Accontentare Peter Weir sulla location dove girare The Truman Shownon è stato facile. Il regista, per il suo enorme set, voleva che un’intera città diventasse Seaheaven. Proprio per questo girò numerose città intorno alla California, ma nessuna lo convinse particolarmente.
Infatti, Weir non riusciva a trovare la location che meglio potesse rappresentare il concetto di “porto sicuro”, stupendo e quasi irreale. Fu la moglie a venire in aiuto a Weir.
Per l’appunto, fu lei ad indicare al marito una piccola cittadina della Florida: Seaside. Quando Weir arrivò nella città con il suo team della pre-produzione disse: “Spacchettate tutto, abbiamo trovato la nostra città”.
5) Una sceneggiatura da riscrivere
Prima di arrivare al prodotto finale, Andrew Niccol scrisse nel 1991 una bozza intitolata: The Malcolm Show, un thriller di fantascienza ambientato a New York, il cui protagonista doveva essere Gary Oldman.
La sceneggiatura venne acquistata nel 1993 per poco più di un milione di dollari dalla Paramountm che, per realizzare il film, stanziò un budget di 80 milioni.
La casa di produzione era davanti al suo più grande investimento e, dunque, voleva essere sicura di ricavarne un successo. Proprio per questo decisero di non affidare la regia a Niccol (che sarebbe stato il suo debutto alla cinepresa), ma di cercare un nome più esperto.
Per molto tempo ci fu un contatto con Brian De Palma, che, per questioni lavorative, dovette rinunciare. Da li ci furono tanti altri registi che vennero presi in considerazione. Tuttavia, a vincere la concorrenza fu Peter Weir.
Il nuovo regista iniziò a lavorare al film nel 1995, e, prima di ogni altra cosa, analizzò la sceneggiatura. Per Weir l’idea di base era troppo “dark”. Infatti, pensava che ci volesse qualcosa di più leggero, una luce in grado di spigare perché delle persone dovessero vedere uno show che durasse 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Niccol presentò a Weir 16 versioni del copione, e solo la sedicesima venne considerata pronta per essere girata.
6) Il Poster che vale una fortuna
L’attenzione alle immagini è fondamentale. La locandina di un film molte volte diventa essa stessa simbolo dell’opera cinematografica, come un vero e proprio bigliettino da visita.
Per The Truman Show è così, grazie al capolavoro della grafica che ritrae il volto di Jim Carrey, ricreato da centinaia e centinai di piccoli frame del film. L’artista che ha realizzato l’iconico poster è Rob Silverman.
Un lavoro minuzioso e ben studiato, capace di tramettere quel concetto di: “sempre sotto i riflettori” del film. Eppure, si tratta di un’opera pagata a peso d’oro. Infatti, sembra che l’immagine commissionata sia stata pagata ben 75.000 dollari.
7) Soffro della “Sindrome di Truman”
Nel 2008, Joel e Ian Gold, rispettivamente psichiatra e nuerofilosofo, in un articolo pubblicato nel The New York Times parlarono di una nuovo disturbo in campo psichiatrico che chiamarono: La sindrome di Truman o sindrome da Truman Show.
Esattamente come nel film di Weir, il soggetto crede che la sua vita sia sempre ripresa, minuto per minuto, o che la sua vita sia frutto di un copione.
A detta di molti psichiatri sarebbe la conseguenza del culto della celebrità, che, soprattutto nel nostro secolo, viene percepita e ricercata in maniera quasi maniacale.
Questo disturbo è stato oggetto di un articolo pubblicato nel 2013 sul New Yorker dove Andrew Maratz racconta la storia di un certo Nick Lotz, convinto che la sua vita fosse al centro di un reality show.