Quest’ultimo, in particolar modo, conteneva la romantica ballata “Love of My Life“, scritta da Mercury per Mary Austin.
Ma la verità era che a casa le cose non andavano bene.
In sei anni di relazione e dopo quell’inaspettato regalo il giorno di Natale, il matrimonio non veniva più discusso e Austin iniziò a pensare che qualcosa non andasse. Decise di discutere la questione con Mercury, che insisteva nel dire che nulla fosse sbagliato o diverso. Ma Mary ricorda che la relazione si stesse inevitabilmente raffreddando.
Il fatto che tornasse a casa sempre più tardi la sera, le fece pensare che Freddie avesse una relazione con un’altra donna. Fu solo nel 1976, quando era già una stella di fama internazionale, che Mercury decise di discutere con lei dei suoi sentimenti e delle sue pulsioni.
“Non dimenticherò mai quel momento. Era un’ingenua, mi ci era voluto un po’ per capire la verità. Dopo si sentì bene per avermi finalmente detto che era bisessuale. Anche se ricordo di avergli risposto, “No Freddie, non penso che tu sia bisessuale. Penso che tu sia gay. ‘”
Da quel momento in poi terminò la loro relazione fisica, ma non quella sentimentale. Freddy non riusciva ad immaginare una vita senza il suo amore più grande, e le acquistò un appartamento vicino al suo. Nonostante la rivelazione, Mary fu sempre parte integrante della ristretta famiglia di Mercury.
“Uscivano insieme, ci sono fotografie di loro insieme nel backstage dei concerti verso la fine degli anni settanta, quando già non erano più una coppia. Era a tutti gli effetti un uomo gay. È una parte molto interessante della loro storia, quella di aver vissuto insieme come una coppia, di aver creduto che a un certo punto si sarebbero sposati e poi il dover fare i conti con il fatto che passasse le notti con altri uomini. Sono rimasti ottimi amici, e per molto tempo. È rimasta parte dell’entourage della band. Era la persona più importante in quell’entourage.”
Mercury continuò a vivere una vita di eccessi, la classica esistenza di un dio rock alimentata da abuso di sostanze e incontri sessuali casuali. Mary Austin si costruì una sua famiglia ed ebbe due figli con il pittore Piers Cameron: Richard, a cui Mercury fece da padrino e Jamie, nato poco dopo la sua morte. Non convolarono mai a nozze, ma sposò l’uomo d’affari Nick Holford. La relazione con quest’ultimo finì col divorzio dopo cinque anni.
Nel 1987 ( due anni dopo il Live Aid) a Freddie fu diagnosticato l’HIV. Purtroppo all’epoca non era ancora stata ideata una cura per rallentare la progressiva evoluzione della malattia.
Quando morì nel 1991 per polmonite bronchiale correlata all’AIDS, all’età di 45 anni, Austin era al suo fianco, esattamente come lo era stata per gran parte della sua vita.
Mercury le lasciò metà dei suoi 75 milioni di dollari di proprietà, inclusa la villa londinese di 28 stanze in cui morì e in cui Austin vive ancora oggi. Era stata al suo fianco prima dei soldi, prima della fama, fino alla fine.
Era come se stesse lasciando l’eredità ad una vedova e, seppur non lo fosse nel senso più consueto del termine, quel giorno Mary perse la persona che da sempre aveva considerato come il suo amore eterno, nonostante tutto.
Austin sostenne Mercury nella sua decisione di mantenere segreta la natura della sua malattia fino a poco prima di morire. Le chiese di raccogliere le sue ceneri e di conservarle in un luogo privato. Per anni Mary mantenne il segreto, decidendo di non rivelare in che luogo fossero nascoste. “Non voleva che qualcuno provasse a scavarlo, come è successo ad alcuni personaggi famosi. I fan possono essere profondamente ossessivi. Voleva che rimanesse un segreto”, rivelò durante un’intervista.
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Questa era la bellezza della relazione tra Mary Austin e Freddie Mercury: era diversa, non convenzionale, soprattutto in un epoca in cui, per quanto non troppo cronologicamente lontana da quella in cui viviamo, il rapporto tra uomo e donna era monodimensionale e vissuto in una sola ed unica direzione.
E nonostante la sua “anormalità”, tutte le persone che vissero in prima persona la loro storia usarono tanti sinonimo della stessa parola per descrivere il loro legame: autentico.
“Per me, lei è la mia concubina. Per me è come se fossimo sposati. Ci fidiamo l’un l’altro, crediamo l’uno nell’altro, questo è abbastanza per me. Non potevo innamorarmi di un uomo come mi sono innamorato di Mary“.