Le curiosità su Trainspotting non sono ancora terminate a distanza di oltre vent’anni.
Dopo il nostro articolo di agosto sul film cult di diverse generazioni, ecco allora qualche altra chicca sulla gang di giovanissimi più iconica del Regno Unito negli anni Novanta.
In totale, Trainspotting venne girato in sole sette settimane.
A causa del budget limitato infatti, molte scene vennero girate in una sola ripresa. Per questa stessa ragione, il regista utilizzò metodi creativi durante le riprese. Ad esempio, nella scena in cui Renton spara a un cane e questo impazzisce attaccando il suo proprietario, Boyle stesso suscitò una simile reazione posizionandosi fuori campo e urlandogli contro al cane.
Kelly Macdonald ha ottenuto la parte in Trainspotting quando il team di produzione distribuiva volantini in tutta Glasgow per chiunque fosse desideroso di fare un’audizione. Quando Danny Boyle, che voleva un volto sconosciuto, la vide per la prima volta con una semplice pettinatura, in un corridoio circondato da ragazze glamour, sapeva di aver trovato la sua Diane. Da allora la Macdonald conserva ancora il volantino promozionale che le valse l’inizio della sua carriera.
La stessa, nella sua ingenuità di diciannovenne, invitò sua madre e suo fratello sul set durante le riprese della sua scena di sesso con Ewan McGregor.
5 cose di Transpotting che non sapevi
C’è stata una certa confusione sul titolo del film. Lo stesso Irvine Welsh è intervenuto per spiegare che “Trainspotting” è iniziato come un eufemismo per l’assumere droghe (attività spesso fatta nelle stazioni ferroviarie).
Il termine si è evoluto gradualmente per descrivere un hobby ossessivo che non è compreso da coloro che non lo praticano.
Welsh ha quindi confrontato l’inusuale hobby con la dipendenza da eroina, cioè qualcosa che solo le persone che si concedono a quel passatempo capiscono veramente.
La campagna di marketing fu senza precedenti e a questa molti attribuiscono gran parte del successo strepitoso di Trainspotting nel 1996.
Ispirati dalla promozione oltreoceano di Pulp Fiction, caratterizzata da immagini forti e sfrontate, la campagna di Trainspotting è stata rivoluzionaria di per sé. Il suo aspetto distintivo (recentemente riusato per Trainspotting 2), ha infatti contribuito a cementare lo status di cult.
Rob O’Connor, proprietario di Stylorouge, l’azienda che ha ideato la campagna di Trainspotting ha dichiarato:
“I distributori di film stavano cercando qualcosa che lo mettesse in un mercato simile a quello dell’industria musicale. Non volevamo che assomigliasse a nessun altro film”.
Stylorouge, ben nota per la copertina dell’album con la band Blur, è riuscita con Trainspotting ad andare contro ogni cliché delle locandine.
Usando una tavolozza di colori arancione brillante e lo stile Helvetica tipico dei segnali di avvertimento su materiali pericolosi o farmaci da prescrizione, il marketing team scattò dei ritratti in bianco e nero del cast. Questo rappresentò un grande rischio creativo per un film, che non era in bianco e nero.
Il design è stato così spedito in distribuzione e presto sono apparsi dei poster di Trainspotting nelle vicinanze delle università, per aumentare l’entusiasmo degli studenti.