Quattro brevi racconti sul sesso e sulla scoperta di quest’ultimo.
Storie differenti, a stampo vittoriano, che narrano principalmente le gesta di giovani ragazzi, alle prese con le loro prime pulsioni erotiche.
Un film che nonostante i suoi evidenti difetti, riesce a preservare comunque un’estetica degna di nota ed una piacevole narrazione, seppur costellata da prolissità non necessarie ed ingombranti.
Un’opera che cerca a tutti costi di apparire intellettuale e filosofica, riuscendoci solamente in parte e fallendo gran parte delle volte. Tutto sommato però, I racconti immorali è un film gradevole, che riesce a discostarsi da tanti altri nel suo genere di riferimento, risultando così un must da vedere assolutamente.
La vita di Adele – Abdellatif Kechiche (2013)
Adele, una ragazza di origini inglese e che studia al liceo, conosce Emma, dai simbolici ed appariscenti capelli blu, della quale si innamora.
Tra le due ha inizio così un’appassionata relazione sentimentale, fatta di sesso, emozioni e conflitti. La perfetta cristallizzazione dell’amore giovanile, tumultuoso ed intenso, lontano dalle banalità che solitamente caratterizzano lavori di questo tipo.
l film di Abdellatif Kechiche è una sincera forma di esposizione della passione umana, che viene descritta in maniera autentica e naturale, donando allo spettatore la più completa visione d’insieme, che si possa avere su una relazione di stampo adolescenziale.
La vita di Adele è in qualche la modo l’innamoramento che tutti noi abbiamo avuto da ragazzi, o che in segreto, abbiamo sempre desiderato: bruciante, vero, doloroso e sincero.
L’Amore destrutturato, attraverso il tempo ed il ricordo, in un’esistenza fatta di rimpianti e di scelte sbagliate.
Love di Gaspar Noèè prima di tutto un film sul rammarico, sulla memoria e sulla fragilità di essa.
Una relazione qualsiasi, anche quella più intensa e viscerale, una volta finita, è destinata a divenire frammentata e confusa d’innanzi al passare dei giorni e degli anni.
Nulla e nessuno può preservare in maniera integra ed eterna un’emozione passata, tutto è destinato a svanire o ad assumere forme sconnesse d’innanzi al tempo sovrano. Il regista argentino, con questa sua opera, realizza un trattato sull’amore, per certi versi simile a
d In the mood for love, ma sostanzialmente diverso da quest’ultimo, almeno per quanto riguarda i modi, la regia e la scelta di mostrare il sesso in maniera quasi autentica.
Love infatti non è solamente rammarico e sofferenza, ma è anche passione e sesso, un vero tripudio di erotismo, che sa destreggiarsi da quello più romantico a quello più istintivo ed irrazionale.
Una vera perla d’autore, che è in grado di far provare svariate emozioni allo spettatore, destabilizzandolo attraverso una narrazione volutamente confusa, ma al servizio del messaggio che vuol mandare.
Tokyo Decadence – Ryū Murakami (1992)
Tokyo, o meglio la società stessa, è in decadenza, in balia della sua depravazione e della sua violenza.
Un mondo meschino e corrotto, che porta immancabilmente a divenire carnefice o vittima, complice del sistema o folle anarchico, destinato all’autodistruzione.
Il film di Ryū Murakami divide in due il genere femminile, mettendo da una parte chi fa sesso per passione o per lavoro e chi lo fa esclusivamente per il potere e per accaparrarsi una posizione nella realtà in cui vivono.
Due facce della stesse medaglia, che fanno di tutto per sopravvivere, in un’esistenza abietta e corrotta dalla depravazione, che però risulta al tempo stesso vitale per quest’ultima. Il sesso torna ad essere, anche in quest’opera, fulcro dell’intero macrocosmo dell’uomo e forma d’espressione più primordiale e potente tra tutte.
Il lavoro di Ryū Murakam, nonostante punti su atmosfere politiche, drammatiche e filosofiche, preserva comunque un’alta carica erotica, regalando così svariate scene degne di note, capaci di spaziare nella perversione e nell’espressione di essa. Un film completo, che risulta indubbiamente, tra i più riusciti del genere.
Secretary – Steven Shainberg (2002)
Ancora prima che 50 Sfumature di Nero, potesse diventare un fenomeno culturale in tutto il mondo, Secretaryportava al cinema la tematica del BDSM in maniera più autentica e sentita.
Dominazione, sottomissione ed erotismo, questi son gli elementi cardine dell’opera di Steven Shainberg, un racconto lontano da edulcorazioni sorta o da facili moralismi.
Un film che in maniera del tutto inconsapevole, ha ispirato uno dei fenomeni letterari più squallidi ed inutili di sempre, contribuendo in maniera indiretta ad una disinformazione riguardo il tema del BDSM.
Una colpa non imputabile ad una lavoro, che ha avuto dalla sua parte, il suo essere in anticipo sui tempi.