I pensieri di un giovane Kurt Cobain, alle soglie del successo, sulla musica rap.
Anno 1991: un ancor giovane Kurt Cobain registra un’intervista a Toronto, in Canada, mentre i Nirvana si trovano in tour là. Intervista riemersa solo di recente, nella quale il famoso cantante grunge dice la sua sul genere rap, all’epoca in piena ascesa. “Mi piace il rap” dice Kurt nell’intervista “Ma gran parte di esso è così misogino che non riesco a farci i conti. Non sono poi un così grande fan. Lo rispetto totalmente e lo amo perché è una delle uniche forme originali di musica che sono state introdotte”. Poi Kurt prosegue dicendo: “Ma l’uomo bianco che fa rap… è come vedere un uomo bianco ballare. Noi non possiamo rappare, non possiamo ballare”.
Al di là di questo, il succo del discorso di Kurt è il seguente: “L’uomo bianco ha rubato dalla musica nera già troppo a lungo“. Dichiarazione che si ricollega ovviamente alla tanto vagliata tesi che sostiene che l’intero rock and roll sia stato completamente rubato da musicisti e artisti neri. Tesi, questa, non del tutto errata, ma complessa e che meriterebbe un approfondimento a parte. In ogni caso, è probabile che con “uomo bianco che fa rap” Kurt intendesse riferirsi a figure semi-comiche come Vanilla Ice, molto famoso in quegli anni. All’epoca, d’altra parte, non circolavano ancora personaggi della statura di Eminem, rapper bianco di tutto rispetto. Quindi su questo possiamo dire che almeno in parte Kurt si sia sbagliato.