Un trattato sulla superstizione e sulla religione, che ha saputo ispirare e rivoluzionare in parte il genere a cui appartiene. Un film unico, che non solo si scaglia contro l’ignoranza e le credenze popolari, ma solleva anche un dibattito interessante sulla sanità mentale, sulla maschera e sulla perdita d’identità. Un’opera che sceglie come protagonista una donna, additata da tutti come strega, ma semplice innocente e vittima della cattiva sorte.
Un capro espiatorio per le colpe degli altri, per le disgrazie e per tutto ciò che è troppo scomodo da dover affrontare.
Ne Il Demoniodi Brunello Rondi, non esistono diavoli o magie, ma presenziano solo condanne, umiliazioni e barbarie. Elementi rappresentativi di un popolo arretrato, che sceglie di rifugiarsi nel mito, piuttosto che aprirsi ciò che non conosce. Un’accusa rivolta dal regista al Meridione dell’epoca, che per molti anni, nonostante l’increscente evoluzione sociale ed economica, ha scelto di rimanere attaccata alle proprie origini e ad un passato fatto di barbarie ed arretratezza.
Durante la visione dell’opera, risulta anche interessante notare come una credenza o un’opinione condivisa da molti, possa diventare una certezza indiscutibile, tanto da influenzare chi se ne ritrova coinvolto.
Purif, protagonista della storia, dopo essere stata accusata per anni di essere una strega, finisce con l’immedesimarsi nella menzogna, smarrendo così la propria identità ed omologandosi al pensiero comune. Diviene così ella stessa il mito, alimentando la superstizione, elevandosi a martire e andando incontrato ad un destino fatto di miseria e sofferenza.
7) Funeral Parade of Roses – Toshio Matsumoto (1969)
10 film che non hai visto, ma che dovresti vedere
Una delle opere più importanti della storia del cinema.
Un film che ha rivoluzionato la settima arte, arrivando ad ispirare anche Stanley Kubrick, per la realizzazione di Arancia Meccanica. Uno dei primi lavori ad aver fatto un uso sapiente della cultura pop, facendone un proprio marchio di fabbrica e andando ad utilizzare la musica come strumento narrativo. Una sorta di Edipo Re di Sofacle, contestualizzato alla Tokyo dell’epoca, ma con l’unica differenza che qui, il protagonista è un transessuale. Un personaggio controverso ed enigmatico, tanto quanto l’opera che lo riguarda, che non può che lasciare incuriositi ed affascinati.
Quello di Funureal Parade of Roses è un tipo di cinema ibrido, che racchiude dentro di sé tutta l’arte sperimentale, documentarista e della nouvelle vague di quegli anni. Un’opera che affronta con coraggio e con una certa ironia anche temi delicati, come l’abuso di stupefacenti, l’ambigua sessualità, la violenza ed infine la morte, tra prolessi ed anallesi, che frammentano la struttura narrativa.
November è una fiaba folkloristica, che si staglia a metà strada tra lo stile Barocco e quello Gotico, dando vita ad una realtà surreale e magica, che fa da sfondo ad una poetica sull’amore e sulla miseria umana, davvero affascinante.
L’Opera di Rainer Sarnet è tutto ciò che si avvicina maggiormente ad un affresco marmoreo, dove i personaggi, simili a dei fantasmi senza speranza, si stagliano su un paesaggio spettrale e decadente, dove la bontà sembra non aver mai messo piede. Tra creature mitologiche e simbolismi, il regista porta in scena un mondo grigio e freddo, privo di certezze e dove il male si cela abilmente dietro qualsiasi cosa. Ad emblema di questo, la scena della peste, suggella l’oscurità dietro a forme banali e semplicismi.
In November, che sembra incarnare in tutto e per tutto l’essenza del mese di cui porta il nome, vi è anche un’interessante contrasto tra il ricco e il povero, tra chi sembra detenere il potere e di chi in realtà lo possiede.
