James Bond è uno dei personaggi più famosi e amati della letteratura e del cinema internazionale. Icona di stile, affascinante e dal carattere imperturbabile, lavora come agente segreto nel controspionaggio inglese, conosciuto anche con il numero identificativo 007. È il classico uomo “che non deve chiedere mai”, circondato dal lusso e da splendide donne. Fumatore assiduo, è considerato il migliore nel suo campo, e ama sorseggiare di tanto in tanto il suo cocktail preferito: vodka-martini “agitato, non mescolato”.
La miniserieFleming: The Man Who Would Be Bond, si concentra sulla vita e le idee della mente che ha creato tutto questo: Ian Fleming.
Figlio di aristocratici inglesi, Ian Fleming è sempre stato schiacciato dalle grandissime aspettative riposte nei propri confronti. Il padre Valentine fu un eroe di guerra e stimato deputato, mentre il fratello Peter era considerato l’orgoglio della famiglia, essendo un brillante e famoso scrittore, nonché Ufficiale dell’esercito britannico. Il giovane Ian prese le distanze dalla ricca famiglia e dagli ambienti classisti che era solita frequentare.
Ha una mente particolarmente creativa e tre grandi passioni: l’alcol, le donne e la letteratura erotica.
È un uomo inaffidabile e affascinante, una vera e propria calamita per le donne, che ama sedurre e poi abbandonare. Il rampollo di casa Fleming deve ancora trovare il suo posto nel mondo, e decide inizialmente di lavorare come agente di cambio nella banca di famiglia, con la speranza di conseguire facili ricchezze. Si nota subito che quello non è il suo ambiente, e viene rimosso ben presto dall’incarico.
Con la Seconda Guerra Mondiale alle porte, Ian Fleming decide che è arrivato il momento di dare il proprio contributo, e si arruola nel servizio di controspionaggio della Marina inglese. Grazie alla sua fantasia sarà in grado di proporre soluzioni geniali, che caratterizzeranno molte importanti operazioni ai danni dei nazisti.
A rendere la decisione di arruolarsi ancor più complicata sarà l’incontro con Ann O’Neill (Lara Pulver), una nobildonna che farà provare a Fleming delle sensazioni uniche, dando l’impressione a quest’ultimo di avere – per la prima volta nella sua vita – qualcosa per cui valga la pena mettersi in gioco.
Come è facile intuire, James Bond ha molto di autobiografico. È tutto ciò che Ian Fleming sarebbe voluto essere e che, in parte, è stato.
L’unica cosa che l’agente 007 ha da invidiare al suo creatore è la capacità di non prendersi troppo sul serio, e di vivere come se nulla fosse realmente importante. Iniziò a raccontare questa spy story per gioco, attorniato da forte scetticismo, senza accorgersi che la sua creazione sarebbe diventata, col tempo, qualcosa di leggendario.