1984: Freddie Mercury è costretto a cantare in playback a Sanremo. E, come è comprensibile, non è molto d’accordo.
Corre l’anno 1984. I Queen, ospiti al Festival di Sanremo, presentano il loro enorme successo Radio Ga Ga, tratto dall’album The Works e scritto dal batterista Roger Taylor. L’esibizione, come si può sentire chiaramente, è in playback: la somiglianza con la versione in studio della canzone è palese, e la voce di Freddie è fin troppo ferma.
La politica della RAI dell’epoca impone infatti agli artisti questa condizione, per esibirsi sul famoso palco del teatro Ariston. La scelta è sicuramente dettata dalla facilità con cui si può inserire una band a metà spettacolo senza dover perdere tempo nel regolare i volumi degli strumenti.
Non è un caso infatti che negli anni ’90 questa tecnica avesse preso il sopravvento nei festival televisivi. I motivi di questa scelta, oltre alla su citata facilità e velocità del cambio palco, sono dovuti anche ad altri fattori. Per esempio, con questi mezzi i fonici che seguono le varie band internazionali non sono necessari.
Ragion per cui ricorrendo al playback si risparmiano soldi e si evita che uno “sconosciuto” possa mettere mano al sistema di mixing della manifestazione. Si eliminano poi tutti i vari microfoni necessari ad amplificare e regolare i vari strumenti. Evitare brutte figure è essenziale.
Sono anni in cui la musica sta profondamente cambiando e in cui si iniziano a vedere fotomodelli cantare in playback con la voce di altri. Con questa tecnica si potevano chiamare star molto apprezzate senza rischiare stonature e quindi eventuali critiche da parte del pubblico. Che, del resto, almeno all’inzio stenta ad accorgersi dell’utilizzo di questa tecnologia.
C’è poi la questione relativa alla facilità di trasmissione. Un format televisivo di questo tipo non è sicuramente uguale a un festival live. Oltre a dover regolare i vari strumenti per essere goduti dalle persone del teatro, i vari suoni dovranno passare ulteriormente dalle antenne di milioni di italiani. Con la tecnica del playback si ha così un ulteriore vantaggio.
Ma come è immaginabile, Freddie Mercury non ci sta: canta in playback, sì, ma si prende gioco dell’intera situazione, allontanando da séil microfono volutamente, più e più volte. Va bene che la sua voce è molto potente, come è ben noto, ma senza microfono è chiaro che non potrebbe mai essere così udibile.
La presa in giro è chiara. D’altra parte, va notato che è davvero un peccato imbrigliare una voce così possente, nonché un crimine mettere a freno una personalità artistica strabordante come quella di Mercury. Che, infatti, ancora una volta forza le regole del gioco a modo suo. Indimenticabile.