Beethoven in Arancia Meccanica – Musica e film

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<<Era stata una magnifica serata e, per un finale perfetto, quel che ci voleva era un tocco del Gran Ludovico Van.>>

Arancia Meccanica è il racconto delle “Avventure di un giovane i cui principali interessi sono lo stupro, l’ultra violenza e Beethoven”. Alex vive un rapporto viscerale con la musica del grande compositore. Come Kubrick era stato ossessionato da Rossini durante tutta la scrittura del film, così il protagonista da Beethoven.

L’ouverture de La gazza ladra era un motivo cinematografico per Kubrick. Dettava il ritmo al turbinoso movimento di immagini per tutta la prima parte del film. Non minori e meno complesse sono le implicazioni narrative della Nona sinfonia di Beethoven. Quest’opera è una vera e propria struttura nel racconto e, come altri brani utilizzati in questo film estremamente musicale, i suoi significati vengono ribaltati in maniera grottesca. La già citata Gazza ladra diventa la violenta danza delle immagini e nelle immagini. Anche Singin’ in the rain, tratto dall’omonimo musical, rovescia le sue atmosfere originali nella scena dello stupro.

La Nona sinfonia perde il suo significato musicale e umano.

L’ultima di Beethoven è un’opera capitale nella storia della musica. Nel quarto movimento avviene la conciliazione tra la musica strumentale e il canto. Tutti i grandi compositori del romanticismo hanno preso come modello questo gesto secolare: il suono, nella sua forma più perfetta che è la sinfonia, si ricongiunge alla parola. Da questo nascono i poemi sinfonici (genere coniato da Liszt e sviluppato da molti altri come Strauss, Rimskij-Korsakov o Respighi) e il vort-ton-drama wagneriano. L’opera d’arte totale di Wagner si genera proprio dall’intima fusione della parola e del suono che si trasformano in azione. Insomma, uno spartiacque fondamentale: rispetto alla Nona, nella storia della musica esiste un prima e un dopo.

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Il testo che Beethoven sceglie per il suo capolavoro è l’Ode alla gioia di Friedrich Schiller.   

Alle Menschen werden Brüder,
Wo dein sanfter Flügel weilt

Tutti gli uomini diventano fratelli,
dove freme la tua ala soave.

Il messaggio testamentario di Beethoven è quello della fratellanza tra tutti gli uomini. Profetizza un amore superiore, questa Gioia, sotto la quale tutti gli uomini sono fratelli: questa scintilla del divino, figlia dell’Elisio riunisce tutti sotto l’egida dell’uguaglianza.

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In Alex ispira invece le sue pulsioni più perverse e violente.

Da veicolo di amore universale a motore di ogni forma d’odio. Arancia meccanica rovescia una delle più grandi opere di umano intelletto nel suo esatto opposto. L’apice viene raggiunto con la cura Ludovico, che trasforma in tortura la passione di Alex. La nona sinfonia, ancora colonna sonora di ogni tipo di violenza, diventa però adesso parte della straziante terapia a cui il protagonista è sottoposto.

Il destino di un’opera così profondamente collegata ad Alex e ai suoi risvolti psicologici non può essere che quello di venire assorbita nel dramma. Anche Beethoven si trasforma in un’arancia meccanica. Il tema centrale della volontà e del libero arbitrio travolge anche la nona sinfonia.

Kubrick inserisce una versione elettronica di un frammento del quarto movimento.

L’Alla marcia in Si bemolle maggiore si trasforma in una grottesca marcetta di suoni campionati. Una certa corrente estetica tende a considerare la musica elettronica la traiettoria finale della storia della musica. Quest’arte, nei secoli, ha sviluppato diversi gradi di oggettività. La dodecafonia e la serialità integrale di Darmstadt sono l’ultimo preambolo della musica elettronica: la manipolazione matematica di parametri e strutture ordina i suoni in maniera combinatoria. L’ultimo passo verso l’oggettività completa è l’eliminazione della componente umana dall’esecuzione musicale, che rappresenta la volontà artistica.

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Trasformando la performance musicale in un evento elettronico, viene mutata profondamente la sua natura. La programmazione elimina dalla musica tutto ciò che ha di umano: la volontà, ma anche la possibilità dell’errore, il respiro, la varietà. Così come cerca di fare la cura Ludovico nei confronti di Alex, cavia del tentativo di eliminare dall’uomo le sue pulsioni. Beethoven, al pari del nostro affezionatissimo, diventa qualcosa di non-umano, totalmente determinato a priori.

Leggere la musica di Arancia Meccanica ci offre diversi spunti di riflessione.

Da un lato la grande e variopinta partitura di questo film ci offre dei simboli sonori che caratterizzano la dimensione paradossale del film. Dall’altro lato conoscere la pellicola, il suo significato e i suoi risvolti narrativi ci permette di attribuire un senso a questi stessi simboli sonori e all’uso che ne è stato fatto. Così nel finale Alex torna ad essere il malcico consapevolmente spietato che avevamo conosciuto e Beethoven, per un’ultima volta, torna ad ispirare l’ultraviolenza nell’immaginazione del protagonista.

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