Spesso capita che opere cinematografiche di alto livello, non riescano a raggiungere una certa notorietà, rimanendo così in un anonimato immeritato.
Oggi abbiamo deciso di rendere giustizia a qualcuno di questi lavori, invitandovi a guardarli, a conoscerli ed a consigliarli a vostra volta. Ecco quindi, 10 film che non hai visto, ma che dovresti vedere:
1) Cosmos – Andrzej Zulawski (2015)
10 film che non hai visto, ma che dovresti vedere
Cosmosè un trattato sulla vacuità dell’esistenza umana, su quella realtà che ci tiene prigionieri e che ci spinge per forza a trovare una ragione per cui continuare a vivere.
La si può trovare tra le stelle, tra le pagine di un libro, oppure in un uccellino morto impiccato nel mezzo di un bosco. Witold, il protagonista dell’ultima opera di Andrzej Zulawski, un giorno si imbatte in un volatile morto e trova in esso il cosmo. Eleva questo singolo evento, privo di qualsivoglia importanza, a elemento cardine per ogni sua riflessione sulla propria esistenza e su quella altrui.
Inizia così un gioco sadico e perverso perpetrato dal regista, caratterizzato da simboli vacui e falsi, dove sia lo spettatore che i personaggi si perderanno alla ricerca del nulla. Cosmosè un’analisi sull’indagine umana; su quella che rivolge lo sguardo verso il creato nella speranza di poter trovare un segno, che possa dare un motivo all’esistenza di tutti. Un teatro ricco di elementi surreali che mette in scena un emozione difficile da descrivere a parole, ma che emerge prepotentemente toccando lo spettatore durante la visione, divenendo comprensibile. Cosmosè un film d’emozione, una pellicola da ascoltare in silenzio, un’odissea costellata da citazioni e omaggi all’arte contemporanea e passata, dove l’essere umano è perduto, smarrito in un caos generazionale che non offre nulla; se non il vuoto e la finzione.
I protagonisti dell’opera, Witold e il suo amico, dopo il ritrovamento dell’uccellino impiccato, incominciano a vedere intorno a loro, in ogni dove, simboli; elementi che possano giustificare quello che è accaduto, donandogli un senso su cui poter riflettere. Smettono addirittura di vivere e non parlano d’altro, trascinando questo delirio anche nel romanzo di Wiltod. Un libro in principio indifferente all’accaduto, ma che lentamente si trasforma ispirandosi alla morte dell’uccellino ed interrogandosi sulle motivazioni che l’hanno causata (La recensione prosegue qui nel dettaglio).
2) Father and Son – Hirokazu Kore’eda (2013)
10 film che non hai visto, ma che dovresti vedere
Due famiglie, molto diverse tra loro, crescono per sei anni un figlio che non è il loro, a causa di un terribile scambio al momento della nascita.
Sorge così il quesito esistenziale su chi sia realmente il genitore e che cosa debba rappresenta per il proprio figlio. Domande importanti, soprattutto per uno stato come il Giappone, che troppo spesso pone il sangue davanti ad ogni cosa, anche allo stesso affetto. Un film posato e drammatico, che descrive con grazia una situazione assurda ed inverosimile, ma che da modo di indagare l’animo umano ed i suoi affetti. Un’opera che vuole insegnare anche ad essere meno egoisti con i propri figli, evitando di porre davanti a loro, inutili ed insensati arrivismi. Nulla è più importante del legame, niente può e deve sovrastare la famiglia, qualunque essa sia ed indipendentemente da com’è composta.
Uno dei film più inquietanti degli ultimi dieci anni. Un’opera davvero terrificante, che sa esattamente come costruire la tensione e come spaventare lo spettatore durante la visione.
Lake Mungoè uno di quei classici lavori che, dopo aver spento il televisore, ti torna a tormentare tra le lenzuola. Una porta aperta verso l’ignoto, che destabilizza, che pone domande, ma che soprattutto non vuole dare risposte. Una scelta consapevole e che non fa altro che acutizzare quella sensazione di disagio che si prova durante la visione del film. Se volete non dormire e siete in cerca di un brivido, questo mockumentary fa al caso vostro, anche perché è tra i migliori che potete trovare.
4) Tre colori: Film Rosso -Krzysztof Kieslowsk (1994)
10 film che non hai visto, ma che dovresti vedere
Rosso come un sentimento d’amore, come una macchina parcheggiata o un cartellone pubblicitario. Rosso come l’ipocrisia, la fratellanza infranta e i cavi di un telefono dove possono viaggiare le menzogne su cui si fonda la nostra società. Krzysztof Kieślowski, con l’ultimo capitolo della sua trilogia del colore, solleva il sottile velo che separa la verità dall’inganno, l’essenza dalla facciata, dipingendo il nostro mondo come spietato Un luogo dal quale riguardarsi e dove è inutile provare false speranze. Una realtà che è destinata a deludere costantemente chi vi abita, portando tutti inevitabilmente all’apatia. Joseph Kern, personaggio chiave dell’intero intreccio narrativo, ormai anziano e pensione, è una persona che non prova più nessuna emoziona. Ex giudice, continua ad esercitare la sua professione, giudicando l’intera umanità e spiandone illegalmente le conversazioni personali.
Un “modus operandi” che, per quanto meschino ed inutile, porta a smascherare la falsità dietro la quale, le persone si nascondono e costruiscono la propria vita.
Un’opera registicamente perfetta, curata in ogni movimento ed inquadratura; esaltazione della forma e del contenuto. Krzysztof Kieślowski si riconferma così uno dei migliori autori della sua epoca, in grado di toccare le corde emotive più profonde dell’animo umano, portando avanti al tempo stesso un discorso su una nazione e sua una generazione.
5) Belladonna of Sadness – Eiichi Yamamoto (1973)
10 film che non hai visto, ma che dovresti vedere
Belladonna of Sadnessè un film sensuale, poetico ed affascinante, sia nella forma che nel contenuto.
Un’opera incredibile, forte di una colonna sonora evocativa e di uno stile visivo unico nel suo genere. Un lavoro pressoché perfetto, che ha ispirato innumerevoli regie nel corso della storia, acquisendo così il titolo di capolavoro. Una pellicola che si scaglia a favore della donna, puntando il dito contro l’uomo in genere, che fin da sempre ha tentato ingiustamente di metterla in secondo piano. La protagonista del film di Eiichi Yamamoto è un simbolo, un’emblema volto a rappresentare il genere femminile e il martirio ad esse subito. Un’opera che esalta questa figura, sia nella sua forma, sempre sensuale ed eterea, che nella sua potenza, caratteriale ed intellettuale.
I colori ad acquerello, sempre in movimento, e il tratto, spesso appena abbozzato ed a volte più dettagliato, conferiscono a Belladonna of Sadness, un taglio registico e narrativo sorprendente, in grado di esaltare della donna e le atmosfere del racconto. Magia, spiritismo, erotismo ed epicità, si mescolano in una storia drammatica e fatata, capace di far star male e affascinare allo stesso tempo. Uno dei film d’animazione più belli di sempre, che trascende il genere a cui appartiene, per affrontare un discorso più ampio sulla bellezza, la fede e la giustizia. Qui la donna non diviene solamente protagonista ed emblema, ma anche rivoluzione.