L’universo Harry Potter creato dalla Rowling è più di un semplice caso. Ormai è una realtà affermata e gli incassi in crescendo di questo Animali fantastici – I crimini di Grindelwald ne sono l’emblema. Il maghetto ben poco caro all’ex Papa Benedetto XVI ha ormai segnato l’immaginario collettivo grazie alla capacità di accompagnare un’intera generazione alla maggiore età . Un discorso pedagogico non da poco e che di per sé meriterebbe un plauso. Oltre però al discorso prettamente artistico-intellettivo, non va assolutamente escluso quello prettamente economico. Perchè, si sa, il denaro non dorme mai. In questo senso, la Rowling si presenta come una Re (regina) Mida che riesce a trasformare in oro tutto ciò che tocca. E basta un glossario intitolato Animali Fantastici per dar vita ad un prequel dignitossissimo.
Tutto sembra scorrere tranquillamente nel mondo finché la temibile profezia di Grindelwald non si avvera: in pochi minuti riesce a liberarsi dalla prigionia e a seminare il terrore tra i maghi, impauriti dal fatto che possa terminare la pace tra loro e i non-maghi. Albus Silente ingaggia così il nostro amato e sociopatico Newt per contrastare la sua imminente ascesa. In poche righe, la trama è “solo” questa qui. Lungi da me dover svelare tutto ciò che verrà svelato dal film, visti i numerosi colpi di scena e piacevoli “ritorni“. Basti sapere che questo film è l’inizio di una futura guerra che avverrà , così come abbiamo assistito con Voldemort (o colui che non deve essere nominato). Il punto di incotro tra questi due villain è forse lo spunto più interessante che questo Animali fantastici – I crimini di Grindelwald riesce a dare a livello contenutistico.
Tralasciando per un momento l’ottima prova di Depp, giustamente decantata in America, Grindelwald si presenta come un Voldemort meno frettoloso e più freddo e razionale. Non attacca, non uccide. Almeno non nell’immediato perché Ginderlwald recluta. Un bravissimo affabulatore capace di piegare a sé le volntà altrui. E senza dover ricorrere alla magia, cosa fondamentale in questo contesto. Per il resto, Animali fantastici – I crimini di Grindelwald scorre che è un piacere, soprattutto visivo. Le immagini suggestive di una Parigi a metà tra il primo ‘900 e le magie perenni e costanti ci regalano momenti di grande bellezza per i nostri occhi. Così come l’intero cast, azzeccato come non mai.
Bravissimo Eddie Redmayne nel ruolo di Newt, capace di dar luce al suo essere impacciato con le persone, schivo ed a tratti sociopatico. Inutile confermare la bellezza del lavoro svolto da Johnny Depp nei panni di un villain praticamente perfetto e carico di un ammaliante fascino.
La narrazione trova come punto di forza l’equilibrio tra le parti più dark e quelle più infantili, le quali riescono a creare un connubio perfetto che genera a sua volta un film adatto davvero a tutti, con qualche venatura squisitamente spy che amplifica i colpi di scena. L’unico punto negativo risiede tuttavia nella regia di David Yates. Nonostante il sodalizio che lo lega alla trasposizione dei libri della Rowling, Yates non convince fino in fondo. Tralasciando i confusionari movimenti di macchina e le riprese sempre troppo ravvicinate, risultano imperdonabili gli scavalcamenti di campo. Inspiegabili soprattutto. Per fortuna però Animali fantastici – I crimini di Grindelwald riesce ad andare ben oltre qualche errore registico e a regalarci un buon film che sarà sicuramente un larghissimo successo.