La nostra opinione su Sick Note, la nuova black comedy con protagonista Rupert Grint
Vi avevamo già raccontato dell’arrivo di Sick Note su Netflix, nuova serie con protagonista Rupert Grint, affiancato poi nella seconda stagione da Lindsay Lohan. Come potete leggere nel nostro precedente articolo, la sinossi vede un giovane scansafatiche e bugiardo Ruper Grint, che risponde al nome di Daniel, ritrovarsi un po’ per sfortuna, un po’ per la follia generale che contraddistingue i toni demenziali della serie, invischiato in un vortice di bugie. Dopo aver raccontato a tutti i propri cari di essere ammalato di cancro seguiranno altri improbabili avvenimenti, fino al coinvolgimento di Daniel in un omicidio. La spalla di Daniel nell’intera serie è il suo medico (colui che erroneamente gli diagnostica il cancro), il dottor Glennis, che oltre ad essere come Daniel un bugiardo patologico, è anche un totale incompetente nel proprio mestiere e succube della propria moglie, che adora come fosse una divinità maligna.
La sinossi, l’idea e i presupposti della serie potrebbero essere a dire il vero abbastanza interessanti, peccato però per la resa. Sick Note funziona per qualche episodio, prima di perdere completamente di sapore ed esaurire i contenuti. I toni sono quelli della commedia nera, crimini e violenza si mescolano ad idiozia e risate (prevalentemente quelle dei personaggi, molte meno degli spettatori). Le macchiette piatte e stereotipate alla Stanlio e Ollio facevano ridere molti anni fa e necessitavano di attori ben più abili, abituati a lavorare in teatro e padroni di movenze del tutto oscure a questo cast. Ad oggi la comicità di Sick Note assomiglia più ad un pallido sforzo di rendere via via più assurdo ciò che stiamo vedendo, risolvendo ogni situazione critica della crime story con dei deus ex machina (l’accadere di un evento o l’intervento di un personaggio che sciolgono un nodo narrativo, risolvendo inaspettatamente l’intreccio, in modo non correlato alle logiche della trama, rendendo il tutto un po’ farsesco). Questo ridicolo andazzo è il tema narrativo principale della serie e se nei primi episodi questo può risultare divertente, presto la noia prende il sopravvento. Sick Note è quel tipo di show che rimane in vita per alcune logiche di produzione ben chiare. Costa poco e gli episodi sono brevi, per cui alla produzione non pesa troppo portarlo avanti per più stagioni e lo spettatore prosegue nella visione con la logica del “son solo venti minuti, vediamo cosa succede”.