Musica e film: Il Buono, il Brutto e il Cattivo

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Ennio Morricone e la musica del capolavoro spaghetti western che ha segnato il cinema.

Il nome del film spaghetti western più famoso, nonché il più celebre film di Sergio Leone, è indissolubilmente legato a quello del maestro Ennio Morricone. Già noto compositore, Morricone giunge alla fama internazionale musicando il famoso film con Clint Eastwood, Eli Wallach e Lee Van Cleef. Nel farlo, il grande compositore si dimostra in grado di riprendere i temi musicali della tradizione americana (dove è ambientato il film), e di italianizzarli, dando prova di grande abilità compositiva.

Infatti la musica de Il buono, il brutto e il cattivo è un incontro a metà strada tra due culture. Ciò avviene in un momento nel quale noi italiani reinventiamo i generi degli americani quasi meglio (e a volte sì, meglio) di quanto non riescano a fare loro stessi. Negli anni ’60, il cinema di genere italiano (come quello d’autore) è immensamente rispettato ed influente. Ennio Morricone, come Sergio Leone, è uno dei nomi fondamentali che si legano a questi risultati.

Due sono le composizioni portanti de Il buono, il brutto e il cattivo. La prima è il tema vero e proprio del film, forse una delle musiche più famose del cinema del ventesimo secolo. I titoli di testa, come vediamo, mescolano country, folk, tradizione western e suoni più moderni che da lontano, ma accuratamente, strizzano l’occhio al rock and roll e alla cultura pop.

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La famosa sequenza di note che si ripete come tema ricorrente in questa sequenza ritorna poi per tutto il film. Si tratta di un tema che viene utilizzato per enfatizzare scene di confronto, di sfida e di scontro tra i personaggi. Particolarmente, il personaggio di Clint Eastwood (il “buono”), che molteplici volte dà prova della propria prontezza di spirito e delle proprie capacità nei confronti degli avversari, è il personaggio a cui questa breve sequenza musicale fa riferimento. Quasi uno “stacchetto”, insomma, che accompagna le azioni estemporanee di questo forte personaggio, per acuirne ancora di più il carattere e la presenza.

Queste poche note sono diventate famosissime, e sono entrate nella cultura popolare (italiana e non), venendo richiamate ogni qual volta si deve rappresentare la scena di un duello. L’utilizzo della “musica da duello” interviene qui anche con un fine comico. Ciò avviene allorché nel finale del film il “brutto”, liberato all’ultimo momento da una trappola mortale dal personaggio di Eastwood, si appresta ad insultare quest’ultimo. Dice: ehi biondo, lo sai di chi sei figlio tu? Sei figlio di una grandissima putt…. A questo punto il tema del film riparte dalla “a” che sarebbe dovuta seguire nell’insulto, risolvendosi ancora nella famosa sequenza di cui abbiamo parlato finora.

Poche note, che hanno fatto la storia quasi più del film stesso.

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C’è un’altra musica molto famosa ne Il buono, il brutto e il cattivo. Non celebre quanto il tema proprio del film, ma a suo modo altamente caratterizzante. Si intitola The Ecstasy of Gold (in inglese), e la si sente nella scena in cui Eli Wallach si aggira per il cimitero, in cerca della tomba che dovrebbe nascondere l’oro di cui tutti sono in cerca. Questa musica è un crescendo continuo, che nel film viene accompagnato da una regia sempre più caotica. La macchina da presa si muove in cerchio, per dare un senso di vertigine che vuole rendere la bramosia del “brutto”, il quale non vede l’ora di mettere le mani sul bottino tanto cercato.

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L’abilità di Morricone si esprime, ancora una volta, proprio nella forza quasi ipnotica che questa musica assume, confondendo lo spettatore quanto il personaggio e trascinandolo nell’azione con una potenza che le immagini da sole non potrebbero raggiungere. Questo vale naturalmente per tutto il film, che, senza il contributo di Morricone, si potrebbe tranquillamente considerare come riuscito a metà.

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