Nel suo ultimo album Esperanza Spalding riassume in musica le espressioni della magia del corpo umano.
12 Little Spells è la prova definitiva del talento e delle immense capacità di Esperanza Spalding. La jazzista americana ha affrontato un percorso evolutivo impressionante, passando di album in album attraverso delle tappe concettuali che l’hanno portata a cercare modi sempre nuovi con cui fare musica. Basti pensare a Exposure, dell’anno scorso: un album registrato in 77 ore, partendo da zero.
L’ultima tappa di questo percorso è 12 Little Spells, un concept album sulle funzioni del corpo umano. Le liriche descrivono, poeticamente, tali funzioni. La musica, e questo è il bello, le riassume e le descrive con i suoni, con i ritmi, con il calore. E con i colori, con l’intensità, con l’energia. Le dodici magie sono gli incantesimi della natura, piccoli miracoli che ogni giorno autonomamente fanno funzionare il nostro corpo e ci rendono vivi. Cosa che ci porta infine alla possibilità di contemplare ed apprezzare questi stessi miracoli.
E la musica è in qualche modo una sorta di allegoria di tutto questo. Pensateci: un’armonia perfetta tra vari elementi, un meccanismo nel quale tutto funziona al momento giusto e ogni cosa ha un posto preciso. Come un accordo, una sezione ritmica, una progressione armonica. Così l’apparato circolatorio, l’apparato muscolare, l’apparato nervoso, ecc.
Da non scordare poi gli elementi energetici, spirituali, trascendentali, quelli cioè non strettamente “fisici”, ma che per Esperanza assumono un’importanza pari a questi ultimi. Nella sua descrizione del progetto l’artista fa riferimento al Reiki, una forma di medicina alternativa giapponese che sconfina nel paranormale con l’intenzione di guarire il corpo tramite il convogliamento delle energie universali.
Ora, in tali cose potrete crederci o non crederci, ma di certo una musica come questa non può fare a meno di esprimere la propria aspirazione ad un contatto con tale energia. Anzi, si può dire che il collegamento spirituale con l’universo è forse il fulcro di questo album, se non di ogni album di Esperanza Spalding.
Ad un livello più strettamente concreto, che cos’è 12 Little Spells? Più o meno la solita formula vincente dell’artista americana: jazz, fusion, funk, rock, accenni di prog. Su tutto trionfa la voce della cantante, accompagnata a ritmi complessi, passaggi ricercati, riff di chitarra, duetti.
La copertina dell’album ne riassume bene il contenuto. Segmenti coloratissimi (per chi di voi percepisce i colori con il suono), connessi tra loro ma separati, parte di una stessa figura ma distinti, originati dalla stessa sorgente ma divisi, facenti capo allo stesso motore ma operanti indipendentemente. Come, insomma, le parti del corpo umano.