Un contrasto netto ed evidente, reso interessante non solo grazie alle soluzioni visive intraprese, ma anche per la grazie con cui vengono proposte su schermo. Il nobile, colui in quale dalla vita ha sempre avuto tutto, risulta totalmente indifferente alla vista del povero, tanto da non riuscire a percepire la sua presenza in alcune sequenze del film. Una scelta narrativa interessante, che da maggior risalto al contrasto e alla rivalità che intercorre tra le due classi sociali, acuendo così tutti i messaggi politici a loro legati.
Parlando di November, inoltre risulta impossibile non menzionare la fotografia in bianco e nero; uno dei lavori più belli e curati di sempre, perfetto per la storia raccontata e per le sue atmosfere, cupe e malinconiche. Una vera gioia per gli occhi che, unita alla meravigliosa regia di Rainer Sarnet, da vita ad una poesia visiva,in grado di suggestionare e meravigliare lo spettatore. Un’opera talmente potente al livello visivo, che risulta quasi ipnotica e capace di comunicare esclusivamente attraverso le immagini, quelle stesse sequenze dove la morte si mescola con la vita e il surreale diviene ordinario.
Un capolavoro incredibile che può essere definito, anche attraverso un azzardo, il nuovo La morte corre sul fiume.
9) Excision – Richard Bates Jr. (2012)
10 film che non hai visto, ma che dovresti vedere
L’horror in Excision diviene pop, mutando la sua forma, per dare vita ad un’opera originale ed interessante. Un piccolo gioiello, che affronta di petto il tema dell’instabilità psicologica, puntando il dito contro non solo ai genitori, ma anche alle istituzioni e alla società generale. Protagonista di questa avventura, è una ragazzina liceale, messa sempre in secondo piano da tutti e con degli evidenti problemi relazionali e sociali. Un’emarginata cresciuta nella solitudine, la quale si rifugia spesso in fantasie grottesche e violente, simbolo del suo stato d’animo e della sua sofferenza emotiva.
Un personaggio controverso e arrabbiato con il mondo, a rappresentazione universale di tutti quegli adolescenti lasciati allo sbando, senza una figura di riferimento e privati dai valori fondamentali.
Pauline però non è solamente la classica ragazzina con problemi a liceo, ma è anche una persona con gravi problemi comportamentali e psicologici, da sempre minimizzati e sottovalutati, da tutti coloro che la circondano. Un fatale errore, che tante volte abbiamo sentito in televisione e che ha sempre portato a tragedie di cronaca nera, che a pensarci su,non risultavano così imprevedibiii. Il film di Richard Bates Jr. diviene così un invito a non sottovalutare le sofferenze e i problemi altrui, a prestare sempre orecchio a chi ne ha bisogno ed a prestare sempre attenzione ai dettagli e alle frasi fatte. Un’opera che se, analizzata con attenzione e cura, si può rivelare estremamente fondamentale ai giorni nostri.
10) Qualcosa di Alice – Jan Svanjmajer (2014)
10 film che non hai visto, ma che dovresti vedere
L’opera di Lewis Carroll, rivisitata in chiave grottesca e surreale dal regista Jan Svanjmajer, in un’odissea inquietante ed onirica. Un viaggio nella follia del paese delle meraviglie, reso ancora più assurdo e cupo dallo stile inconfondibile dell’autore. Un film sperimentale che al suo tempo, ha saputo unire stili differenti di narrazione, amalgamando sapientemente lo stop-motion con riprese di natura tradizionale. Una vera gioia per gli occhi, che sa inquietare ed affascinare,sia per le immagini mostrate e sia per le atmosfere proposte.
Un’opera che si distacca fortemente dl romanzo di Lewis Carrol, per potersi elevare ad un prodotto nuovo e in grado di raccontare ancora un qualcosa, a distanza di 100 anni. Un vero gioiello, che non può assolutamente mancare alla vostra collezione.