The Truman Show, 7 curiosità sul film con Jim Carrey

Diretto da Peter Weir, The Truman Show, film surreale e tristemente attuale è la prova di maturità di Jim Carrey in un ruolo drammatico

The Truman Show
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Distopico e quasi profetico. Questo è The Truman Show (stasera all’21.10 su Paramount Network) il capolavoro realizzato nel 1998 da Peter Weir con protagonista un incredibile Jim Carrey.

In parte ispirato ad un episodio della serie Ai confini della realtà, The Truman Show racconta della curiosa vita di Truman Burbank, un uomo qualunque, che vive nella pittoresca città di Seahaven.

Tuttavia, Truman non sa che la sua vita, da trent’anni, è costantemente ripresa, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, da un infinito numero di telecamere. La sua esistenza è l’intrattenimento per l’intero pianeta, che si sintonizza, tramite la televisione, per guardare lo show più seguito di tutto i tempi: The Truman Show.

Quello di Weir è molto più di un semplice film, ma una denuncia contro i moderni show televisivi ed un profondo studio dell’essere umano.

Da un la lato c’è l’uomo che cerca la sua libertà, che vuole essere padrone del suo destino. Mentre dall’altro c’è l’uomo, fautore e sostenitore del The Truman Show, quello che non condanna la falsa realtà di Truman.

Come un Grande Fratello, quest’ultimo, osserva il suo show, se ne compiace e vuole sempre di più di quello spettacolo che pretende di mettere a nudo il protagonista. Le sue idee, le sue aspirazioni e le sue paure, l’unica parte reale di tutta una grande finzione, diventa il pasto perfetto di un’insaziabile platea, ormai abituata a questa routine, e che non vede l’ora di sentirsi dire: “Casomai non vi rivedessi… buon pomeriggio, buonasera e buonanotte!”

The Truman Show

1) Nomi: che passione!

L’attenzione di Peter Weir e Andrew Niccol riguardo ai nomi dei personaggi e dei luoghi è stata quasi maniacale. Infatti, dietro ad ogni cosa di The Truman Show c’è sempre un significato ed una spiegazione.

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Partendo da Seahaven, la città artificiale creata appositamente per Truman Burbank. Non solo le piazze e le strade portano il nome di un attore (per sottolineare la finzione), ma, letteralmente significa “Rifugio di mare”, “Posto sicuro”, insomma, un luogo in cui il protagonista doveva sentirsi bene e felice.

Stesso discorso è stato fatto per le persone vicine al protagonista. Maryl, la moglie di Truman, deve il nome a Maryl Streep. Così come Marlon, il suo migliore amico, il cui nome si riferisce a Marlon Brando.

Ancora, l’ideatore del popolarissimo programma non a caso si chiama Christof. Colui che ha realizzato l’universo di Truman e che osserva l’evolversi degli eventi da una falsa “luna”, in cui ha sede lo studio dello show. Un ovvio richiamo a Cristo.

Tuttavia, la genialità nell’utilizzo dei nomi si trova in Truman Burbank. Difatti, Truman nasce da un gioco di parole fra True (vero) e Man (uomo). L’unico personaggio reale di tutto lo show non poteva chiamarsi diversamente.

Mentre il cognome Burbank deriva da un’omonima città della California, famosa per i suoi studios. In più, quando nel film viene mostrato il luogo dove è stata creata Seahaven, si nota come la fantomatica città sorga al posto di Burbank.

2) Chi l’ha visto?

The Truman Show è stato un progetto lungo e dispendioso. Partì nel 1995, ma a causa degli impegni di Jim Carrey (intento a filmare: Il rompiscatole e Bugiardo bugiardo) le riprese slittarono all’anno successivo.

Infatti, iniziarono il 9 dicembre 1996, e si conclusero il 21 aprile 1997. Gli imprevisti, in una produzione del genere sono all’ordine del giorno, e, infatti, la produzione si trovò a dover rimpiazzare Dennis Hopper, che abbandonò il set per divergenze creative.

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Venne sostituito da Ed Harris, che all’ultimo secondo partecipò al film. Tuttavia, per il periodo delle riprese, Ed Harris e Jim Carry non si incontrarono mai. Un evento che non può non ricollegarsi al film dove anche i loro personaggi non si sono mai visti.

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3) Jim Carrey nel segno del destino

The Truman Show deve gran parte del suo successo non solo ad una sceneggiatura geniale, ma anche ad uno strepitoso Jim Carrey. Peter Weir quando prese in mano il film, fin da subito, in mente, ebbe un solo nome per il protagonista: Jim Carrey.

Una grande opportunità per l’attore, nonché la prima possibilità di recitare in un ruolo drammatico. Carrey fin da subito fu entusiasta, tanto che, per partecipare si ridusse l’ingaggio da 20 milioni di dollari a 12, e parlando del film affermò:

“È stato uno dei migliori copioni che abbia mai letto”.

Qui, Carrey ha mostrato tutta la sua abilità di attore e la sua infinita creatività. La scena in cui Truman, davanti allo specchio intento a scherzare, disegna sul vetro con la saponetta una tuta spaziale per fingersi un’astronauta, è frutto dell’improvvisazione dell’attore.

La performance di Jim Carrey in The Truman Show gli valse un Golden Globe, ma non l’Oscar. Nell’anno in cui trionfò Roberto Benigni, Carrey non fu nemmeno nominato nella categoria di “miglior attore protagonista”, ma presenziò alla serata presentando l’oscar per il Miglior Montaggio.